Savenidice

Eliana Nerozzi l’ostetrica, una di noi


Pianoro (Bologna) Come riferisce il titolo Eliana Nerozzi l’ostetrica, è una di noi. Una volontaria dell’Auser che nel maggio scorso si è ritirata dal servizio attivo, per motivi di età, alla bella età di novantuno anni.Già “levatrice” di condotta a Pianoro, con oltre 3.500 bambini aiutati a nascere nelle loro case, poi nel poliambulatorio di San Lazzaro, sempre come ostetrica ma al consultorio medico ginecologico, e in laboratorio per l’esame citologico dei pap-test, poi finalmente in pensione. Ma dato che si annoiava, come succede a tanti pensionati che si erano dedicati al loro lavoro, da anni tutte le mattine dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 11, lavorava a Rastignano come volontaria dell’Auser nell’ambulatorio del centro civico della popolosa frazione, l’ex scuola elementare, in via Andrea Costa 66. Qui si occupava di supporto infermieristico agli anziani per misurazione della pressione e della glicemia, delle iniezioni intramuscolari, di piccole medicazioni e di sostegno psicologico con lunghe chiacchierate.Non si sa proprio il perché ma tutti la chiamano Liliana e come tale, a Rastignano e nell’intero pianorese, è conosciuta e apprezzata da tante persone, soprattutto dalle donne. In particolare dalle tante signore dell’associazione di volontariato “Le Galline di Rastignano” delle quali è sempre stata il punto di riferimento: è anzi la “gallina” più “gallina” di tutte loro. Con l’appellativo di “galline” dato a loro per il “pollaio” che fanno quando sono insieme col loro chiacchiericcio. Signore che si incontrano periodicamente per stare insieme, giocare a carte e alle feste, realizzare oggetti, torte, biscotti e pasta fresca da vendere per poi dare il ricavato alle associazioni contro i tumori.In tutto questo non ci sarebbe nulla di strano, o diventare notizia per i giornali, se non per il fatto che Eliana Nerozzi, vedova Zecchi, è nata il 7 febbraio del 1922. Ossia che l’anno prossimo compirà, in allegria anche se con qualche leggero acciacco di gioventù, per modo di dire, la bellezza di 92 anni. E le è dispiaciuto andare “a riposo” «per poi – dice – annoiarmi davanti alla televisione e invecchiare davvero». Di lei hanno scritto alcuni periodici locali e i quotidiani bolognesi “il Resto del Carlino” e “L’Informazione”, Più recentemente, nel 2012, ne ha scritto anche il nostro socio, e giornalista, Giancarlo Fabbri nel numero 42 del semestrale di studi storici “Savena Setta Sambro”.Eliana, lei stessa figlia dell’ostetrica di condotta di Rastignano Maria Fabbri, nipote delle zie ostetriche Anna e Flora, con una sorella più giovane, Alda, anche lei ostetrica come la cugina Flora (Lola) Tarozzi, appartiene a una stirpe di levatrici; come si diceva una volta. Al tempo che i bambini li portava a casa la cicogna, o nascevano sotto i cavoli, oppure arrivava l’ostetrica per aiutare le puerpera a partorire. Anche a chilometri di distanza a piedi, in bicicletta, con un calessino tirato dai cavalli del neo padre o del nonno del nascituro o, infine, con auto per strade bianche. Andava di giorno e di notte, col sole e con la pioggia o col ghiaccio e la neve. Oggi, invece, i bambini nascono, più sicuri dai punti di vista igienico e sanitario in ospedale; come dire… in fabbrica.