Scrittore Mascherato

pioggia


La pioggia batteva monotona sul parabrezza ed il tergicristallo si muoveva ipnotico sul cristallo, mentre cercavo qualcosa di allegro nel monotono grigio che sfilava accanto alla mia auto. Non avevo preso l’ombrello perchè tra cappello ed un eventuale passaggio sotto quello di qualcuno me la sarei cavata. Il ticchettio delle gocce ed il loro infrangersi contro la superficie dura mi davano sonnolenza e mi trasportavano in pensieri tristi e uggiosi. Uggioso un termine che ho appena letto deve avere inventato un milanese. Tutti i rumori mi sembravano ripetersi senza senso compresa la dannata freccia che avevo messo per girare a destra. Un senso di irrealtà mi aveva stretto l’anima forte come a stritolarla in un abbraccio freddo e umido. Avrei voluto scrollarmi di dosso quella sensazione, scuotendo fisicamente la testa e facendo ondeggiare il ciuffo che avrei dovuto tagliare. Guidavo e certo la canzone che usciva dai diffusori non aiutava. Volevo solo finisse il percorso, per immergermi in qualcosa di fattivo, che mi avrebbe distratto.