Savenidice

Vietato l’accesso ai cani, ma non ai vandali


Rastignano di Pianoro (Bologna)Nell’area giochi di un giardinetto pubblico, a Rastignano di Pianoro (Bologna), c’è un cartello che vieta l’accesso ai cani ma (purtroppo) non ai vandali. Non i germanici Vandali, che nel 455 saccheggiarono Roma, ma i teppisti nostrani che vi hanno divelto dal terreno, comprese le gettate di cemento, una panchina e un cestino per i rifiuti.Aumenta così il degrado di un’area verde, sempre meno frequentata dai residenti della zona, che un tempo comprendeva anche un laghetto pieno di vita. Come ricordava lo storico Roberto Vitali, nel primo volume della rivista “Savena Setta Sambro” uscito nel 1991, con un articolo a titolo “Villa Serena e Villa la Torre”, «il terreno, vastissimo, comprendeva la villa padronale, un ampio parco dove, conformemente a un costume assai diffuso nel sette-ottocento, era stato realizzato un laghetto di dimensioni tali da consentire l’uso di una barca; e una grotta artificiale (la “conserva”, ndr) con un balconcino sul lago». Laghetto che, dopo anni di abbandono e incuria, fu ripristinato agli inizi degli anni ‘90 nell’ambito della realizzazione del cosiddetto “Ribaltamento di Rastignano” con nuovi palazzi e villette a schiera per alcune centinaia di nuovi abitanti. Lo specchio d’acqua era poi diventato un’oasi di tranquillità e di natura dove convivevano piante, pesci, anfibi, tartarughe, aironi e germani con le gallinelle d’acqua che zampettavano sulle foglie galleggianti delle ninfee. Un’oasi dove le maestre accompagnavano gli alunni delle vicine scuole elementari.Poi, una decina di anni dopo, l’area del parco e dello stagno fu ceduta al Comune di Pianoro che nel 2008 svuotò il laghetto «per mancanza d’acqua» quando invece la collina soprastante ne è piena. Dove c’era il laghetto, tra le vie della Torre, Fornace, Marzabotto e Montesole ora c’è un prato incolto con disappunto dei residenti che per alcuni anni hanno protestato (inutilmente) per la scomparsa dell’oasi di vita. Anche il “Ribaltamento” è stato un fallimento urbanistico ma non per i costruttori che hanno venduto palazzi, ville a schiera, appartamenti e negozi. La realizzazione doveva “allontanare il centro di Rastignano dall’ex statale della Futa e dall’inquinamento. A sentire i costruttori nell’area ci sarebbe stata una nuova piazza, ufficio postale, banca, bar, pizzeria, attività artigianali, negozi e un supermercato. Oggi la grande piazza, bellissima, è quasi un deserto; ci sono rimasti la biblioteca comunale, una parrucchiera, il supermercato, una casa di riposo e un asilo privati; tutte le altre attività, pian piano, hanno chiuso i battenti.