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Post n°21 pubblicato il 26 Marzo 2011 da sendMeAnAngels
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Post n°19 pubblicato il 23 Marzo 2011 da sendMeAnAngels
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Post n°18 pubblicato il 23 Marzo 2011 da sendMeAnAngels
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Post n°17 pubblicato il 23 Marzo 2011 da sendMeAnAngels
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Post n°16 pubblicato il 23 Marzo 2011 da sendMeAnAngels
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Post n°15 pubblicato il 23 Marzo 2011 da sendMeAnAngels
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Post n°14 pubblicato il 23 Marzo 2011 da sendMeAnAngels
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Post n°13 pubblicato il 23 Marzo 2011 da sendMeAnAngels
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Post n°12 pubblicato il 23 Marzo 2011 da sendMeAnAngels
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Post n°11 pubblicato il 23 Marzo 2011 da sendMeAnAngels
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Post n°10 pubblicato il 23 Marzo 2011 da sendMeAnAngels
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Post n°9 pubblicato il 23 Marzo 2011 da sendMeAnAngels
Nuove scosse in Giappone, la nube di Fukushima verso l'Europa Proseguono in Giappone le scosse telluriche, a 11 giorni dal devastante sisma-tsunami di magnitudo 9 dell'11 marzo che ha distrutto il nordest del Paese. Oltre al terrore che viene dalla Terra continua l'allerta radioattività sui cibi e nell'acqua. Mentre la "nube" radioattiva potrebbe raggiungere già da mercoledì l'Europa, per prima la Francia, con concentrazioni di agenti contaminanti ritenute dalle autorità d'Oltralpe "non preoccupanti". |
Post n°8 pubblicato il 22 Marzo 2011 da sendMeAnAngels
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Post n°7 pubblicato il 22 Marzo 2011 da sendMeAnAngels
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Post n°6 pubblicato il 20 Marzo 2011 da sendMeAnAngels
Brucia Tripoli, bombe contro base aerea Nella capitale raid fino all'alba, aerei sulla residenza-caserma del Raìs. Scalo libico colpito dagli stealth USA
Raid su Tripoli finoall'alba; una base aerea colpita da 40 bombe sganciate dagli stealth, gli aerei Usa "invisibili" ai radar; nuove incursioni aeree francesi: prosegue in Libia la «Odyssey Dawn» l'operazione militare della coalizione internazionale. Nella notte si sono susseguiti attacchi dal cielo e dal mare sulle coste del Paese nordafricano, colpito da una pioggia di missili per costringere Muammar Gheddafi al «cessate il fuoco». I bombardamenti contro gli obiettivi militari del Colonnello, brevemente sospesi domenica mattina sia a Tripoli che a Bengasi, sono ora ricominciati. Intanto, in uno nuovo messaggio trasmesso dalla tv di Stato, il Raìs ha fatto sapere che il popolo libico è pronto E la tv di Stato ha fatto sapere che le sedi dei Comitati popolari libici e degli altri apparati del regime sono state predisposte per la distribuzione delle armi ai civili. IN AZIONE GLI AEREI «INVISIBILI» - L'offensiva della coalizione va avanti. Un non meglio precisato aeroporto libico è stato attaccato da bombardieri stealth B-2 Spirit, aerei Usa invisibili ai radar che hanno sganciato 40 bombe. Secondo la stampa inglese, inoltre, tra gli obiettivi colpiti nei primi raid di «Odyssey Dawn» ci sarebbe un aeroporto vicino a Tripoli usato per i voli dei fedelissimi del regime, preso di mira proprio per impedire agli uomini di Gheddafi di fuggire. Nuovi raid aerei compiuti intorno a Bengasi (che si era lentamente ripopolata in mattinata) hanno distrutto decine di mezzi del Colonnello e 19 caccia americani, stealth compresi, sono stati impiegati contro le truppe del leader libico e le difese aeree del Raìs, colpendo obiettivi a Tripoli e a Misurata. L'ammiraglio americano Mike Mullen, capo degli Stati maggiori congiunti, ha annunciato che la no fly zone è stata effettivamente imposta sui cieli libici. «Non vi sono indicazioni che Gheddafi si stia orientando sull'uso di armi chimiche» ha anche assicurato Mullen, spiegando che la prima fase dell'operazione «Odissey Dawn» è stata un successo.
