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LA SILLA...

Post n°4 pubblicato il 01 Aprile 2008 da tanuccio79
Foto di tanuccio79

 

In un villaggio della Spagna, la figlia di un uomo chiese al sacerdote di recarsi a casa sua per un momento di preghiera con suo padre che era molto malato. Quando  il sacerdote arrivò nella povera casa,  trovò l’uomo nel suo letto con il capo sollevato da due cuscini. 
C’era una sedia (in spagnolo “silla”) a lato del letto, e il sacerdote pensò che fosse stata messa lì per la sua visita.
- Suppongo che mi stesse aspettando - gli disse.
- No, chi è lei? - disse l’uomo malato. 
- Sono il sacerdote che sua figlia ha chiamato perché pregasse con lei; quando sono entrato ho notato la
sedia vuota a lato del suo letto, e ho pensato che fosse stata messa qui per me. - 
- Ah, la Sedia. - disse l’altro. E poi:
- Le dispiace chiudere la porta? -
Il sacerdote, sorpreso, chiuse la porta.
 
L’uomo malato gli disse:
- Questo non l’ho mai detto a nessuno, però ho trascorso tutta la mia vita senza sapere come pregare.
Quando andavo in chiesa ascoltavo sempre quanto mi veniva detto circa la necessità della preghiera, come si deve pregare ed i benefici che porta...
...però tutte queste cose, non so perché, mi entravano da un orecchio e mi uscivano dall’altro. 
Insomma, non avevo idea di come fare.
Infine, molto tempo fa smisi completamente di pregare.
 
Ho continuato così fino a circa quattro anni fa, poi un giorno ne parlai con il mio migliore amico e lui mi disse:
 
- Giuseppe, la preghiera è semplicemente avere una conversazione con Gesù. Ti suggerisco di fare così: 
Siedi su una sedia e colloca un’altra sedia vuota davanti a te, quindi con fede guarda Gesù seduto davanti a te. 
Non è una stupidata farlo, perché Lui stesso ci ha detto:
“Io sarò sempre con voi” 
Quindi parlagli ed ascoltalo allo stesso modo in cui lo stai facendo con me ora. -
 
- Ho provato una volta, poi altre volte, e mi è piaciuto talmente che da allora lo faccio almeno un paio d’ore al giorno. 
Presto sempre molta attenzione a non farmi vedere da mia figlia... altrimenti mi internerebbe subito in un manicomio. - 
 
Il sacerdote a questo racconto provò una grande emozione e disse a Giuseppe che ciò che faceva era molto buono, e lo consigliò di non smettere mai.
 
Quindi pregò con lui, gli impartì la benedizione e tornò alla chiesa.
 
Due giorni dopo, la figlia di Giuseppe lo chiamò per dirgli che suo padre era morto.
 
Il sacerdote le chiese:
- È morto in pace? -
 
- Sì. Quando lei uscì di casa, alle due del pomeriggio, mi chiamò.
Andai da lui e lo vidi nel suo letto.
 
Mi disse che mi amava molto e mi dette un bacio. Uscii per delle commissioni, e quando ritornai un’ora dopo lo trovai morto.
 
C’è però qualcosa di strano: poco prima di morire deve essersi alzato e avvicinato alla sedia che era accanto al letto, infatti l’ho ritrovato con la testa appoggiata su di essa.
 
Lei cosa ne pensa?-
 
Il sacerdote, profondamente commosso, si asciugò le lacrime dell’emozione e rispose: 
 
- Magari tutti noi potessimo andarcene in questo modo! -
E noi dedichiamo durante il giorno del tempo in preghiera con Gesù?

 
 
 

