IlMomentoSaltellante

X - La folle corsa


Le tre Zingare volavano sopra le nuvole, i capelli scompigliati dal vento, le vesti ampie e colorate giocavano sulle forme dei loro corpi. Gli instancabili Grifoni procedevano alla massima velocità di 100 nodi, anche loro nella loro coscienza di esseri magici sapevano che il tempo era un bene troppo prezioso per risparmiare anche un briciolo di energie. Il sole diventava rosso oltre il mare e scendendo al di sotto delle nuvole non abbagliava più gli occhi stanchi di chi era in viaggio da lungo tempo. Vento osservava la sorella Libertà, era visibilmente tesa, come se si aspettasse un imprevisto. La giovane Notte abbracciata al collo del suo Grifone recuperava le energie, per essere pronta nel momento del bisogno. Vento, rivolta alla sorella disse " Sorella Libertà, ho bisogno di una tua parola...dev'essere una parola d'amore, piena di fiducia e sincerità...voglio leggere attraverso essa il colore del tuo cuore...non m'ingannare, te ne prego. " Libertà rimase impassibile in volto, sapeva che non avrebbe potuto mentire ad una simile richiesta e cercò di aggirare l'ostacolo " Sorella Vento, il fatto stesso che io sia qui al tuo fianco presuppone ciò che mi chiedi! " " Lo so, ma cerco conferme, il mio cuore lo richiede, fingi di essere innamorata di me e parla " il gioco di parole di Vento era un nuovo trabocchetto difficile da eludere per la rea Libertà " Sorella mia, un'innamorato non amerà mai come una sorella " " Dimostramelo! ". Un fulmine passò fra i loro sguardi e colpì il Grifone di Notte che perse quota e scendeva verso il mare a tutta velocità. Bastò il pensiero per ordinare al proprio Grifone di lanciarsi in piacchiata per salvare i due, così Vento si strinse al corpo del suo amico alato e cominciò a gridare formule su formule pronta a scagliarle nell'attimo del bisogno. Libertà era stordita, non sapendo cosa fare rimase ad aspettare, si guardava intorno cercando di capire da dove fosse provenuto quel fulmine. Controllò le proprie sorelle, ma il pensiero di apprensione che provava fu interrotto da una voce profonda. " Libertà, sono contento che ci sia anche tu, sarà più facile toglier di mezzo la potente e temuta Vento, sono sicuro che mi darai prova di fedeltà! " Rune si presentò ai suoi occhi in sella ad un Matuobil, essere disgustoso dalle fattezze antropomorfe, che esalava fumi nero-verdastri. La piccola Zingara sentì il suo cuore sprofondare, sentiva ancora il calore delle parole della sorella in contrasto con il tocco gelido degli occhi del Mago. La sua voce tuttavia era penetrante e si insinuava nella mente intorpidita dalla confusione. Resisteva. Era conscia di ciò che le stava accadendo, ma non poteva fermarla, le piaceva quella sensazione che riusciva a dare. Chiuse gli occhi prese un grosso respiro e buttò più aria che poteva, alla fine dell'espirazione uscì dalle sue narici un fievole fumo viola, era l'incantesimo di Rune che perdeva il proprio potere. La bella Libertà riaprì gli occhi e con il pensiero scagliò il suo Grifone contro il Matuobil, gli artigli del volatile gigante affondarono nella pelle metallica del Matuobil che emise un gemito simile ad un corno a fiato. Rune saltò dal suo Matuobil e fu preso in volo da Etzbuol che lo attendeva sopra le nuvole. Il Matuobil precipitò verso il mare, a quella vista la mente di Libertà torno lucida e ricordò delle sorelle in pericolo. Volse lo sguardo da un lato all'altro dell'orizzonte, ma non riusciva a scorgerle. Impaurita da una possibile ritorsione di Rune, riprese la direzione del Volksoestrom.