Scintille

L'inutilità delle parole


(foto di allievadelgabbiano 2005)Ero traboccante di emozioni. A quell’altezza, il fiato corto, l’aria tersa, vedere librarsi nel cielo, all’improvviso, quei tre enormi esemplari di condor mi aveva sopraffatta. Non mi aspettavo sensazioni così forti sulla pelle ma, in quel mondo di sogno, mi era parso di poter spiegare le ali con loro e planare, lentamente, in senso circolare, sopra l’infinito. Nello stupore più totale arrivai in paese e lo vidi. Non so che mi attrasse, forse solo quegli occhi chiarissimi e leggermente strabici, l’età indefinibile, il volto diverso, nei lineamenti e nei colori, da quello della gente di li. Una camicia azzurra, di cotone, non un maglione o un poncho colorato, le rughe profonde a segnare la fronte, poca barba incolta, ciuffi di bianco tra il nero corvino dei capelli. Ci fissammo. Mi avvicinai e gli porsi una sigaretta. Senza parlare ci sedemmo, sul gradino fuori dal negozio, vicini, ma discosti, e come due vecchi amici che si conoscono da tempo, guardammo le volute di fumo salire lentamente per riflettersi nella luce intensa del primo pomeriggio. Sempre senza una parola ci furono una foto, un sorriso, una stretta di mano. Presi lo zaino e salii sul pulman. Ma lui è ancora con me, insieme ai condor.