DIO AMA TUTTI

Post n°3 pubblicato il 08 Febbraio 2008 da tanuccio79

Molti anni fa un giovane cristiano ricevette una potente chiamata da Dio a predicare il Santo Evangelo in un lebbrosario su un' isola sperduta. Questo giovane trascorreva molto tempo in preghiera per capire in che modo adempiere a questa chiamata. Decise di rivolgersi ad alcuni comitati missionari per ricevere delle direttive, e per avere il loro sostegno nella chiamata che Dio gli aveva affidata, ma tutti gli erano contrari, in quanto lo ritenevano un folle, e soprattutto perché sapevano che sarebbe stata una ‘’missione’’ suicida. Il giovane decise di abbandonare questa chiamata, ma la voce di Dio era forte nel suo cuore e lo spingeva ad andare in quel lebbrosario. Un giorno il giovane si arrese totalmente alla volontà di Dio e finalmente partì. Arrivato lì, vide molta miseria, molta sofferenza, ma subito cominciò a predicare il messaggio di speranza di Cristo. Le sue prediche erano formate da 5 sole parole: DIO AMA VOI TUTTI LEBBROSI. Questo era il messaggio che Dio gli aveva affidato. Molti lebbrosi accettavano il messaggio dell’Evangelo, accettavano l’Amore di Dio in Cristo Gesù nel loro cuore, ricevevano il perdono dei peccati, e vivevano gli ultimi giorni della loro vita con la pace e la speranza della vita eterna, con la speranza che sarebbero stati sempre con il loro Salvatore Gesù. Dopo alcuni mesi  solo una parola del messaggio del giovane missionario era cambiata: DIO AMA NOI TUTTI LEBBROSI! Dio chiamò questo giovane per donare un sorriso a persone tristi, e ormai finite; certo morì di lebbra anche lui, ma con la gioia di aver portato a termine la missione che Dio gli aveva affidata, e soprattutto con la gioia di aver visto tanti lebbrosi morire con  la serenità e il sorriso di incontrare Gesù in cielo. Gloria a Dio!

Dio ama tutti, e vuole che tutti ricevano il dono della salvezza in Cristo Gesù; vuole benedire la vita di tutti, dando la speranza della vita eterna...forse non siamo lebbrosi, ma spesso ci portiamo dietro la lebbra della tristezza, dell'ansia pel futuro, la lebbra della delusione, della paura, la lebbra soprattutto del peccato, Ebbene Dio vuole liberarci da tutto questo e darci una nuova vita in Cristo, un nuovo inizio con la certezza della Sua costante presenza nei nostri cuori durante il nostro cammino.

 

 
 
 

L'AMORE CONTA!

Post n°2 pubblicato il 21 Gennaio 2008 da tanuccio79
Foto di tanuccio79

l'amore conta
l'amore conta
conosci un altro modo
per fregar la morte?
nessuno dice mai se prima o poi
e forse qualche dio non ha finito con noi

Adoro la maggior parte dei testi delle canzoni di Luciano Ligabue, soprattutto perché sono poesie che celano delle sfere tematiche molto profonde; in questo caso l’Amore.

Non voglio star qui a riportare frasi o espressioni che spieghino cosa l’Amore sia, o fare una trattazione dal greco del termine Amore, sebbene comunque potrebbe risultare importante. Una cosa comunque è certa: l’Amore conta! Ogni uomo, qualunque cosa faccia, o qualunque sia stato il suo passato, o chiunque sia, porta seco nel proprio cuore un profondo bisogno d’Amore, porta nel proprio cuore un vuoto a forma di Amore. Talvolta questo vuoto viene ‘’colmato’’ in svariati modi, con assurde filosofie di vita, o con gratuiti e facili ateismi.

Non sto parlando dell’amore tra uomo e donna, che può ahimé finire, o cambiare, bensì di un Amore inalterabile, di un Amore Eterno, dell’Amore di Dio in Cristo Gesù. Questo è il vero Amore che conta nella vita di ogni uomo!

La Bibbia dice che Dio è Amore, e quel vuoto di cui pocanzi parlavo, è un vuoto a forma di Dio. Molti fuggono dall’ammettere l’esistenza di questo vuoto, di questa continua ricerca di Colui che ci ha creati. Dio vuole colmare il nostro cuore del Suo Amore e si vuol far trovare da coloro che Lo cercano; anche in questo momento Egli è ansioso di poter mostrare il Suo amore e di colmare il vuoto della vita di ciascun uomo. Il Suo Amore non si affievolisce; il Suo amore finirà solo dopo l’Eternità , cioè Giammai! Che gloriosa certezza! Gesù è morto sulla croce affinché chiunque creda in Lui, riceva il perdono di tutti i peccati, riceva la potenza guaritrice del Suo immenso Amore nel proprio cuore, riceva la vita eterna. Gesù disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; e chiunque vive e crede in me, non morirà mai. Credi tu questo?».

l'amore conta
conosci un altro modo
per fregar la morte?

