Seabiscuit

Post N° 241


Inverno. Bosco. Neve. L'uomo gira tra gli alberi cercando di fare il minor rumore possibile. Per mangiare e non essere mangiato. E' troppo tempo che lo stomaco chiede cibo, e questo può fare abbassare la guardia. Un ramo a terra. Si spezza. Per un attimo tutto tace quando scoprire il lento e furtivo avvicinarsi di chi lì è per lo stesso motivo. Poi di nuovo il silenzio. Voltarsi all'improvviso senza scorgere nulla. Ma il nulla fissa l'uomo. Due luci al brillare della luna. Un passo avanti e nell'oscurità dei cespugli un cacciatore più esperto e addestrato sta mostrando le zanne. Sono due. Diventano quattro. Solo il rumore della carne che si lacera. Tra un grido e il tentativo di liberarsi da quelle mascelle forti, che ormai spezzano le ossa, il sangue colora la candida neve. Sono guidati da un insegnamento durato milioni di anni. Ormai solo gli ultimi sono rimasti a banchettare con quello che è rimasto. Roba da poco. Poco nutriente. Si riprende il cammino, il branco ha ancora fame. La notte sarà lunga e l'accampamento è vicino. Non bisogna neanche prepararsi, basta seguire l'istinto. E' lui quel che comanda.