Era una sera di pioggia e lacrime, di tormento interiore, di solitudine ed angoscia. La città, deserta, non le faceva paura ma la sentiva aliena. Alla Stazione Centrale salì sull'autobus 81, quello che costeggia la ferrovia lungo via Sammartini; le parve di essere stata catapultata di colpo in un altro mondo, ritrovandosi, d'un tratto, in mezzo a nuovi odori, rumori, colori. Non capiva le lingue che sentiva, come si trovasse nell'antica Babele. Le sue narici raccoglievano aromi acri e speziati, odori forti e pungenti, totalmente estranei al suo essere ed al suo mondo. Inquieta osservava i visi attorno a lei, le carnagioni dalle molte tonalità, le rughe e gli occhi rossi, i sorrisi dalle dentature candide e quelli distrutti dalla povertà e dai patimenti.Vide il portone d'ingresso della casa di ringhiera in cui abitava scorrerle davanti agli occhi; perché non era scesa? Che le stava prendendo? E, soprattutto, dove stava andando? Non lo sapeva: dissertare in via teorica delle differenze, dell'abbandono, dell'emarginazione, si, lo aveva fatto molte volte, aveva anche preso delle posizioni, attraverso le parole ed i suoi scritti ma poi, nella pratica, la vita continuava a restava la sua vita, i problemi i suoi problemi, i dolori i suoi dolori. Le giornate scorrevano, scandite dal ritmo delle proprie esigenze, delle domande a cui non riusciva a dare risposta.L'autobus si fermò e tutti cominciarono a scendere, dirigendosi, lentamente, verso un semplice edificio: "e ora che faccio?" si domandò e, mentre pensava di aspettare il capolinea per tornare indietro, scese e si accodò al lento gruppo vociante. Entrò con gli altri e si mise in un angolo: silenziosa stette ad osservare mani tese verso gli altri a porgere un piatto di minestra. Che profumo aveva quella minestra? Le sembrava avesse il profumo dell'amore. Un lampo. Può forse un sentimento inspiegabile avere un aroma tanto semplice? Si era lacerata per anni nel cercare di dare una definizione di amore, per cercare di capire e spiegare a sé stessa, aveva letto aforismi, poesie, racconti, romanzi, trattati, ne aveva parlato e discusso, aveva pianto e riso e ora, d'un tratto, l'Amore le si mostrava dinnanzi semplicemente immenso sotto forma di un'umile minestra; non lo avrebbe creduto possibile. Toccare la sofferenza di un essere umano, appoggiare la propria mano sul suo cuore, sentire le vibrazioni di esperienze e vissuti lontani, di abbandoni e ritorni, di lacerazioni interiori: mille vite, mille passioni, mille dolori. Sentire e condividere. Forse era solo quello l'amore.Si avvicinò a quella ragazza e, come se la conoscesse da sempre, le tolse delicatamente dalle mani il piatto fumante e, sorridendo, le disse: "Voglio farlo con te".(Basta_una_scintilla - 9 luglio 2009)