Creato da mareipunent il 28/12/2005 |
AMENDOLARA IERI ED OGGI
« LE ILLUSIONI | La solitudine » |
Tratto da Ecologiae.com
Di immagini crude che documentino la ferocia e la barbarie di cui è capace l’uomo contro le altre specie viventi ne abbiamo diffuse molte: dal massacro delle foche che si perpetua ogni anno in Canada, alla strage degli elefanti in Africa, alla mattanza delle tigri appese come maiali a testa in giù per rifornire il mercato alimentare esotico dei cinesi ricchi.
Oggi vogliamo denunciare un’altra efferata e insensata usanza che si ripete annualmente nelle isole Far Oer, in Danimarca: l’uccisione di centinaia di balene, arpionate e accoltellate in massa da decine di persone, accorse come per un rito, a quello che per loro è un giorno di festa, per i poveri mammiferi un giorno rosso di sangue, un eccidio brutale ed inspiegabile.
L’uomo nasce cacciatore, diranno alcuni, ed è normale che si pratichi la pesca, che si vada a caccia e che si cibi di altre specie viventi. Fin qua ci siamo. Ma come insegnavano gli indiani d’America, i primi veri ecologisti, non bisogna prendere più del necessario da Madre Natura, rispettando ogni animale, ogni pianta come fosse sacra, perché necessaria alla nostra sopravvivenza.
Uccidere gli elefanti per farne bacchette d’avorio, assassinare le tigri per servirle ad un nababbo in camera con la sua amante, massacrare tenerissimi cuccioli di foca per ricavarne pellicce per signore facoltose non è lo stesso che uccidere un orso, come facevano anticamente gli indiani, per ricavarne un cappotto per ripararsi dal gelido inverno.
Così come c’è un’enorme differenza tra pescare per la sussistenza di una popolazione e compiere un massacro scellerato per perpetuare una stupida tradizione.
Le balene sono animali sensibili e socievoli e hanno, particolare non trascurabile, un sistema nervoso molto sviluppato che le porta a soffrire il dolore, il terrore e le sofferenze in maniera molto accentuata.
Ogni anno nelle Far Oer, i grossi mammiferi vengono attirati nelle baie, disorientando un intero gruppo con la cattura della balena pilota, vengono guidati e disorientati dai motoscafi (condotti solitamente da islandesi), costretti ad arenarsi sulla riva. Qui ha inizio il bagno di sangue. Martelli del peso di 2,2 chilogrammi percuotono ripetutamente gli animali ancora vivi, per far penetrare nella carne fresca uncini perforanti. Successivamente coltelli di 15 centimetri vengono impiegati per trapassare le carni e spaccare letteralmente la spina dorsale. La baia si riempie di sangue stagnante e di balene sofferenti e morenti tra i più atroci dolori. Il tanfo di morte è insopportabile.
Gli abitanti delle Far Oer celebrano il massacro delle loro vittime in un’atmosfera carnevalesca di intrattenimento. Spesso ai più piccoli viene concesso un giorno di festa a scuola per assistere all’evento e godere dello spettacolo. Decine di bambini corrono sulla spiaggia, nella baia, e saltano e giocano e gioiscono sulle carcasse sanguinanti delle balene. Ogni anno trovano la morte nelle Far Oer circa 2.000 balene.
Le Far Oer, a metà strada tra le isole Shetland e l’Islanda, malgrado siano un protettorato della Danimarca, hanno un loro governo indipendente che regola anche questa stupida mattanza annuale.
Le balene del Nord Atlantico sono considerate una specie protetta dalla Convention on the Conservation of European Wildlife and Natural Habitats.
Uccidendo anche più di cento balene per volta interi gruppi vengono disorientati, sconvolgendo gli equilibri, i cicli riproduttivi, dividendo intere famiglie e condannando a morte i piccoli della specie.
Gli abitanti delle Far Oer, dato ancora più sconcertante, non vivono del ricavato della vendita di carne di balena, perché non può essere esportata negli altri Paesi Europei, dal momento che viene ad essere inquinata da tossine e metalli pesanti e non è pertanto conforme agli standard dell’Unione sugli alimenti destinati al consumo umano.
La mattanza delle balene è dunque un atto totalmente gratuito, crudele e assurdo.
L’unica cosa che possiamo fare per fermare lo scempio è diffondere quanto più possibile questi dati e queste terribili immagini.
Pubblicatele sui vostri siti, sui blog, sugli spaces, inviatele via mail ai vostri amici. Se i network di informazione nazionali perdono pagine e servizi interi per intenerire con la storia di una balena che ha scambiato una barca per la mamma, cosa dovremmo fare con queste immagini, ben più terribili e scioccanti?
E’ necessario rendersi testimoni e diffondere questa vergogna, per arrivare a fermarla e a condannarla senza scusanti.
Mi auguro che queste immagini scuotano la sensibilità di più coscienze e che vorrete unirvi al nostro grido di protesta e di ferma condanna.
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