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AMORE E SOFFERENZA


Siamo abituati a considerare l’amore un mistero. Ci accontentiamo di sapere ciò che appare ovvio mentre affidiamo ogni ulteriore conoscenza ai miti, fin troppo ingannevoli, della cultura romantica dell’ottocento. Persino gli esperti hanno disertato a lungo l’argomento, eppure i fatti amorosi rendono bella, o brutta, la nostra vita più di molti altri, perciò una riflessione appare appropriata. Provare a chiarire il senso (la finalità) del sentimento amoroso non è cosa che si possa fare in poche righe, si può invece considerarne un aspetto e tentare di affermare qualcosa che... stia in piedi. L’esperienza di psicoterapia, oltre quella personale, mi conferma un diffuso interesse circa la possibilità di contenere la sofferenza amorosa. E’ un aspetto che vale la pena di approfondire, in questo e in successivi articoli. Ripensando alle storie d’amore che conosciamo, di solito, accanto alla felicità, troviamo dolorose rincorse di mete irraggiungibili e sordi, o furiosi, risentimenti. La sofferenza amorosa è vecchia come la storia dell’uomo e non sembra siano state proposte finora cure veramente efficaci. Si può fare però qualcosa di più sul piano della… prevenzione. In amore si soffre per un’attesa delusa. Forse la porta d’ingresso del disagio è proprio la qualità delle aspettative. Chi ama, e più ancora chi s’innamora, ha dei desideri. Non potrebbe essere altrimenti, poiché il gran coinvolgimento che accompagna queste vicende, è dato proprio dal fatto che sono in gioco nostre aspirazioni profonde. Presentarsi all’appuntamento della partita amorosa prendendo troppo sul serio la possibilità di dare piena risposta a queste, pur legittime, aspirazioni può risultare un comportamento…a rischio. Non tanto perché questo mondo sia una valle di lacrime, o a causa della cattiveria e follia del partner, quanto poiché non abbiamo, forse, abbastanza riflettuto circa il tipo di partita che stiamo giocando. Il "problema" è che la persona amata ha, anche lei, delle legittime aspettative mentre non è per niente detto che siano complementari alle nostre, o che lo siano nella misura capace di soddisfare in pieno i nostri desideri. Ammesso che continueremmo a sentirci innamorati se questi fossero completamente soddisfatti. Complica le cose il fatto che non sempre i desideri sono vissuti con carattere di reciprocità: voglio che tu sia "tutta" mia; non desidero però essere proprio "tutto" tuo. Diviene allora necessario giocare una partita. Come in tutte le partite sarebbe comico pensare che l’altro giocatore giochi per far vincere noi, anche se proprio questo sembra essere il sogno dell’innamorato. Il gioco interessa entrambi, ma ciascuno gioca per se. Chi ama vede troppo spesso questo "essere altro" del partner come un insulto alla bellezza dell’amore e ne soffre, con rabbia o con dolore. Per soffrire meno, bisogna quindi amare meno? Forse. Oppure correggere l’aspettativa che l’amore possa essere una cosa ci aiuti a prendere sonno…(WEB)