Savenidice

Ultimi giorni per la mostra di Claudio Pattarin


Uno degli acquerelli di Claudio Pattarin in mostra al Museo di Arti e Mestieri “Pietro Lazzarini” di Pianoro Pianoro (Bologna)Il 7 e 8 dicembre il Museo di Arti e Mestieri “Pietro Lazzarini”, in via del Gualando 2 a Pianoro, sarà aperto dalle 15 alle 18 per consentire le ultime occasioni di visite, a ingresso libero, all’interessante mostra di acquerelli, di Claudio Pattarin, “Appennino. Una meraviglia del creato” inaugurata un mese fa. L’artista ha lo studio a Bologna in via Cividali 9. Per informazioni e contatti: 051.382949; 347-0417018.Pattarin è un premiato acquerellista. Già allievo di Carlo Caporale e Demetrio Casile ha frequentato un corso di disegno tenuto da Wolfango Peretti Poggi. L’artista ha ricevuto vari riconoscimenti: segnalato nel 2002 al concorso di acquerelli di Loiano; menzione speciale nel 2003 al primo concorso “Città di Pianoro”; premio speciale nel 2004 al secondo “Città di Pianoro”; primo premio per la pittura, nel 2004 e nel 2005, al concorso “Una favola un sogno”. Di lui lo scrittore Adriano Simoncini ha scritto: «Paesaggi i più vari, casolari, fughe di tetti cittadini, fiori in vasi di vetro, cesti colmi di frutta sontuose ma non sfacciate, questi i temi della pittura di Claudio Pattarin acquerellista convinto. I suoi quadri ribadiscono senza i sussulti del dubbio la visione ottimistica della natura che pare essergli propria. Ma non arcadica o idillica come vischiosi stereotipi fanno sì che ci si attenda da un cultore dell’acquerello: nel nostro soltanto e semplicemente l’apprezzamento della bellezza che natura ci offre se appena ci si sofferma a guardarla.(…) La sua pittura, godibile fin dal primo approccio per la disarmante facilità, si complica invece, a ben guardare, di insospettate venature di malinconia che appena traspaiono tra le sapienti tessiture di forme e colori».Per l’esperto d’arte e giornalista Gian Luigi Zucchini: «Oltre ai paesaggi, Pattarin si dedica pure alla natura morta, soprattutto fiori e frutti. I cesti colmi di frutta che va dipingendo con accorta diligenza sono di una piacevolezza estrema. Piacciono perché veri, e nello stesso tempo perché reinterpretati nella limpidità e nella trasparenza del colore, tanto da sembrare pittura di un iperrealismo recentissimo».