Setoseallegorie

ANGELI CARI


 
Langue un sibilo di vento su velata mestizia calpestata dal frinire d’un’eco lontana Sul talamo onirico del “non più essere” faville sfocate evocano la reminiscenza d’una stella nel suo vagito rivolto al cielo per un gemito che non muoia@Silvia De Angelis