La Bloggheide...

Ancora sulla questione...


sottotitolo: ma questa è davvero l'ultima volta (forse!!!)...Dal noto best-seller "I dolori (emorroidali) del giovane Satther" di Luther Blisset:<<"Incularli o non incularli... questo è il problema" così s'interrogava il giovane Ob., mentre con passo spedito e sicuro (l'andatura di chi sa il fatto suo) e con un sorriso smagliante stampato in faccia si recava nel regno del CivSer per presentare domanda di congedo anticipato immediato. Aveva seguito con ansia, preoccupazione ed attenzione estreme le sorti del Provvedimento (a lui e ad altri mille e mille come lui indirizzato), poichè trattavasi di situazione d'urgenza e d'estrema importanza: non ne poteva più dell'umidità insopportabile e fredda del grottino sotterraneo dove era obbligato a recarsi ogni giorno; non sopportava più le micidiali zanzare quattrostagioni, dal vello tigrato e la livrea dai colori forti; non ne poteva più di ore sopra ore spese a fare nulla, a contemplare il niente o, nella peggiore delle ipotesi, a fare da galoppino a WC, il suo puzzolente comandante màxìmo. Quest'ultimo, un essere spregevole ed inutilmente irsuto, aveva l'innata capacità di fracassare gli zebedei persino ai minerali (specie naturali notoriamente inerti), figuriamoci ad un essere umano! Con la sua voce inutilmente flautata dal tono inutilmente suadente e gentile (seppur deturpata da ul fastidiosissimo difetto nel pronunciare la lettera s), Egli impartiva ordini micidiali e perentori, travestendoli da dolci domande innocenti. Mai e poi mai la sua mano toccò la fonte per detergersi. Mai e poi mai egli masticò la fresca menta per purificare l'immane olezzo, e pestilenziale, che emanava dalle sue orrende fauci; mai e poi mai cosparse il capo o la sacra ascella con olii profumati ed essenze. Mai e poi mai gli venne in mente che era un COGLIONE IMMENSO. Ma non solo: anche un inutile paraculo, un fottuto ROSICONE. "O WC, ma vattene a fare in culo" - pensò, varcando la soglia del castello del CivSer. Quando, poi, impresse sulla pergamena il suo sigillo, e la consegnò al regale messo affinché la consegnasse a sua volta presso il Supremo Condottiero delle Regali Scuderie, si sentì finalmente, e definitivamente, libero.>>     Questo passo (che definirei senza esitazione alcuna illuminante ed illuminato) serve ad introdurre la mia ultima (si spera, ovviamente) filippica ad civilis servicium. Tutta una metafora, 'nsomma: tra le righe, riferimenti ad una più triste ed assai meno polemica realtà. Chi mi segue conosce più o meno la piega che questo blog ha preso negli ultimi tempi: è diventato una specie di tazebao, un megafono col quale urlare la mia rabbia, la mia frustrazione, la mia rassegnazione contro - triste a pensarsi e ancora di più a scriversi - un muro di gomma. Ebbene, ieri ho avuto la possibilità e la forza di squarciarlo, quel maledetto muro. E' come se improvvisamente il sangue abbia ricominciato ad irrorare i tessuti del mio corpo, come se l'aria abbia ricominciato a scorrere libera dentro i miei polmoni, come se il bagliore del sole di luglio abbia ricominciato ad accecarmi, come se il calore di quei raggi fosse tornato a colpirmi. La vita, in una parola; mi sono sentito rivivere, tornare in vita.     