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OGGI SI FESTEGGIA L'UNITA' D'ITALIA, MA L'ITALIA E' UNITA A LAMPEDUSA?


l'articolo è tratto da Ansa.it A Lampedusa ''Italia 150 festa a metà'' Bandiera a mezz'asta e listata a lutto a Lampedusa                                                                                                                                                                                                         
foto proprietà Ansadall'inviato Patrizio NissirioLAMPEDUSA - Non c'é una gran voglia di festeggiarli, questi 150 anni dell'unità d'Italia, nel punto più a sud del Paese, nonché d'Europa. A Lampedusa, di questi tempi, il sentimento predominante è la preoccupazione. Preoccupazione per la permanenza di centinaia di immigrati tunisini che fanno esplodere il centro di accoglienza; preoccupazione che l'immagine di un'isola al collasso diffusa dalle tv danneggi irreparabilmente la stagione turistica, linfa vitale per la piccola economia locale."L'Italia non ci è vicina e per questo tengo la bandiera a mezz'asta", dice il sindaco Bernardino De Rubeis mentre a mezzogiorno le motovedette della Guardia costiera in porto salutano la festa dell'unità d'Italia facendo suonare insieme le sirene. ßß A parte una messa alla 'Porta d'Europà, il monumento che ricorda proprio il sacrificio delle migliaia di migranti che sono passati e continuano a passare da qui, e l'invito a esporre bandiere sui palazzi, oggi a Lampedusa non ci sono festeggiamenti ufficiali: le energie - soprattutto delle forze dell'ordine, che non si risparmiano, 24 ore su 24 - sono tutte impegnate a gestire la crisi-immigrazione. Nessuno sembra avercela con i tunisini che dal centro di accoglienza si riversano alla spicciolata nella centrale via Roma, ma, piuttosto con "l'Italia" che sembra aver gettato sulle spalle della piccola isola il peso di questa massa umana in fuga dal proprio Paese. "Noi non ce l'abbiamo con questa gente - dice Lucia, che ha un negozio di prelibatezze locali - li abbiamo sempre accolti bene, io addirittura anni fa cucinavo al centro d'accoglienza. Ma c'é rabbia, perché noi viviamo di turismo, e se il governo non porta via questa gente, un sacco di gente cancellerà le prenotazioni. Molti già telefonano per sapere se la situazione é pericolosa". Non ci sono stati problemi seri, finora, ma una qualche tensione serpeggia: ragazzi tunisini dicono qualcosa a due ragazze in motorino che replicano urlando: "vaff... a Tunisi".E si vuole manifestare contro la prevista tendopoli nell'ex base Usa, tra voci che parlano di un possibile sciopero generale, se non verranno trasferiti gli immigrati in eccesso. "Il problema è non farli arrivare - spiega concitato Giuseppe, che guida un furgoncino che d'estate porta i turisti negli alberghi - ma lì in Tunisia c'é una corruzione totale, basta tirar fuori mille euro, e ti portano dove vuoi. La gente qui si sente abbandonata dall'Italia, che non fa nulla per non farli venire qua, ma anche dall'Europa. Ecco perché nessuno pensa a festeggiare". ßß ßUn singolare momento patriottico c'é stato ieri quando, al centro di accoglienza, un ragazzo tunisino ha issato sulle sue spalle un compagno che, baciando una bandiera italiana, ha gridato un "vive l'Italie". Eppure, anche senza tripudi tricolori, i lampedusani danno in queste settimane un esempio pratico di quella che è una storica e riconosciuta caratteristica italiana: l'accoglienza e la solidarietà umana. "Guardi - dice Loredana, funzionaria al comune - non credo che si possa dare un esempio di unità maggiore. Noi accogliamo queste persone, le sfamiamo, le curiamo. L'unità è nei fatti". In quest'ultimo lembo a sud d'Italia in mezzo al mare, il Paese che oggi compie 150 anni dà forse il meglio di sé.