Senologi Scalzi

LE BASI NEUROBIOLOGICHE DELLA MORALE


8 novembre 2014 - ore 9.45 Sala Congressi dell’Ospedale Moriggia-Pelascini, Gravedona (Como)Conferenza organizzata dall'Accademia di Senologia di GravedonaReport a cura di Chiara Rogantini,studentessa dell’Accademia di Senologia di Gravedona Il relatore dr. Giorgio Macellari introduce la conferenza illustrando il caso emblematico di Phineas Gage, minatore della metà del 1800 che rimase vittima di un brutale incidente: un’asta di metallo gli trapassò il cranio e lesionò la corteccia frontale del cervello.Questo avvenimento gli cambiò la vita: da quel momento, infatti, egli divenne uomo libertino, abbandonò la famiglia e adottò uno stile di vita in cui la morale era completamente degenerata. Appare subito chiara la posizione del relatore: la morale si basa su meccanismi biologici pre-razionali e pre-definiti che albergano nel nostro cervello da prima della nostra nascita. Sono sei le emozioni primordiali che ci accomunano agli animali: gioia, paura, rabbia, dolore, disgusto e sorpresa. Queste, suscitate in noi da stimoli esterni, inducono espressioni facciali caratteristiche, poi associate a giudizi morali (gioia è bene, disgusto è male). Sono le emozioni che assicurano la nostra omeostasi vitale ed è su queste ultime che nascono i nostri parametri morali e le nostre scelte morali basilari. Così come gli elefanti piangono i defunti e i pipistrelli ematofagi nutrono i simili malati, noi uomini basiamo la nostra vita su cardini morali (sottomettersi all’autorità, reagire a punizioni ingiuste, non uccidere i conspecifici..) che altro non sono che comportamenti puramente istintivi, inconsci, biologicamente impressi, sui quali possono agire varianti culturali, che rendono le dottrine morali nel mondo estremamente mutevoli e mutabili.La conclusione é che l’uomo ha una competenza morale (l’etichettatura bene-male) vincolata a una grammatica morale (il cervello), che la rende pre-razionale ma non assoluta, né statica ed eterna e perciò estremamente ricca e fluida, come la natura umana.La parola passa a Monsignor Angelo Riva, il quale ribatte con convinzione alle parole del dottor Macellari, chiedendosi subito come possa non esistere un ‘qualcosa in più’ della pura neurobiologia. Egli crede fermamente nell’esistenza di una trascendenza, chiamata da molti ‘anima’ o ‘mente’, che ci rende capaci di sfuggire allo schiavismo degli impulsi animali dettati dal nostro cervello. L’uomo in quanto tale è dotato di libero arbitrio, ovvero della capacità di dire NO a ciò che il corpo ci comanda, di scegliere coscientemente cosa è bene e cosa è male, di elevarsi al di sopra del livello appartenente agli animali, ai quali certamente siamo accomunati e accomunabili ma di certo superiori, in quanto esseri dotati di capacità morale, ovvero di capacità di giudizio.Il relatore suggerisce di assumere una posizione di positivo stupore di fronte alle neuroscienze, senza dimenticare però che il puro BIOS non esiste, non può esistere: anche le tendenze comuni, quelle che il dr. Macellari ritiene essere puri schemi pre-razionali inconsci, sono ETOS, sono scelte ‘morali’, intendendo con moralità non ciò che è dettato dal cervello ma bensì dalla nostra ‘anima’ o ‘mente’.  Citando tra le tante la teoria del falsificazionismo del filosofo Karl Popper, egli conclude sottolineando la relativa ‘fragilità’ delle scoperte neuroscientifiche, valide fino ad oggi, ma domani? Chissà.