Senza di Te

Giada


domenica 11 settembrequando apro gli occhi sento forte il bisogno di andare al bagno, la sveglia non è ancora suonata. Innaffio tutto e aspetto di risvegliarmi completamente. M. non dorme, è quasi mezzogiorno, colazione saltata, fuori la luce annuncia un'altra giornata mitica.Decidiamo di fare un salto x la benedizione, ma la J. non c'è è in teelconferenza.Arriva C. e finalmente ci congediamo definitvamente. M. non ne puo' più. Continuerà x tutto il giorno a lamentarsi dell'insistenza.Chiamo P. dice che ha ricevuto in ritardo i miei SMS. Mi invita x pranzo  o x un caffé. Propone di andare da G. al cinese. M. e G. boicottano, se la tirano, si coalizzano, ma alla fine mi vogliono bene e mi assecondano.Arriviamo un po' in anticipo davanti al ristorante, quando arriva P. non me ne accorgo, stavo solo guradando quel fusto che chiudeva la moto e... quando si gira mi sorride.G. è piacevolissima, sa tutto a memoria, si ricorda di tutti e di chiunque. P. mi accarezza, G. fa le facce. Riparte con la teiera. Rido. Avrei voglia di baciare P. a lungo, invece mi accontento di rubarne solo uno giù nel bagno.Quando usciamo G. ci regala gli uccelletti con le ali e la coda mobile, che faranno compagnia al tuo pescetto sul micro-onde. Facciamo un giro lungo i Fori. P. mi saluta. Ci abbracciamo e spero di rivederci presto.M. e G. mi portano a vedere le rovine. Il Mamertino con la sua storia angusta, i resti vari. Mi piace questo angolo di mondo e di storia. Non ci ero mai passato attraverso!Dal colosseo prediamo la metro e passiamo a prendere le valigie. Ci facciamo un gelatino e prendiamo gli arancini x la cena sul treno.In stazione mi giro intorno x vedere se c'è B. Mentre sono sotto la scaletta con G. lo vedo avanzare con la sua maglia verde, il pizzo e la faccia scura. Lo accompagna un armadio che potrebbe contenerlo. Come al solito mi guarda e stenta a riconoscermi e a salutarmi.Saluto G. Il treno parte. M. dorme. Ancora i segni dello yogurt e della nutella sul viso. B. dice che potremmo vederci tra la 8 e la 9, manco fossimo a NY.Comincia un viaggio strano, fatto di racconti. La luce che emano dai miei racconti, la recensione della città e di Botero. I miei viaggi. Il suo w.e. inaspettato. E' cotto ormai. Riesco a farglielo confessare. Avverto la sua totale confusione. Io cambio atteggiamento. Si spinge e si ritira come una marea. Ci facciamo le foto con l'autoscatto, a volte sembra esserci sintonia, a volte mi fa capire che non ce ne sarà mai.Dividiamo un arancino, si chiacchiera anche con M. Ma quando esagero e si scompone, mi accorgo di aver passato il segno.Mi irrigidisco e torno al mio posto. Per oggi già danni.Torniamo a casa e mi sento un bisturi da crioterapia. Cerco di eliminare ogni emozione. Ho lasciato la macchina fotografica nello zaino di M. Spero di rivedere presto le mie foto.