Savenidice

Parco dei Gessi assediato da deficienti e discariche


 
Una notizia di questi giorni, documentata anche da una foto a pagina otto del mensile “Buone Notizie Bologna” ora in edicola, è che alcuni deficienti (a livello cognitivo e di senso civico) nel Parco regionale dei Gessi Bolognesi hanno divelto alcune decine di metri di staccionate nella Valle dell’Idice, accanto al circolo Ca’ de’ Mandorli, e nella Valle dello Zena vicino al Centro Parco “Casa Fantini”. Un danno al bene pubblico, solo questo, che si aggira sui duemila euro. Deficienti che si sono aggiunti ai tanti che per “divertimento” si accaniscono contro gli arredi (tavoli per picnic, cestini per i rifiuti, rastrelliere per le bici, eccetera) che il Parco ha messo a disposizione di tutti per rendere il territorio protetto sempre più fruibile e godibile. Senza poi contare quelli che portano al territorio tutelato dal Parco dei doni inopportuni, costosi da rimuovere e, soprattutto, dannosi. Forse qualcuno ha fatto confusione scambiando la “raccolta differenziata” con la “discarica differenziata”. Infatti in via Madonna dei Boschi, il predio “Castello” alla Croara di San Lazzaro, nei giorni scorsi ignoti hanno scaricato sfalciature, ramaglie, un frigorifero, pezzi di mobili, calcinacci e immondizie varie. In un luogo, a poca distanza dall’ex Cava a Filo testimonianza dell’industria del gesso, di grande interesse dai punti di vista geologico, naturalistico, paesaggistico, archeologico e storico; non per nulla quella descritta è un’area indicata dal Piano territoriale del Parco regionale come zona “A” di protezione integrale. E’ probabile che qualcuno abbia fatto confusione, dato che non c’è nulla di più ecologico di un parco naturale, e che, per modo di dire, abbiano scambiato il Parco regionale per una “stazione ecologica”. Ci vogliono proprio dei fenomeni a pensare di portare rifiuti fino alla Croara quando ci sono stazioni ecologiche, più vicine, e la possibilità di farseli venire a prendere a casa, oltretutto gratis, con una telefonata a Hera o all’ufficio ambiente del proprio Comune di residenza.