Messaggi di Aprile 2018
Post n°1622 pubblicato il 30 Aprile 2018 da das.silvia
|
Post n°1621 pubblicato il 27 Aprile 2018 da das.silvia
Nel tuo vanesio contraltare
suoni di vita
perdo il filo emotivo
d’un dire sensuale
che s’insinui
nelle curvature increspate
Cotono le parabole della mente
per ragguagliare il passo al tuo
ma l’alfabeto di terra
si fa distante assai
rendendo roco il confine…
@Silvia De Angelis
|
Post n°1620 pubblicato il 24 Aprile 2018 da das.silvia
|
Post n°1619 pubblicato il 21 Aprile 2018 da das.silvia
È un luogo comune chiamare i nostri gatti "animali domestici", da compagnia. Chiunque condivida la propria vita con un gatto, però, potrà dirvi che, a prescindere da quanto noi si possa voler decidere il momento in cui dar loro da mangiare al mattino o farli rientrare in casa la sera, i gatti sono addomesticati soltanto in parte. |
Post n°1618 pubblicato il 19 Aprile 2018 da das.silvia
A volte l’intrecciarsi di alcuni eventi, ci costringono a soffermarci su decisioni dell’attimo, che mai avremmo pensato di poter prendere…..Il fato? la casualità? o quale altro marchingegno contribuiscano a far modifcare i nostri pensieri, è una cosa davvero inspiegabile. Sembra che una serie di eventi, collegati fra di loro raggiungano un punto cruciale, dal quale sembra impossibile districarsi e bisogna proprio cambiare direzione.
Questa modifica apporterà dei cambiamenti nella nostra vita? Ci saranno nuove inaspettate aperture che avranno un risvolto positivo? Ciò, inizialmente, si ignora.
Personalmente sono per i rinnovamenti, che, in ogni caso ci temprano e ci mettono incondizione di dover affrontare nuove situazioni. Certamente queste ci tempreranno e aumenteranno il nostro bagaglio di esperienza, grande maestra di vita.
Effettivamente l’esperienza va sempre presa in considerazione, perché ci dà modo di conoscere, in anticipo, il risvolto di un determinato evento, permettendoci di affrontarlo nel modo più saggio, o, almeno, di non incorrere in qualche precedente errore…cosa che ci turberebbe non poco!
@Silvia De Angelis
|
Post n°1617 pubblicato il 17 Aprile 2018 da das.silvia
Nell’estensione d’un canovaccio motivato da figurazioni assidue s’addensano parole promiscue che ne ingrandiscano l’entità E quel tenace ripetere d’una didascalia che si fa mito se ne annovera la sostanza tramutata nella costante ideale d’un astrattismo di perfezione @Silvia De Angelis
|
Post n°1616 pubblicato il 15 Aprile 2018 da das.silvia
|
Post n°1615 pubblicato il 12 Aprile 2018 da das.silvia
Apparentemente estese all'infinito in ogni direzione, le alte cime delle montagne appaiono simili a duri nodi di roccia arrotondata che si siano levati fino a grandi altezze solo per precipitare lungo i declivi, ovunque simili a se stessi, come se tutti fossero in vetta al mondo; poi, mentre il sole batte implacabile, inevitabilmente il pensiero si volge ai grandi personaggi delle tre religioni monoteistiche che hanno camminato in queste terre e che sono stati intensamente influenzati dall'esperienza vissuta. Mosè, Gesù e Maometto, tutti raggiunsero le lande desolate per digiunare, pregare e per udire la voce di Dio, e fu proprio il deserto, con la sua vastità, l'asprezza spietata e la completa assenza di distrazioni, a condurre gli uomini più eminenti del pensiero religioso occidentale alla contemplazione, alla resistenza nei confronti delle tentazioni e, infine, alla rivelazione.
Le plaghe della penisola del Sinai, separate dal solco tettonico della Rift Valley lungo il confine orientale della Giordania, sono aride e in qualche modo repulsive, quantunque in ogni meandro degli alvei asciutti e intorno a ogni formazione rocciosa si trovi una sorpresa gradita: il paesaggio è composto da rocce accidentate, rosseggianti e brune, di granito e arenaria, quasi del tutto spoglio di piante, ma è colmo di ciò che rende tanto attraenti e formidabili questi deserti, la cui apparente vacuità è punteggiata all'improvviso da esplosioni di colore che tingono la pietra o dalla lussureggiante bellezza delle palme raggruppate intorno a una sorgente. Il deserto è senza dubbio un mondo estremamente aspro e duro, ma quanti riescono a dimenticare i luoghi comuni e a sopportare l'estrema scarsità d'acqua sono ricompensati da scorci di una bellezza assoluta e pura.
