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IL COMICO


Che cos'è il comico? Perché ridiamo? Queste e altre simili domande hanno suscitato la curiosità di tanti filosofi come Platone e Aristotele, Spinoza, Hobbes, Descartes, Vico, Voltaire, Kant, Schopenhauer, Bergson, Croce; retori quali Cicerone e Quintiliano, poeti come Pirandello e Baudelaire e persino il padre della psicoanalisi Freud. "Quella del comico è una tematica complessa, a capirlo si è risolto il problema dell'uomo sulla terra". Così Umberto Eco nella prefazione al libro di Giorgio Celli, La scienza del comico, stabilisce i termini di tale assai discussa categoria . Vorremmo  dare qualche definizione... prima di tutto da quella di comico, poi di ironia, satira e umorismo, utilizzando il vocabolario di italiano Dir. Alla voce comico, si legge: "Che è proprio della commedia. Genere comico contrapposto al tragico, nell'antica classificazione dei generi letterari. Che ha comicità, che suscita il riso: cogliere il lato comico di una situazione". Alla voce comicità, invece, troviamo: "comico quotidiano" . Alla voce umorismo: "modo di osservare il mondo e di rappresentarlo con racconti, battute, osservazioni, opere d'arte che ne mettano in risalto gli aspetti incongruenti, paradossali, comici, assurdi, ridicoli".L'ironia, invece, è "una particolare forma di finzione che consiste nell'esprimere a parole il contrario di ciò che si vuol significare, in modo tuttavia da lasciare intendere (soprattutto con l'intonazione della voce) il vero pensiero. Frequente nel parlare comune, per deridere o rimproverare o constatare un evento deplorevole. L'ironia può essere bonaria, sottile, arguta, fine oppure pungente, beffarda, pesante addirittura feroce. Oppure l'ironia viene definita come svalutazione eccessiva, reale o simulata di se stessi, del proprio pensiero oppure come umorismo sarcastico e beffardo". (w e b)