Creato da fabbri.giancarlo il 08/08/2012
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Pianoro (Bologna)
Dopo aver dato alle stampe il romanzo “L’impervio sentiero della vita”, in realtà un’avvincente e dolorosa storia biografica che richiama alla memoria il cinema neorealista di Germi, Rossellini e Visconti, volume che merita la riedizione, Franco Calzolari, scrittore pianorese d’adozione, nelle scorse settimane ha pubblicato il romanzo “Un salto nel passato” edito dalla MonteCovello. Chi è interessato al libro può contattare direttamente l’autore tramite l’e-mail: virgi.rebbi@libero.it.
“Un salto nel passato” è un titolo non privo di suggestioni per un romanzo giallo nostrano che svolge la sua storia tra gli ultimi giorni della seconda guerra mondiale, con il fronte sulla Linea Gotica, e l’immediato dopoguerra prima del boom economico con un epilogo originale che, ovviamente, non sveliamo. Un salto nel passato anche perché nel raccontare una storia di delitti, omicidi e violenze riporta alla memoria usi e costumi della civiltà contadina e montanara. Una vicenda che si snoda tra campi sassosi e grami e boschi ombrosi e umidi, tra osterie malfamate e antichi mulini, tra vecchie case in sasso dei borghi e grotte scavate dall’acqua. E’ la storia di Giuseppe, testardo come le rocce dei monti, che metteva a rischio la vita per trovare il fratello, prima, poi il proprio figlio, senza ascoltare i consigli del maresciallo del paese. Una storia semplice, che si legge d’un fiato.
Uomo poliedrico e pieno di fantasia Franco Calzolari è nato a Monghidoro verso la fine degli anni ’40 da famiglia contadina. L’infanzia è stata perciò segnata dalla permanenza del fronte bellico nel territorio tra il confine toscano e la via Emilia con interi borghi, piccoli e grandi, distrutti da bombe aeree e cannonate. Un periodo in cui la famiglia perse tutto rendendo difficile unire il companatico al pane. Facendo sacrifici studia arrivando fino alle superiori che poi è costretto ad abbandonare per far fronte alle necessità familiari.
Calzolari si era quindi arrotolato le maniche lavorando per trent’anni in aziende grafiche ed editoriali. Già appassionato di fotografia si mise poi in proprio con un suo studio fotografico e laboratorio di sviluppo e stampa fino all’agognata pensione. Incapace di stare con le mani in mano si dedica poi alla pittura e alla scrittura, pubblicando in proprio raccolte di racconti e di poesie, partecipando anche a concorsi letterari che gli valgono lusinghieri riconoscimenti dalla critica letteraria. Da qui il suo successivo passo impegnandosi nella scrittura di romanzi. Alcuni capitoli del primo pubblicato, “L’impervio sentiero della vita”, sono stati ripubblicati sulla rivista semestrale di studi storici “Savena Setta Sambro” dedicata al nostro Appennino bolognese.
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