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I will make my day

Post n°23 pubblicato il 15 Aprile 2017 da DomaniArrivera

Per una volta cerco di non difendermi e prevenire, voglio invece rischiare di accellerare. Sempre amor di morte è, mi consola questo pensiero, non posso rivelarmi di amare la vita e le banalità. Per potermi sopportare devo raccontarmi di possedere una certa vena creativa, in ogni momento, un "metodo" tutto mio, un giocattolo immaginario che solo io vedo e posso attivare. Anche in presenza degli altri, che continuano nelle loro attività mentre io mi sgancio e faccio scendere le marionette dal soffitto per farle giocare proprio sopra il mio banco azzurrino-verde: devo essere stata in terza elementare, la mia immaginazione mi estraeva dal contesto di classe nel momento in cui la sofferenza aumentava.

L'importante è questo, è l'unica cosa che so di me e l'unica che nessuno mi ha mai portato via, nemmeno la morte o l'abbandono.

Certo che ho paura di perderti, ora che tutto sta accadendo fluido e insperatamente pregno di bellezza nascosta e fragile. 

Certo che ho paura di essere violata, ma non voglio continuare a morire piano, affronto il rischio per morire più velocemente e definitivamente. Dunque ho aperto la porta per essere violata.

Derubatemi, deturpatemi, violatemi.

Non avrete mai le mie marionette.

Mamma mi manchi.

 

 
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La realtà è troppo

Post n°22 pubblicato il 14 Aprile 2017 da DomaniArrivera

Se tu non fossi quello che sei, ti lascerei volteggiare fino a vederti scoppiare e dissolverti in infinite particelle di acqua e sapone.

Se tu non fossi così reale, se non ti sentissi così reale, soffierei per spingerti oltre le nuvole e vederti volteggiare il più a lungo possibile.

Anche se sei così vero, non ho scelta, posso solo osservarti e spingerti con un soffio lieve oltre il cielo.

Tu sei questo.

Come sentirsi completamente impotenti.

Come posso trovare il coraggio di arrendermi?

 

 

 
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Ciao

Post n°20 pubblicato il 05 Novembre 2016 da DomaniArrivera

Come riuscire ad accettarsi quando si dorme ventiquattro ore filate, non riuscendo a distinguere più il sogno dalla realtà? Lascio scorrere, male che vada sono sola ed essendo sola, peggio non può andare. Il peggio che diventa il meglio. Non so occuparmi di me stessa, ma rispetto a qualche tempo fa ho fatto un minimo progresso: mi lavo, mi alzo, faccio due cose, mando cv. Non ottengo nulla, ma almeno non piango più. Sono arida come il deserto.

Viva la neve nel deserto, arriva l'inverno.

All'occorrenza uso le persone, non mi lascio sopraffare da sensi di colpa, riesco a far combinare la cazzata a loro. E giù di scene madri e di romanzi. Io assisto come si assiste un moribondo. E mi annoio. 

Ciao

 
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del dolore tra esseri umani

Post n°19 pubblicato il 19 Agosto 2016 da DomaniArrivera

Ogni dolore inflittomi mi rende peggiore, mai il contrario. Mi consuma dentro e lo sento quando sono a contatto solo con me stessa, il resto sono cazzate. Sono cazzate dirsi che si dimentica, che è acqua passata, che si è meglio adesso di prima, che si ha imparato, che è servito. 

Il dolore non serve.

Ogni persona che mi ha inflitto un dolore, mi ha portato via un pezzo.

Non esiste che la vita va così, che le relazioni portano gioie e dolori. No. 

Sento che sono peggiore e sento una tristezza infinita ogni volta che penso allle ipocrisie più o meno volute, più o meno consciamente inflitte. Questi sono dolori gratuiti, queste sono stilettate che tu non puoi dimenticare, queste sono cose che rendono peggiori tutti.

Certamente io sono una persona forte, intelligente e proattiva. Non mi piango mai addosso, per carattere. Ma quando sto con me e mi attraversa un pensiero di dolore inflittomi, so perfettamente l'origine pù o meno nefasta di quel dolore. Quando il dolore riguarda la perdita di mia madre, esso è pungente, acuto ma chiaro. Mi spezza le gambe ma è un dolore intero. Quando mi arriva il pensiero di altri dolori, tra vivi, inflitti con superficialità o con rassegnazione cosmica o con quel cazzo che vi pare, tuttavia INUTILI, mi arriva una fitta sorda e indefinita che può portare alla nausea e al vomito. Siete inutili. Infliggete dolori inutili e li spargete appellandovi all'ineluttabilità, come si lanciano petali di rose morte al vento. Il risultato è la tristezza. Mi avete reso una persona triste. Non sono mai stata triste.

La mia postura esterna vi dice grazie, la mia anima piange di una tristezza infinita e senza consolazione.

Siete dei diserbanti.

 
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Dea realizzazione

Post n°18 pubblicato il 09 Agosto 2016 da DomaniArrivera

Ci mancavano le vertigini, dopo la depersonalizzazione e la derealizzazione. Si vede che devo viaggiare su altezze per sentire e sentirmi puntualmente male. Non cerco perchè, ho imparato, seguo la strada segnata da queste briciole che il fato, divertendosi,  sparge su un cammino inesistente. Inconsitente. E ogni giorno dovrò tracciare la strada, con le mie mani e il vivo sangue che zampilla, allegro pure lui.

Potrei cantare per un gruppo serio, molto serio. Canzoni di quella altezza. 

Potrei diventare comfortably numb.

Poteva andare bene e non ho corso il rischio. Mi mancano quelle altezze semplici, ma non mi fido e non mi sono fidata. A quelle altitudini non si respira.

Mi sorprendo ad emozionarmi ancora all'ascolto di quella canzone che ci ha fatto conoscere. Il dramma che stavo vivendo, la tua lontananza vicina. Non ti ho mai capito, ma mi manca respirare quelle atmosfere rarefatte. Lo posso fare senza correre rischi attraverso la canzone che mi ricorda te.

Te, che mi ricordi me, otto anni fa.

 
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