Savenidice

Quella del 28 febbraio è la serata dei fuochi


Ozzano – San Lazzaro (Bologna)Se nella serata del 28 febbraio, l’ultima del mese, attorno alle venti vedete delle alte fiamme levarsi dal colle della Croara di San Lazzaro, o nella piana ozzanese, non telefonate a pompieri, carabinieri, polizia come è capitato negli anni scorsi. Quelle che si vedranno sono infatti alte pire rituali, per scacciare l’inverno, alle quali da oltre un decennio dà fuoco Libero Vitali (sottufficiale dei vigili in pensione), assieme a un gruppo di amici appassionati come lui di antiche tradizioni locali. Una di queste, ormai trascurata da molti decenni, è appunto quella dei fuochi rituali dell’ultimo di febbraio riproposta dal Vitali provocando allarmi. Negli anni scorsi le fiamme erano tanto alte, e la posizione sul colle dominante, da essere visibili a diversi chilometri di distanza. E dopo il girotondo attorno al falò in via del Pozzo, traversa di via Croara, con le braci della pira saranno senz’altro arrostite braciole, salsicce e costoline, innaffiate con buon vino, da offrire agli amici. Tradizione riscoperta anche a Ponte Rizzoli di Ozzano dove, nel centro civico “Vason”, a partire dalle 18 si terrà una serata in allegria con danze, canti, panini con salsicce o porchetta, sfrappole e dolci. A fare festa ci saranno poi anche il gruppo di musiche e danze celtiche “I Castellacci di Danu”, che poi accenderà il grande falò rituale e il coro di canti popolari “I Bruschi della Valle dell’Idice”. Quella dei falò è una tradizione volta a salutare l’inverno nata anche dalla necessità di bruciare potature di alberi, siepi, arbusti e viti, o anche cesti sfondati e sedie rotte. Sin dall’antichità nei territori rurali bolognesi a questa bisogna, e rito, fu dedicata l’ultima sera di febbraio. In altre zone i fuochi venivano invece accesi nella notte dell’equinozio di primavera, il 21 marzo, e questi fuochi, detti “Lom a merz”, sono infatti ricollegabili ad antichi riti propiziatori celtici.