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derrik

Post n°7 pubblicato il 22 Marzo 2015 da DomaniArrivera

Dove è il tempo e il luogo in cui tutto era immediato dove anche sognare era dritto. Ora ogni sogno si interrompe, parte per altre tangenti e si schianta sul raccordo. Di lapidi ne ho messe, gli epitaffi si sprecano, ma sopra vedo sempre il mio nome, solo i font cambiano a seconda dello stato d'animo. Forse non è vero nulla, anche allora sognare era una via d'uscita e ne intuivo la complicanza, entrare nel mondo della mente apre infinite possibilità e questo significa anche di distruzione e nonsenso. Il senso dunque proviene dall'esterno? L'ho sempre intimamente creduto, ma forse l'errore è proprio questo.

La cena è pronta. A le non piaceva cucinare, lo faceva mia nonna ma la sera no soprattutto quando avevo sui tredici quindici anni. Mi aggrappo a quella sensazione, l'utima chiara su quello che è senso che mi è rimasta raschiando questo barile. Un giorno lo butterò così mi sentirò definitivamente persa in ogni momento e in ogni luogo, dove io non ci sarò più.

La cena è pronta, rientra in grembo, la nonna accende la sua tv, è l'ora del telefilm, quella pace non la troverò mai più nelle sue mani e in nessuna altra.

Ma dove sono finita? Ho un marito che preferisce passare fuori le notti e si sente molto più sollevato da quando lo faccio anche io. Ma cos'è questa cosa? Ma che follia è? Non mi importa dell'amore e di tutte le cazzate del sesso e del possesso, ma dico che cazzate andiamo dicendo? Non vi accorgete degli strappi dentro che ogni parola vi procura? Se va bene a voi, io non c'entro, mi dissocio, basta non posso più sanguinare. Vi auguro di morire atrocemente e a lungo, senza capire.

Mamma dove sei. Tienimi.

 

And it's hey babe, with your guardian eyes so blue,

Hey my baby, don't you know our love is true,

I've been so far from here,

Far from your loving arms,

Now I'm back again, and babe it's gonna work out fine.


Can't you feel our souls ignite

Shedding ever changing colours, in the darkness of the fading night,

Like the river joins the ocean, as the germ in a seed grows

We have finally been freed to get back home.

And it's hey babe your supper's waiting for you

Hey my baby, don't you know our love is true

 
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Canestro

Post n°6 pubblicato il 22 Marzo 2015 da DomaniArrivera

Da una parte vorrei essere lì, fingere di nuovo daccapo per la terza volta, una vita normale.

Dall'altra non so proprio dove prendere l'energia per rimettermi in cammino in questa farsa e mi dico che forse questa volta lo spettacolo sarà meno finto, cerco un modo per renderlo meno finto, rendendolo ancor più artefatto.

Sarà che siamo degli uomini, molto più che pezzi di corpi che si sbattono addosso, sarà, perchè che ne so magari mi sbaglio io a sentire tutto questo altro dietro sopra e sotto, però che fatica, come si fa a far vivere un'anima che si rimangia il corpo tutti i giorni. La mia poi vomita facilmente.

Come vorrei essere più semplice. Forse dovrei provarci e quando ci provo mi riesce pure, mangio, bevo e non penso. In quel momento però accade il prodigio catastrofe, la mia anima vede la sua strada, la percorre e mi ci ributta dentro.

ancoraggio? centratura? costruzione di un'appartenenza?

Sono brava con i concetti, sono una frana a vivere fluida.

A me una ghigliottina, ma quando la mia testa sarà in un cestino, come farò a baciarti?

 
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Post n°5 pubblicato il 12 Marzo 2015 da DomaniArrivera

Cioè in fondo non era nemmeo colpa mia o della mia pseudo tendenza a volre far durare le cose. No, io non c'entro un bel niente con tutto questo, fate tutto voi, con coi ci metto dentro pure i pensieri eteroindotti.

Prenditi pure la mia vita, io devo riposare intanto. Io devo costruire la mia zattera e starci come voglio io. Non mi laverò per sempre e mi sopporterò lo stesso.

