Savenidice

Vandalizzato il monumento di piazza Bracci


A sinistra della foto il monumento com’era, a destra i vandalismiSan Lazzaro (Bologna)L’accorgermi dello scempio a fatto al monumento ai caduti di piazza Bracci, a San Lazzaro di Savena (Bologna), soprattutto a pochi giorni dalla sentita e tradizionale commemorazione della Liberazione, il 25 aprile nel settantesimo anniversario, non mi ha fatto piacere. Mi ha fatto pensare che gli imbecilli non hanno colore. Possono pur dipingersi rossi, neri, rosso-neri, che sono solo e soprattutto imbecilli. Vandali che asportando le due storiche luci votive poste alla base del monumento hanno compiuto un grave danno materiale, uno spregio a chi cadde in guerra o per la liberazione del nostro Paese, un vilipendio alla storia e all’arte di San Lazzaro. E mi ha fatto meditare sul fatto che forse erano mesi che tali luci erano sparite e non se ne era accorto nessuno. Proprio l’anno scorso, sempre a pochi giorni dalla ricorrenza della Liberazione, mi ero accorto che la luce votiva posta sul lato di via San Lazzaro era stata malamente e dolosamente scoperchiata. E dire che lo scorso 17 aprile, in Mediateca a San Lazzaro, era stato presentato il 14° numero dei “Quaderni del Savena” pubblicazione annuale, dell’Archivio storico comunale di San Lazzaro “Carlo Berti Pichat”, diretta dallo storico Mauro Maggiorani. Rivista che nella versione cartacea è reperibile nella stessa Mediateca, in via Caselle 22, ed è anche possibile consultarla e scaricarla nella versione elettronica all’indirizzo web: http://www.clueb.it/riviste/quaderni-del-savena/. Una pubblicazione, con prefazione dell’assessore alla cultura Marina Malpensa, che contiene contributi storici di Enzo Busatta, Claudio Busi, Maurizio Cavazza, Giancarlo Fabbri, Mario Fanti, Manuele Franzoso, Francisco Giordano, Fiamma Lenzi, Mauro Maggiorani, Gabriele Nenzioni, Adriano Simoncini, Anna Spadafora e Diana Tura. E qui segnalo il lavoro di Francisco Giordano e Diana Tura, a titolo “I caduti della Grande Guerra nel monumento di Piazza Bracci” che in occasione del centesimo anniversario di quella prima guerra mondiale ricorda 144 caduti sanlazzaresi. E che Francisco Giordano nel numero precedente, assieme a Elda Brini, aveva raccontato la travagliata storia del monumento, opera dello scultore e architetto Riccardo Venturi, che fu inaugurato nel 1923. L’atto vandalico non è quindi soltanto un danno materiale ma un insulto a tutta la comunità sanlazzarese: ai suoi morti e, soprattutto, ai suoi vivi; forse un po’ troppo indifferenti.Giancarlo Fabbri