Senza di Te

The terminal


venerdė 26 agostopasso in tintoria e lascio giacca e pantalone. Per evitare l'imbarazzo, tengo il risvolto macchiato dall'altra parte.Prima di uscire mi accorgo che A. č online, sento una certa tensione, dico che andro' al Co. e mi dice che mi raggiungerā. C'č qualcosa che non va.Alla solita ora sono giā in tangenziale. Faccio la benza, ed entro al Co. in tempo utile. Mi prendo da bere emi guardo attorno. Non so se riusciro' ad avere tempo x me e i miei attacchi stasera. Vedo A. appoggiato alla colonna, mi avvicino col mio bicchiere in mano. Bacio, bacio e ha una faccia veramente strana. Decido che devo levarmi ogni dubbio, ma sapevo giā tutto. Gli chiedo delle vacanze e di come mai erano andate male.Suo papā č morto. Ci eravamo sentiti fino alla sera prima del suo arrivo, quando l'indomani sarebbe andato in aeroporto a prenderlo. Invece suo papā non č mai arrivato. Non ha retto all'emozione di rivedersi dopo un anno e mezzo, non ha retto la tensione di affrontare il volo intercontinentale. Non sono arrivati in tempo i soccorsi. A. č stato a casa un mese, con la mamma e la sorella. Ora era tempo di tornare, qui dove non c'č nessuno. Mi si stringe il cuore, ma non posso farmi travolgere. Arriva L. con qualche chilo in pių e l'abbronzatura che si vede anche al buio. I suoi amici stronzi che immancabilmente ignoro.  Mentre A. va a prendersi da bere, c'č A. che mi guarda. Gli parlo, ci sfioriamo ma oggi non č il caso. Gli presento A. prendono a parlarsi in spagnolo, c'č troppo rumore x seguire la conversazione a 3. Faccio un giro. M. che mi bacia sulle labbra, e poi il glambear. E. con la maglietta che non riesce a contenere i pettorali e i bicipiti. Non so come, riesco a convincere alle 2 che x A. č tempo di andare a casa. Il morale č sotto i piedi, il mio secondo long mi manda su di giri, sono iperattivo. Mi faccio male vedendo quella bistecca alla fiorentina con cui volevi sostiruirmi e capisco che non č gelosia, mi sto cuocendo. Non mi caga, chissā cosa avrai raccontato di me. Mi monta l'odio per l'insofferenza e la rabbia all'idea che tu ci sia stato male. Esco di lā e attacco bottone con E. Gioco della seduzione, gioco dei baci piccoli, delle carezze morbide. Ho il campo libero ma non so finoa quanto posso spingermi, dice e non dice. Vuole cambiare lavoro. Prima di uscire riesco ad allungargli la mia email x il cv. Non credo la userā. Io il mio lavoro ce l'ho. L. che mi guarda dalla sedia e non ne puo' pių e si stupisce delle grasse risate di E.Accompagno L. a casa, sono brillo e gli parlo a raffica di te. Ci ribecchiamo online, sono quasi le 5, entrambi insonni ed agitati.