VITTIME - Nelle ultime ore cominciano a emergere le prime stime su morti e feriti. Secondo fonti sanitarie locali, più di novanta persone sarebbero decedute negli scontri a fuoco di sabato a Bengasi. Secondo un bilancio provvisorio fornito invece dal regime sarebbero almeno 48 le vittime dei raid occidentali. I feriti 150. Nel cimitero dei martiri del quartiere di al-Hani, a Tripoli, i funerali delle vittime dei raid aerei compiuti ieri sulla capitale libica. La tv di Stato, inoltre, ha comunicato che migliaia di libici si sono offerti come scudi umani attorno al bunker del Colonnello.
Il Raìs: «Siete barbari» ESPLOSIONI LUNGO LA COSTA - Notte di raid nei cieli libici. Poco prima dell'alba, un bombardamento ha preso di mira Tripoli e il dispositivo antiaereo nella capitale libica è entrato in azione. Il fuoco della contraerea è stato seguito da esplosioni e crepitio di armi automatiche. Il cielo della capitale è stato illuminato da traccianti e si sono udite frasi come «Allah è grande». Un aereo della coalizione ha sorvolato la zona a sud della città, dove si trova la residenza-caserma del Raìs a Bab al Azizia. Sempre all'alba le forze di Gheddafi avrebbero bombardato nuovamente Bengasi, secondo quanto riportato da Al Jazeera. Anche la città libica insorta di Misurata è ancora circondata dalle forze fedeli al leader libico e nel centro sono entrati in azione i cecchini sui tetti. Ai raid occidentali, cominciati sabato, partecipano al momento Francia, Gran Bretagna e Stati Uniti. Italia e Canada, gli altri due membri della coalizione internazionale, non hanno ancora preso parte attivamente agli attacchi. Anche se il nostro Paese ha messo a disposizione sette basi militari. BASI ITALIANE - La notte è trascorsa tranquilla invece nella base aerea del 37/o stormo dell'Aeronautica militare di Trapani Birgi, dove il livello di allerta è comunque massimo. «Non è stato ordinato alcun attacco verso la Libia, né e possibile prevedere che ciò accada», spiegano alla base. A Trapani sono arrivati anche quattro aerei Eurofighter provenienti da Grosseto, che l'Aeronautica militare ha rischierato in Sicilia in vista di un possibile impiego nella missione. Da Decimomannu, nel corso della giornata, potrebbero alzarsi in volo i caccia spagnoli giunti sabato in Sardegna. «LA RISOLUZIONE 1973 È NULLA» - Attraverso un comunicato, il ministro degli Esteri libico ha fatto sapere che il regime considera nulla la risoluzione 1973 che impone la no fly zone sulla Libia e che chiede una riunione urgente del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Tripoli, viene inoltre spiegato, non coopererà più nella lotta all'immigrazione clandestina.
I bombardamenti CINA «RAMMARICATA» - Sul fronte della diplomazia internazionale, il comitato dell'Unione africana sulla Libia ha chiesto lo «stop immediato a tutte le ostilità» in Libia. E dopo la Russia e l'India, anche la Cina ha espresso il suo «rammarico» per gli attacchi della coalizione internazionale contro le truppe del Colonnello. Pechino, insieme a Mosca, entrambi membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite con diritto di veto, si erano astenute al momento dell'approvazione della risoluzione 1973 che ha dato base legale all'intervento in Libia. Critiche a Barack Obama da Hugo Chavez. Il presidente venezuelano ha criticato il presidente americano che ha vinto il Nobel per la Pace «ma che sta portando avanti un'altra guerra come in Iraq e Afghanistan». L'Iran dal canto suo ha esortato i libici a non fidarsi delle potenze occidentali, il cui «unico obiettivo è quello di conquistare un controllo neocoloniale su una nazione ricca di petrolio». LA CONDANNA DEI TALEBANI - Dai talebani afghani arriva una condanna, senza minacce, delle «interferenze dell'Onu e dell'Occidente negli affari interni della Libia» perché esse «avranno conseguenze che sono contro gli interessi dei Paesi islamici». In un comunicato, il portavoce dei talebani rivolge anche un appello alla popolazione libica a prendere il controllo della crisi e a non permettere che altri gestiscano il suo futuro.
