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Creato da DomaniArrivera il 05/03/2015
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Questo è il momento del demone sabotatore.
E' arrivato prima il tuo, anche se lo tieni costantemente sotto scacco.
Il mio si è manifestato in altri luoghi, lontani da te, per tenere il rischio lontano, un fatto di spazio e tempo.
Perchè l'unica cosa che ci salva sono le distanze geografiche, ma noi siamo abbastanza vicini.
Hai partorito un cruciverba più complicato, ma non ho penna per risolverlo.
Ma non rinuncio.
Ribatterò con orizzontali e verticali tanto quanto preteziose e attendo la tua protesta per la mia non risoluzione.
Fatti sotto.
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Il rito scaramantico del chattare compulsivamente con sconosciuti per allontanare e avvicinare la paura mi fa capire che agisco ancora come una bambina davanti a suo papà.
Vivo i legami come una bambina.
Tu bellissimo
Tu onnipotente
Tu immenso
Tu demone
Tu tutto e subito dopo niente
Tu peluche nelle mie mani e ti lascio cadere per vedere quanto ci metti a risaltare tra le mie braccia.
Però questa volta sarà diverso.
ahahhaha
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Arrivi a me e io arrivo a te in un momento in cui gli alibi si sgretolano da sé, in cui nessuna scusa regge, quando ogni via di fuga è stata preclusa.
Ho paura.
Sei così reale da atterrirmi.
Io che amo così tanto il realismo, mi accorgo di essermi mentita per tutta la vita e non so ancora se sia l'esito e la destinazione. Non posso pensare sia alcunché, sento che non esistono più l'errore, lo sbaglio, il pensiero, la razionalità, l'emozione, nel modo in cui li ho sperimentati e concepiti finora.
Non ho mai vissuto fino adesso ed ora ho paura.
Non è merito tuo, non è merito mio, non vedo nemmeno più i meriti, non vedo nulla a dirla tutta, sono troppo impegnata a prendere respiro ogni minuto.
Ho una fottuta paura.
Sono saltata su un treno in corsa e so che le prossime attività saranno di balzare su altri treni, con te. Mi si apre un mondo che non ho mai vissuto né mai nemmeno concepito nei sogni. Una donna che scopre per la prima volta cosa sia camminare senza sapere cosa sia camminare, senza domande originarie e senza pretesa di risposte.
E' una paura simile a quella della morte, a cui sono più abituata, ma sa essere ancora più contorta; non si risolve con la spiegazione della paura di perderti. Non ho solo paura di perderti, quella forse potrei sopportarla.
Ho paura di bruciarmi i polmoni e di non poter più vedere il tuo viso sorridere.
Ho paura di spegnere la mia vita e non poter più accarezzare le tue braccia.
Ho paura di non farcela a darti tutto quello che voglio darti.
Non ho mai avuto desideri simili, credo tu li meriti, o meglio, credo tu sia al confine tra i miei pensieri di merito degli altri e merito per me stessa.
Credo tu abbia ridisegnato tutti i miei confini solo tendendomi la tua mano.
Non mi riconosco più, ne sono sconvolta.
Non so cosa darti se non mi trovo più.
La fobia di avere le mani vuote.
Di fronte a te si annullano 45 anni di vita e mi trovo ogni giorno fogli bianchi che attendono una mia risposta.
Mia e non di quella che pensavo tutti volessero.
Mia e non di chi è stata ferita e violata. Mia.
Come tear the dirt from my eyes.
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Non so cosa ci sia dentro di te nè dentro di me. Prova a capire prova a capire.
Mi ucciderai con le tue mani pulite.
Mi ucciderai con le tue mani.
Ti affronterò con le mie mani sporche.
Non amo non odio dimmi se è questo che irrita.
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