La TV secondo me

La mia Grande Bellezza


"A volte c'è così tanta bellezza nel mondo, che non riesco ad accettarla"Parto da qui, da una citazione di un altro grande film che ha vinto un Oscar e che racconta la bellezza, parto da "American Beauty" di Sam Mendes per parlare, anch'io, de "La Grande Bellezza" di Sorrentino, perchè per certi versi i due film si assomigliano. Laddove il capolavoro de Mendes racconta le ipocrisie, il cinismo e le frustrazioni della middle class americana di provincia, Sorrentino, descrive, invece, quelle becere e grottesche della felliniana Roma, che di felliniano ha ormai solo il nome.Si è discusso tanto di questa pellicola, forse troppo. Ognuno di noi è diventato un critico cinematografico, ognuno di noi si è sentito in dovere di commentare e dare un giudizio ad un film che, probabilmente, molti di noi, se non avesse vinto l'Oscar, non avrebbero visto. Il fatto che sia stato trasmesso in prima serata sulla televisione generalista non implica affatto che il il film sia fruibile a tutti e tanto meno che sia adatto allo spettatore medio italiano che ama di più la commedia alla Checcho Zalone, piuttosto che la complessità di una pellicola come "La grande bellezza", perchè sì, il film di Sorrentino è piuttosto complesso, e non per tutti. Con questo non voglio dire che sia per me, ma sicuramente voglio dire che non sia per le masse.I simboli, le citazioni, i dialoghi criptici, la costruzione (e l'interpretazione) di un personaggio perfetto (il cinico protagonista Jep Gambardella) fanno de "La grande bellezza" un film intimista, un film che molti definerebbero "artistico", ma cosa significa davvero "artistico"? E' la domanda che lo stesso Gambardella si pone e pone nei suoi viaggi tra l'arte (davvero arte?) contemporanea.All'ennesima domanda "Perchè non hai più scritto un romanzo?" Gambardella risponde "Perchè cercavo la grande bellezza, e non l'ho trovata". Ma che cosa è la grande bellezza? La grande bellezza è l'animo umano, quello che questo film vuole analizzare e raccontare, la grande bellezza è quello che ognuno di noi ha dentro, ma che spesso non emerge a causa della vita, delle scelte che ognuno fa, degli incontri che ognuno ha, e Jep lo sa, sa che lui stesso ha perso quella bellezza e alla soglia dei 65 anni vorrebbe capire quando e come e perchè l'ha persa, eppure lo accetta, cinicamente forse, ma onestamente, come pochi altri sanno fare."La grande bellezza" è anche un film sulla ricerca, di se stessi, dell'amore, è un film sulla vita contrapposta alla morte, sulle scelte, dove la bellezza corrotta della Roma di oggi diventa il paradigma della corruzione dell'umanità.Sorrentino ha dato vita ad un film reale e soprattutto onesto, e se qualcuno si lamenta che ha fatto fare "una brutta figura" al nostro paese perchè ha descritto la bruttezza e non la bellezza dell'Italia, io rispondo che in realtà ha fatto l'opposto, perchè grazie a Sorrentino l'Italia e il cinema italiano emergono come qualcosa di vero e di reale, e non più come una sbiadita copia di ciò che noi non siamo più.Perchè è piaciuto all'estero e soprattutto agli americani?Perchè è un film onesto. Perchè Sorrentino è riuscito a fare un film non "all'italiana", perchè si è permesso addirittura di criticare la Chiesa e l'ha fatto senza paura, perchè ha creato un personaggio reale, un vero eroe tragico senza essere patetico o banale, ha dato vita ad un personaggio che potrebbe definirsi "all'americana" laddove gli Stati Uniti, non solo nel cinema, ma anche e soprattutto nella serialità televisiva, sono maestri nel plasmare personaggi talmente reali da spaventare.Qui si conclude il mio intervento su un film che ha fatto molto discutetere, ma in realtà si potrebbe parlare (e scrivere) per ore di un'opera finalmente poco italiana, ma incredibilmente molto rappresentativa del nostro martoriato e triste Bel Paese.