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L'INDIFFERENZA


L’indifferenza è arte. L’indifferenza è quella sottilissima arte che fa di colui che la coltiva un ingenuo artista del cinismo e della freddezza di spirito. L’indifferenza è un stato psicofisico che non ammette alcun sentimento. I sentimenti sono, per colui il quale usa l’indifferenza, come l’acqua del mare su un qualsiasi castello di sabbia: a mano a mano indebolisce i granelli che bagnati scivolano sul sale che avvolge la spiaggia lasciando spazio non più ad un castello ma a qualcosa di indefinito, segnato dalle crepe e impregnato di instabilità. Così, una persona che vuol usare indifferenza non può essere credibile se sfiorata dal sentimento, qualunque esso sia. Credo che a qualcuno di voi sia successo almeno una volta: cercare di essere indifferenti e riuscire solo nell’apparire goffi e imbarazzati. Questo accade perchè in fondo quella persona non merita la nostra indifferenza o semplicemente cerchiamo di attuare qualcosa che non è contemplata nel nostro “modus vivendi”. Essere indifferenti è come avere a che fare con una penna: la usi, la mangiucchi poi la metti a posto, la lasci lontana da qualche parte, imprechi se non la trovi e quando la trovi è la cosa più ovvia del mondo. Una persona che ci è indifferente, in effetti, la trattiamo un pò cosi: le parliamo, poi non ci serve, poi la salutiamo e le consigliamo e se non riusciamo a contattarla quando ci serve ce la prendiamo pure con lei, ma quando poi ci saluta è ovvio che sia cosi, ma per noi resta comunque una dei tanti. Essere indifferenti può risultare veramente utile, ma anche veramente dannoso; ci può dare un mano a soffrire di meno, ma ci si può rivoltare contro. L’indifferenza è l’apatico (ma non troppo) sotterramento di ogni sentimento umano che può durare una serata al pub, una settimana in vacanza o un anno intero… L’indifferenza è il lento incedere della morte del sentimento. Si, perchè un sentimento va coltivato sempre e comunque. Nessun sentimento vive senza sincera espressione dello stesso. Si, può tradire e amare. Ma non si può essere indifferenti e amare. Oppure essere indifferenti e giurare amicizia eterna, impossibile. L’indifferenza erode anche i sentimenti più veri, che per un motivo qualsiasi fanno spazio, o meglio, vengono seviziati e neutralizzati da questo potente anestetico che se usato in modo consapevole ed esatto (non giusto, “il giusto” è relativo) può creare danni enormi. Si usa l’indifferenza per dimenticare, per litigare, per non voler vedere, per evitare una persona che non ci piace o ci infastidisce. Quante volte abbiamo usato l’indifferenza per evitare qualcuno che “a pelle” non c’è piaciuto o perchè semplicemente non era il momento adatto per conoscere nuove persone? Quante volte per stanchezza? “Mamma mia, e ora questo a chi vuole rompere i coglioni…uff.” Quante volte per pigrizia o chissà cosa? Mille volte. Però l’indifferenza la usiamo anche, o forse soprattutto, per ridefinire il nostro passato.  (WEB)