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CUBISMO


La pittura tradizionale era di stampo naturalistico, ovvero le immagini del dipinto riportavano esattamente l’essenza della realtà. Queste tecniche pittoriche avevano trovato  ampio fulgore nell’era rinascimentale, quando un quadro risultava davvero prezioso attraverso la sua fedeltà  plastica e quella del colore. Detti crismi erano definiti col termine di corrente “accademica”. In seguito all’Impressionismo questi principi sono stati superati, da alternative pittoriche del tutto diverse, dando all’immagine una dimensione prettamente coloristica,  tecnica seguita dal Manet.Il colore sembra diventare il nuovo interprete delle impressioni pittoriche, infatti si usano pigmenti diversi dalla realtà effettiva che si sceglie a modello. Grandi cambiamenti  nella prospettiva sono effettuati da Paul Cezanne, esasperati poi in fome del tutto innovative ds Pablo Picasso, le cui opere sono rappresentate da frammenti della realtà, miscelati in modo assai originale e insolito e, apparentemente incomprensibili. Da queste opere nacque il nome di Cubismo, in quanto le composizioni del Picasso davano l’impressione di sfaccettature di cubi. Il cubismo, così detto sintetico, rivoluziona l’idea classica del quadro, indicando l’opera stessa come pura realtà e non rappresentazione della stessa. Altri artisti che fanno parte di questa corrente sono Georges Braque e Daniel Henry Jahnweiler. Si è svolta un anno fa, a Roma,  un’importante esposizione intitolata “Cubisti Cubismo” al Vittoriano. Essa ha presentato presenta oltre duecento opere rappresentative del movimento artistico creato dal Picasso, provenienti da alcuni importanti musei mondiali, espondendo oltre a pitture, scultue, oggetti di design, costumi, musiche e documenti.Silvia De Angelis tutti i diritti riservati