Tra chiaro e scuro

Piccole giornaliste crescono...


 Da bambina, dall'età di circa 7-8 anni, mi piaceva giocare a "fare un giornale". Prendevo dei fogli, ci disegnavo due o tre storielle a fumetti, una rubrica dei dolci di Barbie, una per le lettere dei lettori e ogni altra cosa mi venisse in mente. Infine, piegavo i fogli "a libretto" e confezionavo "il giornale" con la pellicola trasparente da cucina, proprio come se fosse cellophane.Protagoniste dei miei fumetti erano "Giulia", la "Sirenetta Perla" e "Linky", un'ippopotama grassona che voleva dimagrire (era simpatica!). Intorno questi personaggi sviluppavo delle lunghissime storie, spezzate in episodi, proprio come in un giornaletto per bambini.Quando riuscivo a sgraffignare da qualche scaffale di casa un'agenda, usavo quella come giornale: 365 pagine per i miei fumetti, rubriche di cucina, lettere a Topolino, giochi e barzellette.In pratica, giocavo a fare la giornalista. Solo che non lo sapevo.