L’Amore conta; è l’Amore di Dio che conta! E’ l’Amore di Dio l’unico modo che conosciamo per ‘’fregare’’ la morte! Gloria a Dio! Chiunque crede in Lui riceverà la vita Eterna! E chiunque crede in Lui può esultare con gioia:< Oh morte dov'è il tuo dardo? Gesù ha sconfitto la morte!>

nessuno dice mai se prima o poi
e forse qualche dio non ha finito con noi

Forse pensi ai fallimenti della tua vita, alle tante delusioni, ad un passato disastroso, o forse soffri nel vedere che nessuno t’aiuta, nessuno ti vuole, forse sei arrivato al punto di lasciarti andare totalmente allo scoraggiamento, forse non hai più voglia di vivere… allora sappi che Dio non ha finito con te, è lì accanto a te ed è pronto a fasciare le tue ferite, Lui ti vuole, Lui vuole occuparsi della tua vita  bella o distrutta che sia, Lui ti amava ancor prima che tu fossi nato, Lui vuole darti un nuovo inizio; tu dal canto tuo, devi solo credere, e accettare il Suo amore, e con un cuore aperto arrenderti al Signore Gesù. Egli t’aspetta, e giammai ti deluderà!!!

 

 

 

 
 
 

TITANIC: COS'HA DA COMUNICARCI?

Post n°1 pubblicato il 07 Gennaio 2008 da tanuccio79
Foto di tanuccio79

Il sogno sembrava divenuto essere realtà tangibile. L'uomo era riuscito, con un’impresa letteralmente titanica, ad innalzarsi un monumento, poiché questa nave era enorme, la più grande costruita fino ad allora. Essa aveva fama di essere inaffondabile e simboleggia­va la pretesa dell'uomo di essere padrone di sé stesso, e di non essere più sottomesso a nessuno. «Dio stesso non potrebbe affondare questa nave», si diceva. Sem­brava non ci fossero più ostacoli interposti sul cammi­no dell'autonomia e dell'indipendenza dell'uomo. Così, il 10 aprile 1912 rappresenta una data particolare negli annali della nautica, ma anche nella storia dell'umani­tà.

Raramente un evento ha commosso tanto gli animi delle persne, dando adito alla nascita di leggende e sogni come nel caso della vicenda dell'affondamento di questo favoloso e lussuosissimo piroscafo. James Cameron, il regista del film «Titanic», ha affermato: «Ciò che avvenne a bordo della nave, rispecchia l'incli­nazione dell'uomo a non volersi rendere conto della realtà. Tutti dicevano:<<Questa nave non può affondare>> In realtà intendevano dire: <<Noi non moriremo mai.>> Ecco perché il «Titanic» è una metafora dell'ineluttabilità della morte. Tutti viaggiamo sul «Titanic»,, senza saperlo.» - Si ignorarono apertamente anche gli av­vertimenti. John Phillips, l'arrogante ufficiale della nave più grande del mondo (per quell'epoca), disse alla nave «California» che si trovava nelle vicinanze, dopo il sesto avvertimento di pericolo icebergs: «Shut up (Tacete)!» Di fronte alla morte ormai certa, escla­mò: «Dio, perdonami! Dio, perdonami!»

Il Titanic affondò 2 ore e 40 minuti dopo aver urtato contro un iceberg, il 14 aprile 1912. In quel lasso di tempo, si svolsero tante scene inimmaginabili. Alcuni si rivelarono veri e propri eroi, mentre altri si dimostra­rono individui vigliacchi e dagli istinti mostruosi.

Il costruttore del Titanic trascorse gli ultimi minuti della sua vita nella stanza per fumatori, fissando un dipinto intitolato: «II nuovo mondo che verrà».

La signora Rosa Abbott, unica sopravvissuta tra quelli che caddero in mare, raccontò di essere stata spinta sott'acqua da qualcuno che si arrampicò su di lei, e che per poco non la fece affogare.

Bruce Ismay era uno dei proprietari del Titanic ed uno dei direttori della White Star Company, la società che aveva costruito la nave. Era lui il responsabile della mancanza di scialuppe di salvataggio sul Titanic. Di­ventò la persona più infame di cui si abbia memoria dai tempi del Capitan Bligh (personaggio controverso che divenne famoso per la vicenda dell'ammutinamento del Bounty, N.d.T.) . Luì si salvò su una scialuppa di salvataggio. Daniel Buckley si travestì da donna nel tentativo di trovare posto in una scialuppa di salvataggio.

