Savenidice

Ma i petroniani conoscono San Petronio?


La grande basilica di San Petronio vista, e raccontata, da Marco Poli Bologna A Bologna tanti petroniani, e non solo i turisti, credono che la basilica di San Petronio, in Piazza Maggiore, sia il duomo della città che, invece, è la chiesa cattedrale di San Pietro in via Indipendenza. Tanti non sono mai entrati nella grande basilica che nei progetti originari doveva essere la chiesa più grande del mondo, più grande anche di San Pietro in Roma capitale religiosa della cristianità cattolica. E’ infatti la quarta chiesa più grande della penisola italiana (la terza, se si esclude San Pietro, che fa parte dello Stato della Città del Vaticano). E forse molti di più non ne conoscono nemmeno la travagliata storia che l’ha infine resa monca e incompiuta nonostante 273 anni di lavori.I lavori per la realizzazione della basilica di San Petronio iniziarono nel 1390 e furono terminati, per modo di dire, vedendola, nel 1663 anno in cui fu chiusa la “Fabbrica” ossia la retrostante area di cantiere. Quest’anno quindi ricorre il 350esimo anniversario della chiusura del cantiere e il comitato dei soci Bologna Est, di Emil Banca, ha voluto ricordarlo chiamando lo storico e giornalista Marco Poli a narrare la storia del più grande edificio religioso di Bologna. La conferenza di Marco Poli si terrà, con ingresso gratuito, alle 17 del 27 novembre nella Sala delle Colonne della sede direzionale dell’Emil Banca in via Mazzini 152. In particolare il noto conferenziere, è il caso di dire “petroniano”, si occuperà della Basilica di San Petronio spiegando perché ne fu decisa la costruzione, perché è incompiuta, con quale denaro fu pagata, quale era il progetto originario di Antonio di Vincenzo e tante altre curiosità. E forse un giorno verrà voglia a qualcuno di entrarvi anche solo per ammirarne le bellezze artistiche, architettoniche, tecniche (ha all’interno la più grande meridiana del mondo lunga 66,8 metri realizzata dal genovese Gian Domenico Cassini che la terminò nel dicembre del 1657), eccetera. Un’occasione per conoscere la storia di Bologna raccontata… come si deve.