 

 
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Show must go on

Post n°4 pubblicato il 12 Marzo 2015 da DomaniArrivera

E va bene, scendo di altri tre livelli e scavo ancora. Mi modello una grotta come quando ero piccola, e mi ci ficco dentro. Regolo l'orologio per uscire in tempo e appena posso ci rientro. Ignoro a più livelli il mondo. Ignoro tutte le parole, ora vedo solo la tua bocca muoversi ma non sento nulla, solo un OUH OUH OUh indefinito, eco di un mondo lontano. Ma che cazzo mi frega in fondo? Sopravvivo e basta del resto non ho memoria, ma ho sempre molta fiducia, a termine, tipo un giorno.

Creo una voragine tra quello che rimarrà per sempre e quello che si lava via alla prima pioggia. O anche alla terza. Non mi impressiono più alla vista del sangue e nemmeno a quella delle ali.

Recepisco stimoli come un animale, rielaboro come essere superiore ed espello senza rumore.

Tutto il resto è finzione.

 
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Debole e essenziale

Post n°3 pubblicato il 08 Marzo 2015 da DomaniArrivera

A questo punto mi ci vuole l'ira di Zeus o qualcosa di veramente forte per farmi spostare da qui, o per spostare questo macigno che ho sullo stomaco. Non so nemmeno io perchè e percome, convivono due persone nella stessa e non c'è niente da fare sono inconciliabili. Quella debole piega le gambe a quella forte e si manifesta nelle assenze. Devo essere più mirata sennò non lo comprendo. Quella debole esce strisciando e volevo proprio che uscisse, erano anni che non lo faceva nettamente, poco fà lo ha fatto e ho pianto. Ma non ho pianto io. Devo scegliere io è l'unica strada, non posso fare scegliere a lei e lei non è nemmeno la paura.

L'immagine e la tua presenza si frammischia a quella di M e quella di M ad atmosfere di famiglia, antiche, lontane. Non so più distinguere quando ha voce la parte debole, se piango perchè ti perdo o se piango perchè ho perso M. anni fa. Ma personalizzare non è giusto, non è la persona, è qualcosa di mio. Una cosa ed è la stessa cosa che mi ha fatto tornare indietro mille volte, per poi pentirmi o meglio, per poi far pentire l'altra parte, quella forte, che si rafforzava con discorsi che credevo essere solo razionali ma che sono invece di necessità di progredire, di uscire dall'embrione. Quella cosa non la so nominare, non è mancanza, forse è casa è mamma e accoglienza e odore e condivisione e abbandono, tutte queste cose sono forse quella cosa. Con il passare del tempo ne ho sempre più bisogno, ed è un fatto di regressione: ma conta che mentre lo scrivo sto piangendo e la sensazione è di una "mancanza" basilare delle sue, ma di chi?,  braccia attorno a me. Che poi cazzo sono le stesse braccia che mi hanno picchiato che abbracciano altre, ma cazzo ho pure obliato questi aspetti pur di essere protetta. Perchè quando mi coccola [non voglio nemmeno usare il passato ora perchè dovrebbe essere coccolava ma ora che sto in questo stato è coccola perchè lo voglio ora è la parte della cosa che mi fa regredire a volerlo] a me basta quello e il mondo scompare. O forse credo sia cosi e cerco solo di ripetere M. Questa parte di me continua a dire che ha sbagliato a lasciarlo ormai n anni fa. Non lo so non lo so. credo sia questa la cosa che mi fa vivere e per questo sono tornata a casa e per questo gli attacchi. Come faccio?

eppure lo capisco e l'ho sostenuto con tenacia finora tanto da arrivare a questo punto. Non posso più tornare indietro per molti motivi e l'unico elemento che mi tiene ancora legata è questo. Come faccio a sradicarlo quando non l'ho mai sradicato?

Quando è così regredisco a infante e non c'è verso di farmi tornare adulta non voglio. Avere una persona è il mio alibi per questa cuccia.

Ora, per quanto possa essere anche giusto da un certo punto di vista, con il tempo gli effetti su di me sono stati di regressione continua, che potrei perdere il lavoro e non provveder più a me stessa. Finora ho provveduto a me stessa perchè c'era lui vicino e quando si allontanava era la persona da accusare. Quindi avevo la grinta per fare. Per continuare.

Come posso mettere in pace questi aspetti? Come faccio a vedere le cose diversamente quando è questa cosa antica e radicata che mi strattona e mi indebolisce.

 

 

 
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