Setoseallegorie

MARE E VENTO


Spesso sono definiti empirici ma dovrebbero essere definiti "pratici": sono metodi che classificano fenomeni naturali senza strumenti ma basandosi sull'osservazione degli effetti. Tali metodi permettono di classificare e inquadrare rapidamente la rilevanza e la pericolosità di fenomeni quali ad esempio i terremoti valutando ciò che accade intorno.  Questi metodi sono sufficientemente precisi se l'osservatore è in grado di stimare correttamente quanto vede evitando valutazioni soggettive ed emozionali e permettono di valutare e comunicare ad altri rapidamente l'intensità di un fenomeno senza l'ausilio di strumenti quasi sempre indisponibili. Ne sono esempi la scala Mercalli per la valutazione dei terremoti e quella realizzata dall'ammiraglio Beaufort nel primo '800 per stimare le condizioni del vento e del mare. Come è noto sono le correnti marine a determinare i grandi spostamenti di massa nei mari, ma ai fini della navigazione è il vento e il moto ondoso superficiale da questi determinato ad essere rilevante. I due fenomeni sono talmente connessi che nell'uso comune si tende a confondere "forza del vento" e "forza del mare" identificandoli come un fenomeno unico: in effetti ai fini pratici è proprio così e fu proprio Beaufort a mettere in relazione in modo accurato le condizioni del mare con la velocità del vento. Naturalmente allora, in un epoca nella quale la navigazione a vela era fondamentale l'elemento vento era prioritario mentre oggi lo è di più la componente mare e anzi si tende ad inserire nella scala originaria elementi di valutazione terrestri ( W E B)