Creato da Privodanima00 il 29/03/2010
Secchezza del miocardio

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Arancione.

Post n°1 pubblicato il 29 Marzo 2010 da Privodanima00
 
Foto di Privodanima00

Mi stai chiamando? Era tua quella voce? Nel dormiveglia ti ho sentita come un sospiro.
Come quando stavo per morire. Mi hai chiamato ed aprendo gli occhi ti ho vista al mio fianco. L'unica persona che non piangeva.
Sorridevi, come se fossi sicura che mi sarei risvegliato da quel buio coma.
Ricordo tutto, la coperta dorata, i miei pantaloni abbassati i miei genotori che si guardavano per trasmettersi un pizzico di forza ed un ricordo annebbiato... Un sogno senza senso, una bambina dai capelli rossi ed uno specchio vittoriano posato su di un mobile antico. Un vestito azzurro di seta, credo, gonna larga e persone sconosciute che mi riempivano di attenzioni. Ho un nome che non mi appartiene, ma ricordo ogni sfumatura del quadro che dominava la sala, pennellate angosciose di marrone scuro e blu oltreoceano, macchie verde vescica su uno sfondo viola ematoma e occhi piccoli e neri, crudeli e feroci. Nella mia mente di bambina era lui l'impersonificazione del male ed era sempre lui quello da non guardare mai negli occhi mentre sudava ed ansimava nelle mie orecchie.
Dovevo chiamarlo signor padre e quando mi uccise, sognai di essere un uomo, immagini ovattate di un mondo strano e sfocato e rispondevo ad un nome diverso da quelli che avevo sentito nella mia breve vita.
Sognai di gente in lacrime e di rumori che non sapevo definire. Sognai di lampade dalla luce fredda, come la neve e di coperte fatte d'oro. Poi aprendo gli occhi vidi un ragazzo, più grande di me, aveva gli occhi neri, ma grandi e buoni e sorrideva come se fosse sicuro che nessuno sarebbe andato via quel giorno.
Avrei voluto dirgli che le cose non stavano proprio così, ma avevo qualcosa che ostruiva la mia gola. Riuscii solo a sorridergli di rimando. Lui mi prese una mano e se la posò sulla fronte, chiudendo gli occhi.
Poi tutto assunze tonalità di blu e bianco e qualcuno chiamò il mio nome. Non conoscevo quella voce, ma sapevo di potermi fidare.
- Mi dispiace, mi dispiace per tutto il dolore e per tutta la paura.-
- Non ti preoccupare, sono solo frammenti che completano il quadro. -
- Un quadro grande, a quanto pare... -
- Grande come 13 vite. -
- Ma con colori che non angosciano... -
- No, solo tonalità di rosso vermiglione e giallo di cadmio scuro. -
- Mi sa che mi sono innamorato di te. -
- E' ancora presto, fra due vite ne potremo riparlare. -
- Non manca molto... -
. No, in realtà è solo il tempo di un sospiro. -

Le ore scorrono così lente, ho paura di dimenticare e così in preda al panico cerco nella mia mente il suono ed il colore di quella voce. E' sempre lì limpida come quella drammatica notte ed il suo nome e inciso con il fuoco sul cuore. Arancio-ocra provenzale.

Due vite, ancora due e potremo parlare nuovamente.

 
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