Post n°67 pubblicato il 21 Dicembre 2007 da senzalanima
Quattro ore di ascolto e di dialogo con me stessa. Quattro ore di tempo che corre avanti e indietro dal 1914 a quel futuro che nemmeno so immaginare. Stimoli per i miei sensi, cibo per l'anima, riflessioni che partono e non si fermano. Mi ritrovo in quella barca, sento le emozioni di quegli uomini, i diari di bordo, le loro parole. Mi sembra di vedere il gatto maschio con il nome da signora vagare per la barca, con la speranza del successo prima e la speranza della sopravvivenza poi. Scendo dalla barca con gli occhi lucidi, entro in macchina sapenso che ho trovato una nuova consapevolezza nelle parole di Ziarelli, che è ben riassunta da Pynchon: "Attendi. Tutti noi abbiamo un Antartide" Mi vengono in mente mille collegamenti, torno a giocare con significanti e significati come se ogni minuto di questi trenta anni fosse stato solo una battuta del dialogo infinito che è alla base della mia esistenza. Ho fatto il viaggio verso casa con la testa che girava di stupore in stupore, assaporando ogni nuova idea come un susseguirsi dei sorsi di scuro syrah. Sono uscita da quel seminario più cpnsapevole, più toccata, più emozionata e emozionabile ma anche più serena. Niente, nessuno, potrà mai togliermi la mia Antartide e io ho la fortuna di avere dei compagni di viaggio altrettanto eccezionali di quelli di Shackleton.
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