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Post n°5 pubblicato il 17 Marzo 2011 da sendMeAnAngels
Giappone: ancora scosse ed esplosioni nucleari Sono passati ormai cinque giorni dal devastante terremoto e dallo tsunami che hanno colpito il Giappone, ma la situazione rimane ancora altamente critica. Mentre si continua a scavare tra le macerie alla ricerca di qualche sopravvissuto, il bilancio dei morti e dei dispersi è arrivato, secondo le stime della polizia nipponica, a quota 12 mila persone. Ancora questa mattina nella periferia est di Tokyo è stata avvertita una forte scossa di assestamento (6 gradi della scala Richter). Ciò che spaventa più di ogni altra cosa, però, sono i danni causati dal sisma alla centrale nucleare di Fukushima. Negli scorsi giorni ci sono state ben quattro esplosioni e due incendi che hanno provocato delle fughe radioattive allarmanti. I reattori sono tenuti continuamente sotto controllo da 50 operai della centrale e si susseguono i viaggi degli elicotteri che trasportano l'acqua marina con cui viene portato avanti il raffreddamento. Nonostante questo oltre 200 mila residenti nella zona sono stati evacuati e migliaia di persone, anche a Tokyo, si danno alla fuga terrorizzati. La situazione è notevolmente peggiorata tra ieri e oggi, quando i livelli di radioattività si sono impennati. Questa mattina, inoltre, sembra che il contenitore del reattore 3 sia stato gravemente danneggiato e che gli elicotteri non riescano ad avvicinarsi alla centrale a causa delle radiazioni, i cui valori continuano ad alzarsi ed abbassarsi in modo altalenante. Il governo giapponese continua a rassicurare la popolazione, dichiarando che il livello di radiziazioni è ancora al di sotto del limite di nocività, ma in tutto il mondo non si placa la paura di essere di fronte ad una nuova Chernobyl. Il rischio di un'esplosione nucleare di quel tipo, infatti, non è un'eventualità che può per ora essere esclusa. Ieri il commissario europeo per l'energia Gunther Oettinger, concluso il G8 di Parigi, ha usato la parola «apocalisse» per descrivere la situazione del Giappone. L'imperatore Akihito ha parlato alla Nazione, dicendosi «profondamente preoccupato» per la situazione. «Non sappiamo nemmeno quante siano realmente le vittime di questa catastrofe - ha dichiarato il sovrano -. Prego perchè si salvino più persone possibili».
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L'ARRIVO DELLO TSUNAMI
LO TSUNAMI ARRIVA SULLE COSTE
IL MARE DELLO TSUNAMI
L'ESPLOSIONE DELLA CENTRALE NUCLEARE DURANTE IL SISMA A FUKUSHIMA
LA DEVASTAZIONE ALL'AEREOPORTO DI SENDAI
LO TSUNAMI INVESTE L'AEREOPORTO DI SENDAI
L'AEREOPORTO DOPO IL PASSAGGIO DELLO TSUNAMI
IMMAGINI VISTE DALL'ALTO A FUKUSHIMA
LA DEVASTAZIONE DEL TERREMOTO
LA DEVASTAZIONE DELLO TSUNAMI
LA DEVASTAZIONE DOPO IL TERREMOTO E IL PASSAGGIO DELLO TSUNAMI A MINAMISANRIKU
SHOCK
INCENDI LA DEVASTAZIONE A MIYAGI MIYAGI I RESTI IL GIAPPONE COLPITO L'EPICENTRO DEL MAREMOTO MAGNITUDO 8.8
LE RAFFINERIE ESPLODONO RAFFINERIE IN FIAMME PRIMA E DOPO LO TSUNAMI E IL TERREMOTO L'ONDA D'URTO DELLA SCOSSA
L'IMPRESSIONANTE TSUNAMI ARRIVA
LO TSUNAMI INVESTE TUTTO L'OCEANO
TRA TERREMOTO TSUNAMI E FUOCO
11 MARZO '11 |
Post n°3 pubblicato il 13 Marzo 2011 da sendMeAnAngels
Diritti umani Sostenitori indignati ma l' organizzazione assicura: non succederà mai piùAmnesty come le banche della City Super bonus per i suoi dirigentiAll' ex segretaria generale Irene Khan 600 mila euro di buonuscita La numero due Kate Gilmore, vice della Khan, ha ottenuto 360 mila euro come liquidazione nel 2009 Le reazioni «Ho cancellato la mia sottoscrizione, con quei soldi potevamo aiutare i poveri», dice un attivista
