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Creato da sendMeAnAngels il 13/03/2011

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SCANDALO BUONUSCITE DIRIGENTI AMNESTY

Post n°3 pubblicato il 13 Marzo 2011 da sendMeAnAngels

                            NOOO

  • Corriere della Sera

 

Diritti umani Sostenitori indignati ma l' organizzazione assicura: non succederà mai piùAmnesty come le banche della City Super bonus per i suoi dirigentiAll' ex segretaria generale Irene Khan 600 mila euro di buonuscita La numero due Kate Gilmore, vice della Khan, ha ottenuto 360 mila euro come liquidazione nel 2009 Le reazioni «Ho cancellato la mia sottoscrizione, con quei soldi potevamo aiutare i poveri», dice un attivista

 

Mezzo milione di sterline come buonuscita (quasi 600 mila euro). Una cifra astronomica se a riceverla non è il dirigente di una qualsiasi multinazionale ma la segretaria generale di un' organizzazione umanitaria tra le più conosciute: Amnesty International. Irene Khan, ha rivelato ieri il britannico Daily Mail, si è fatta ben pagare per gli otto anni passati a dirigere l' associazione: 132 mila sterline l' anno con il patto che la liquidazione sarebbe stata quattro volte tanto. E anche la sua vice, Kate Gilmore, ha incassato la bellezza di 300 mila sterline (360 mila euro) quando ha lasciato l' organizzazione, insieme a Irene, nel dicembre del 2009. Soldi ben spesi? Non sembrano pensarlo i tre milioni di sostenitori che versano denaro nelle casse di Amnesty pensando di contribuire a difendere i diritti umani nel mondo. Ieri sul sito del Daily Mail si leggevano molti messaggi pieni di rabbia. «Quanta gente povera avrebbe potuto aiutare Amnesty con 800 mila sterline?» scrive Abdu di Londra. «La generosità dei cittadini britannici viene sfruttata da gente che non lo merita, dobbiamo fare subito una rivoluzione» è il commento di Louis dall' Essex. «Ecco la prova del fatto che queste associazioni umanitarie non si meritano un penny» constata Dimitri Pluzhnikov da Gibilterra. «Ho cancellato la mia sottoscrizione - s' indigna Clark dalla Scozia -. Vorrei sapere quanto è pagato il nuovo segretario generale Salil Shetty. E meno male che si tratta di un' associazione benefica!!!». I dirigenti di Amnesty si sono dapprima trincerati dietro un misurato silenzio: «Si tratta di un accordo confidenziale» aveva detto Peter Pack, capo del comitato esecutivo internazionale dell' associazione. Ma, dopo alcune ore, si è capito che un no comment non sarebbe bastato a fermare lo scandalo. «Sono più trent' anni che lavoro qui - ha detto Pack al Corriere - e posso assicurare che siamo consapevoli dell' obbligo ad usare responsabilmente i soldi che riceviamo dai nostri sostenitori. Un obbligo cui ottemperiamo ogni giorno. Questo è un caso unico». Perché è stato fatto un contratto così oneroso per l' organizzazione? «Al tempo non ero nell' organo dirigente e quell' accordo non l' ho firmato io ma eravamo obbligati ad onorarlo. Tuttavia le assicuro che i nostri conti sono pubblicati annualmente e sono sottoposti a seri controlli». Una cosa è certa: da oggi si cambia. «Stiamo già sottoponendo le procedure a una verifica per assicurarci che una situazione così non si verifichi più. Nessuno dei nostri dipendenti può vantare un contratto del genere, l' attuale segretario generale Salil Shetty ha un salario annuale più alto di quello che aveva la signora Khan ma è nella media di quelli di una organizzazione non profit per la stessa posizione». Nata in Bangladesh, Irene Khan era arrivata alla guida di Amnesty nel 2001 con in tasca una laurea ad Harvard e una carriera ventennale all' Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. È stata la prima donna, la prima asiatica e la prima musulmana a scalare la vetta dell' organizzazione. Ma il suo regno non è stato esente da critiche. La sua prima campagna fu per la chiusura del carcere di Guantanamo ma mai una parola si levò sui legami di alcuni detenuti con i talebani e i gruppi terroristici. La sinistra non le perdonò di non aver fatto abbastanza per condannare gli abusi in Iraq da parte delle truppe britanniche e americane, soprattutto durante lo scandalo di Abu Ghraib. La sua missione, è la critica unanime che le è stata fatta, sembrava essere volta a combattere la povertà concentrandosi più sui diritti economici degli individui che su quelli politici. Era questo il suo cavallo di battaglia. E, in effetti, i suoi di diritti li ha tutelati benissimo. Monica Ricci Sargentini RIPRODUZIONE RISERVATA **** Chi è La vita Irene Zubaida Khan è nata il 24 dicembre del 1956 in Bangladesh Si è laureata in diritto internazionale e diritti umani ad Harvard La carriera Dopo 20 anni passati all' Alto Commissariato Onu per i rifugiati è diventata segretaria generale di Amnesty, dal 2010 è al Daily Star

(20 febbraio 2011) - Corriere della Sera

 

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