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PERCORSI DI GABRIELE D'ANNUNZIO


D’Annunzio è considerato l’esponente più emblematico del Decadentismo italiano e l’analisi della sua personalità riguarda, oltre che la storia della letteratura, l’intera storia della cultura di massa, della politica, del costume e della società italiana tra l'Ottocento ed il Novecento. Per un lungo periodo, gli stereotipi da lui creati hanno rappresentato infatti un modello imitato in ogni campo della vita nazionale. In D’Annunzio, vita e letteratura si intersecano e si confondono, creando una figura variegata e ricca di sfumature contraddittorie. E' sempre rimasta costante in lui l'attitudine a trasformare se stesso in personaggio e a far coincidere l’arte con la realtà.   Lo scrittore pescarese si è formato su una cultura di tipo tradizionale ma, di fronte agli sconvolgenti mutamenti e alle rapide trasformazioni indotti dalla società industriale, ha avvertito con chiarezza la crisi della cultura umanistica minacciata nella sua stessa sopravvivenza. A questo rischio ha reagito sublimando la nuova realtà tecnologico-industriale e affidandosi ad una sorta di “religione” della bellezza e dell’arte, volta a improntare la propria vita sul culto del bello. Questo comportamento potrebbe sembrare in contraddizione con la cultura decadente, che suggeriva un totale disprezzo ed atteggiamento di superiorità nei confronti della massa, con la conseguente emarginazione dalla società; in realtà anche D’annunzio, proprio a causa del suo ruolo di guida, si poneva al di sopra di essa, poiché la condizione di guida, implica di per sé una certa superiorità. ( W E B)