GENÍA DI BASTARDI

Post N° 3


     Nella vita di ciascuno di noi accadono eventi che incendiano immediatamente tutta la nostra peggiore reattività, il nostro essere cattivi, portano alla superficie tutto quel che di peggio siamo capaci di provare.      Di colpo ci troviamo a fronteggiare gli echi di un’ottima educazione ricevuta in famiglia, del buon senso maturato negli anni, della tolleranza affinata in lunghi periodi di esercizio, delle convinzioni sulla concezione di maturità elaborate crescendo, delle riflessioni sull’elasticità mentale derivate dai confronti con le persone incontrate ogni giorno.     Poi capita qualche cosa che distrugge il risultato di quella operazione di pazienza certosina. Ci guardiamo un attimo intorno e ci diciamo: “Sì, ma a cosa serve tutto il mio sforzo per cercare di convivere civilmente con il resto di questo mondo?”     A quel punto, anche non volendo, cominciano ad affiorare i ricordi (i peggiori) e il pentimento per essere stato una brava persona, per l’onestà e il rispetto portato al prossimo.     Bene, oggi è accaduto questo a me.      Non ho più intenzione di farmi infangare da persone che vivono nel guano.     Da oggi pubblicherò ciò che un mio amico, in pieno accordo con me, ha scritto e raccolto negli ultimi tre anni della nostra vita in un piccolo paese. Lui, persona squisita, avrebbe voluto aspettare che io mi trasferissi, come ho intenzione di fare, da questo dormitorio di infami, ma da oggi ho rinunciato alla sua preoccupata protezione e lo autorizzo pubblicamente a raccontare quello che capita in un piccolo, delizioso paesino che si affaccia sul mare di Maremma, che sarebbe, di per sé, un luogo da cartolina, ma che è abitato da una GENÍA DI BASTARDI