Mezzo milione di sterline come buonuscita (quasi 600 mila euro). Una cifra astronomica se a riceverla non è il dirigente di una qualsiasi multinazionale ma la segretaria generale di un' organizzazione umanitaria tra le più conosciute: Amnesty International. Irene Khan, ha rivelato ieri il britannico Daily Mail, si è fatta ben pagare per gli otto anni passati a dirigere l' associazione: 132 mila sterline l' anno con il patto che la liquidazione sarebbe stata quattro volte tanto. E anche la sua vice, Kate Gilmore, ha incassato la bellezza di 300 mila sterline (360 mila euro) quando ha lasciato l' organizzazione, insieme a Irene, nel dicembre del 2009. Soldi ben spesi? Non sembrano pensarlo i tre milioni di sostenitori che versano denaro nelle casse di Amnesty pensando di contribuire a difendere i diritti umani nel mondo. Ieri sul sito del Daily Mail si leggevano molti messaggi pieni di rabbia. «Quanta gente povera avrebbe potuto aiutare Amnesty con 800 mila sterline?» scrive Abdu di Londra. «La generosità dei cittadini britannici viene sfruttata da gente che non lo merita, dobbiamo fare subito una rivoluzione» è il commento di Louis dall' Essex. «Ecco la prova del fatto che queste associazioni umanitarie non si meritano un penny» constata Dimitri Pluzhnikov da Gibilterra. «Ho cancellato la mia sottoscrizione - s' indigna Clark dalla Scozia -. Vorrei sapere quanto è pagato il nuovo segretario generale Salil Shetty. E meno male che si tratta di un' associazione benefica!!!». I dirigenti di Amnesty si sono dapprima trincerati dietro un misurato silenzio: «Si tratta di un accordo confidenziale» aveva detto Peter Pack, capo del comitato esecutivo internazionale dell' associazione. Ma, dopo alcune ore, si è capito che un no comment non sarebbe bastato a fermare lo scandalo. «Sono più trent' anni che lavoro qui - ha detto Pack al Corriere - e posso assicurare che siamo consapevoli dell' obbligo ad usare responsabilmente i soldi che riceviamo dai nostri sostenitori. Un obbligo cui ottemperiamo ogni giorno. Questo è un caso unico». Perché è stato fatto un contratto così oneroso per l' organizzazione? «Al tempo non ero nell' organo dirigente e quell' accordo non l' ho firmato io ma eravamo obbligati ad onorarlo. Tuttavia le assicuro che i nostri conti sono pubblicati annualmente e sono sottoposti a seri controlli». Una cosa è certa: da oggi si cambia. «Stiamo già sottoponendo le procedure a una verifica per assicurarci che una situazione così non si verifichi più. Nessuno dei nostri dipendenti può vantare un contratto del genere, l' attuale segretario generale Salil Shetty ha un salario annuale più alto di quello che aveva la signora Khan ma è nella media di quelli di una organizzazione non profit per la stessa posizione». Nata in Bangladesh, Irene Khan era arrivata alla guida di Amnesty nel 2001 con in tasca una laurea ad Harvard e una carriera ventennale all' Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. È stata la prima donna, la prima asiatica e la prima musulmana a scalare la vetta dell' organizzazione. Ma il suo regno non è stato esente da critiche. La sua prima campagna fu per la chiusura del carcere di Guantanamo ma mai una parola si levò sui legami di alcuni detenuti con i talebani e i gruppi terroristici. La sinistra non le perdonò di non aver fatto abbastanza per condannare gli abusi in Iraq da parte delle truppe britanniche e americane, soprattutto durante lo scandalo di Abu Ghraib. La sua missione, è la critica unanime che le è stata fatta, sembrava essere volta a combattere la povertà concentrandosi più sui diritti economici degli individui che su quelli politici. Era questo il suo cavallo di battaglia. E, in effetti, i suoi di diritti li ha tutelati benissimo. Monica Ricci Sargentini RIPRODUZIONE RISERVATA **** Chi è La vita Irene Zubaida Khan è nata il 24 dicembre del 1956 in Bangladesh Si è laureata in diritto internazionale e diritti umani ad Harvard La carriera Dopo 20 anni passati all' Alto Commissariato Onu per i rifugiati è diventata segretaria generale di Amnesty, dal 2010 è al Daily Star (20 febbraio 2011) - Corriere della Sera
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Post n°2 pubblicato il 13 Marzo 2011 da sendMeAnAngels
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