SELVA OSCURA

Alberi,


Villa Buzzati, la "vecchia casa di campagna"Il gigante Dietro la vecchia casa di campagna, era già immenso e antico, quando io comparvi piccolo bambino. Ogni tanto, dalle fronde altissime, irraggiungibili, che si perdevano nell'intrico lassù come circonvoluzioni di una nuvola, crollavano giù scrosciando rami morti, grandi ciascuno come un albero. Poi, trent'anni fa, o son quaranta?, venne il famoso fulmine alla giuntura: dalla biforcazione, bruciando un terzo dell’impianto generale, così che il fusto rimase mutilato.Io pensai: povero vecchio, finalmente ti hanno sistemato, poco ti rimane da campare. E nella mente già mi figuravo con rimpianto il prato vuoto. Tutt'al più la ceppaia mastodontica, simile a un altare abbandonato, sul quale i bambini giocheranno.Poi molti anni sono passati, io oramai con i capelli bianchi, e lui niente, lui il gigante sempre più verde a ogni primavera, e un nuovo ramo è venuto fuori dalla cicatrice orrenda, e le fronde hanno riempito il vuoto, e si direbbe una seconda vita, quanti anni ancora, quanti secoli?La grande ombra gira lentamente sul prato, sul tetto della casa, sul prato ancora, all'ultimo tramonto allungandosi fino laggiù al fienile.  E io povero diavolo.   Dino BuzzatiDal Corriere della Sera di mercoledì 8 dicembre 1971, pochi giorni prima che un male incurabile portasse con sé il grande cronista e scrittore