Ho consegnato la mia domanda di congedo anticipato ai sensi del decreto-legge 30/06/05 n.115 il quattro luglio. Una data-simbolo. Da oggi sarà anche la data della mia libertà! Ho fatto tutto da me: ho volutamente mantenuto il più assoluto segreto su tutta la faccenda. Mi sono informato, accanitamente. Ho tramato, non lo nego. Ho voluto prendermi una rivincita. Ho voluto godermi la mia vendetta; l'ho assaporata. Quando, uscendo per l'ultima volta da quella fogna che è stata la sede del mio servizio "civile" per l'ultima volta, dopo aver lasciato là una copia del mio congedo (un provvedimento definitivo, inoppugnabile!!!), la sensazione di felicità era straripante, incontenibile: avevo rimosso l'immenso e pesante macigno.La cosa che voglio però raccontarvi è un'altra... E' il DOPO... Dunque, tornato a casetta, stavo cazzeggiando (per la prima volta dopo nove mesi di nuovo da uomo libero, non assoggettato più a nulla di coercitivo) tranquillo e beato, in pantaloncini sdruciti e panciolle, quando odo trillare il mio cellulare; leggo il numero del chiamante, prima di rispondere: è quello della maledetta sede... Esito... Rispondo? Non lo faccio? Sciolgo il dubbio e propendo per la prima ipotesi. In fondo, non possono avanzare più pretese da me, quei paramecia invertebrati-e-vagamente-intrisi-di-nostalgico-sentimento-politico-e-vena-polemica-da-vendere (cioé: quelli dell'associazione presso la quale prestavo servizio; cioè: quei negrieri di merda); quindi, rispondo. E' lui, il supremo responsabile obiettori (il cui nome ometto per pudore). Un ultimo nostalgico saluto, penso io. Invece, l'ultimo spietato sproloquio. Ma inutile e vano, stavolta. [stralci della telefonata, riportati a memoria cercando di lasciare intatta la sostanza - è sempre l'immondo responsabile a parlare]: ciao sono A****a (tono apparentemente gentile, rilassato - n.d.r.)... beh, insomma, sono venuto qua e ho trovato la sorpresa... 'sti congedi già belli pronti e pure protocollati... (tono che comincia a farsi più perentorio ed incazzato)... no pecché, insomma, da te non me l'aspettavo, e invece sempre informatissimo su 'sta legge sui congedi, a dare a tutti informazioni... no, non ci voglio stà a girà intorno, volevo che facessi n'altri due o tre ggiorni ppé preparà i congedi agli altri obbiettori... sono veramente deluso; non m'hai detto gnénte, nun m'hai avvertito, manco 'na telefonata [...]. Insomma, il tenore della conversazione è quello; l'impressione che ho avuto è stata quella del mediocre (che però nel suo piccolo è un re, un prepotente, un despota, uno sfruttatore, un falso, un meschino) che rosica - mi si passi il termine dialettale - quando si rende conto che la sua autorità è stata surclassata da una persona sempre reputata inferiore, sempre sottostimata e sottovalutata. La rabbia che gli rendeva la voce tremolante, e la consapevolezza di non aver più nulla a che fare con lui, sono state motivi di immensa soddisfazione... Una soddisfazione attesa per nove mesi. Il mediocre - che per sua natura tende ad reputare tutti alla sua "bassezza", se non inferiori - s'infuria, la schiuma alla bocca, quando gli si calpestano i piedi, quando gli si dimostra che egli non è che una nullità, un fallito, un esaurito. Il mediocre è il re delle sue quatto mura (ed anche un po' il beniamino della uàll'ra mia!), ma non sa che esiste un mondo al di là di esse, un mondo che non ha bisogno, un mondo che fa benissimo a meno della sua panciuta e puzzolente mediocrità... Un mediocre rosicone!!! Rosica, rosica, and KISS MY ASS!!! Tornatene ai tuoi sassi, geologo de li me' cojoni!!! Da loro, muti, impassibili e immutabili, non subirai mai tiri mancini. Loro ascolteranno sempre attentamente i tuoi discorsi inutili, le predichette intrise di saccenteria e di ideali più grandi di te... Tornatene dentro al vulcano che t'ha cagato. E restaci. E vaffanculo.Mi sono davvero sfogato... Ora mi sento meglio... Ora mi sento BENE!Ciao a tutti e a presto,S.