Savenidice

La Resistenza al femminile in un film di Bugani e Lucchese


Ozzano Emilia (Bologna)La sala Città di Claterna di piazza Allende 18, a Ozzano (Bologna), alle 21 di martedì 23 aprile ospiterà la proiezione, a ingresso libero, del video di Giuliano Bugani e Salvo Lucchese “La mia Bandiera. La Resistenza al femminile”. Alla proiezione del documentario prodotto dalla Elefant Film, già avvenuta in varie città italiane, saranno presenti i due autori. Il docufilm è stato realizzato con il contributo della Fondazione Carisbo, e dell’Anpi di Bologna, Parma e Piacenza; col patrocinio di: Comune di Bologna, Istituto Storico “Parri”, Isrebo, altri istituti sulla storia della Resistenza e delle Anpi emiliane e romagnole. Nel 2011 il documentario è stato acquistato anche da RaiNews24.Come ha osservato Bugani «la Resistenza, per quanto grande potesse essere il coraggio degli uomini, non sarebbe stata possibile senza le donne e la lotta di liberazione ha rappresentato, per molte di loro, una presa di coscienza della propria condizione, e un’assunzione di ruoli che andavano oltre la sfera domestica a cui erano relegate». Il titolo del film è ispirato al nome della partigiana Irma Bandiera, uccisa dai fascisti il 14 agosto 1944, a Bologna, dopo una settimana di torture.Come invece riferisce Lucchese «dalle testimonianze delle partigiane, protagoniste del documentario, si ha uno spaccato inedito delle loro esperienze di lotta e di vita quotidiana come rivoluzionarie, attraverso le quali viene messo in evidenza il ruolo che le donne hanno avuto per la sopravvivenza e la vittoria della Resistenza stessa».Il progetto, nato da un’idea di Giuliano Bugani, operaio e giornalista, realizzato con Salvo Lucchese direttore della fotografia e regista, Alessandra Cesari presidente della Elenfant Film e Roberta Bononi, ex collaboratrice della Cineteca di Bologna, ha inizio nel 2009 ed è una raccolta di interviste a partigiane dell’Emilia-Romagna, da Piacenza a Rimini. Documentario che vuole fare chiarezza su una parte della storia che gli storici hanno evitato di prendere in considerazione. Partigiane si, ma anche, madri, figlie, sorelle, staffette. Erano donne.