Isador Straus, la moglie di un ricco uomo d'affari, disse a suo marito: «Dove andrai tu, andrò anch'io.» Aiutò la sua cameriera ad entrare nella barca numero 8 e le mise la sua pelliccia sulle spalle, soggiungendo­le: «Si tenga bene al caldo, lo non ne avrò più bisogno.»

Impressionanti sono anche le parole di un'altra sopravvissuta, Èva Hard, che si ricorda: «Quando mia madre lesse che la nave era inaffondabile, disse: <così su qualcosa che ha fatto. Questo è tentare Dio.>> Tenne il proprio cappotto addosso per tutto il tempo, dormì di giorno e vegliò di notte. Quando sentì il terribile scossone sulla nave, seppe subito che era successo qualcosa, e io e lei fummo le prime a trovarci in coperta.» Nel giro di circa 50 minuti si svolsero nel mare gelido terribili eventi. Un sopravvissuto, il colonnello Archibald Gracic, li definì le scene più impressionan­ti e terribili in assoluto. «Le strazianti grida di aiuto di coloro che ci circondavano, mi risuonano tuttora nelle orecchie e non le dimenticherò finché muoio». In quei 50 minuti, anche John Harper lottò per sopravvivere alla morte per assideramento. Era un consacrato uomo di Dio, ed era spinto dal desiderio di portare al suo prossimo l'Evangelo della grazia di Dio in Gesù Cristo. Uno dei passeggeri, aggrappato ad una tavola, gli passò vicino nel mare. Egli gridò al naufrago: «Lei è salvato?» (riferendosi al giudizio divino su di lui). La risposta fu: «No!» Harper escla­mò: «Credi al Signore Gesù e sarai salvato» (Atti degli Apostoli 16,31). Prima che 'uomo potesse risponde­re, i due si persero di vista a causa dell'oscurità. Più tardi, la corrente li riportò vicini. Ancora una volta, Harper, allo stremo delle forze gridò: «Lei è salvato?» Ancora una volta, la risposta fu: «No». Harper ripetè le parole di Atti 16,31. L'uomo, più tardi fu soccorso dalle scialuppe di salvataggio della nave «Carpathia». Ad Hamilton, Ontario, il sopravvissuto raccon­tò di essere stato «l'ultimo convertito» di John Har­per.

Dopo l'affondamento del Titanic, l’ufficio della White Star Company di Liverpool pose su entrambi i lati dell'ingresso due grandi insegne. Su una c'era scritto «Known to be saved» (coloro che si sono salvati), e sull'altra «Known to be lost» (coloro che non si sono salvati).

E questa è anche la classificazione delle persone secondo Dio, una «società composta di due sole classi». Quando il Titanic partì, c'erano tre classi di persone su questa nave. La High Society, la borghesia e la gente comune in terza classe. Quando il Titanic affondò, ci furono solo due tipi di persone. Quanti parametri, differenze e categorie ha invece il mondo! Emarginati o inseriti nella società, influenti, bene­stanti, colti o ignoranti. Alla fine, tutto questo non contava più. Ricchi o poveri, semplici o nobili, anticon­formisti o notabili, hippies o borghesi, uomini o don­ne, nessuna di queste distinzioni aveva più alcun significato. Ciò che contava era se una persona fosse o meno riconciliata con Dio e quindi salvata o meno per l'eternità. C'erano solo queste due categorie di persone: salvati e perduti, quelli che si trovavano sulla via larga della perdizione, e quelli che si trovavano sulla via stretta della vita eterna. Proprio di questo si parla nell'Evangelo di Gesù Cristo. Chi crede in Lui riceve il perdono dei peccati e non passa in giudizio, dice la Bibbia. 

E tu, a quale categoria appartieni?

Siamo ancora nel tempo della Grazia, e l’invito della Parola di Atti 16,31 è ancora valido: CREDI NEL SIGNOR GESU’ E SARAI SALVATO! Non rimandare a domani la tua scelta di accettare Gesù, perché chissà se ci sarà un domani; oggi è il giorno della Grazia. DIO TI BENEDICA!

 

 

 
 
 
 
 

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