La vegetazione - come del resto le forme di vita animale - stenta a sopravvivere in un ambiente dominato da piatte estensioni di fango e di sale, separate da aride formazioni rocciose bizzarramente scolpite oppure scavate da gole serrate fra scoscese pareti di roccia rossa e gialla; piuttosto che di dune, infatti, il deserto del Sinai è cosparso di macigni smisurati, grandi come case, di singolarità geologiche prodotte dall'erosione e di splendide chiazze di verde disseminate nelle sporadiche oasi nutrite dall'acqua sorgiva, ricche di capelvenere e di fichi capaci di vivere in questo mondo spietato, in evidente contrasto con le sterili rocce che le sovrastano.(WEB) |
Post n°1614 pubblicato il 10 Aprile 2018 da das.silvia
La metropoli, chiamata Roma, è diventata, ormai, una megalopoli invivibile. Le periferie, espanse in modo esagerato, con costruzioni infinite, e pochissime strade di collegamento al centro, creano un disagio notevole allo scorrimento del traffico cittadino.
E’ quasi impossibile, riuscire a raggiungere la metropolitana, perché il parcheggio vicino è già colmo di autovetture alle sette del mattino ed i mezzi pubblici, ridotti, passano ad una frequenza invivibile.
Morale della favola, si è costretti a fare “vita di quartiere” senza allontanarsi troppo dall’abitazione, altrimenti si correrebbe il rischio di rimanere “imbottigliati” in qualche zona della città, rincasando ad ore impensabili.
E’ diventata impresa quasi impossibile recarsi in centro, viste le difficoltà suddette. Ci si rifugia, invece, “nei grandi contenitori”, detti centri commerciali, che ormai sono come delle piccole città, in cui si trova di tutto e di più.
Questa situazione è del tutto diversa, dalla vita di Roma di trenta anni fa, anni in cui, nella capitale si poteva ancora girare tranquillamente in largo e in lungo, senza limitazioni di sorta.
Credo quindi, che tutta la tecnologia di cui siamo dotati in quest’epoca serva molto a poco, se poi non si è in grado di poter camminare, senza problemi ,nelle varie zone della propria città, visitandone le bellezze e le tradizioni, ricordo di tempi remoti
@Silvia De Angelis 2018
|
Post n°1613 pubblicato il 07 Aprile 2018 da das.silvia
Nell’amalgama di vissuto autentico
sempre tu
ti distingui
per quell’incredibile identità
mormorante
su asincroni battiti di cuore
Ancora mi sconcertano
nel tempo
che mi fa invincibile tempesta d’emozioni
in quell’incedere d’istanti
senza voce
ma di gestualità
accorpata a un capogiro della mente
stropicciato su gelo
sciolto d’ardore
@Silvia De Angelis 2018
|
Post n°1612 pubblicato il 04 Aprile 2018 da das.silvia
|
Post n°1611 pubblicato il 01 Aprile 2018 da das.silvia
Un fazzoletto di terra a ridosso del Tevere dentro cui è racchiuso un concentrato di storia, religione, arte e politica difficilmente misurabile: questo è la Città del Vaticano ancora oggi, nonostante ormai, da quasi 150 anni, sia terminato il potere temporale della chiesa. Con l’arrivo di Jorge Mario Bergoglio il 13 marzo 2013, tuttavia, molte certezze sono andate in frantumi e nei fatti, tra i viali ordinati, le collinette con i prati sempre perfetti e verdissimi, i rari gendarmi e gli uffici che pullulano di funzionari laici e religiosi, di uscieri con la divisa un po’ logora, di segretarie e guardie svizzere, la stessa idea di stato vaticano ha cominciato a scricchiolare, quanto meno nella sua versione tradizionale. Le burocrazie interne – per lunga abitudine prudentissime, abituate a scorgere un pericolo in ogni sommovimento – non sono troppo contente, ma d’altro canto tra prelati e laici al servizio del papa nessuno pensa veramente che si possa fare a meno del Vaticano, anche se la corte pontificia non conta più niente e i gentiluomini di sua santità sono precipitati da qualche tempo in un meritato oblio. Prospettiva cupa Le cause di lavoro, inoltre, affollano il tribunale vaticano e il problema non dev’essere tanto secondario se Francesco, incontrando i dipendenti e le loro famiglie lo scorso 21 dicembre, ha detto: “L’altro giorno ho avuto una riunione con il cardinale Marx, che è il presidente del consiglio dell’economia, e con monsignor Ferme, il segretario, e ho detto: ‘Non voglio lavoro in nero in Vaticano’. Vi chiedo scusa se questo ancora c’è. Dobbiamo lavorare qui dentro perché non ci siano lavori e lavoratori precari”. Nel frattempo – almeno per ora – la vita di ogni giorno continua, con la consueta fila di gente che entra da porta Sant’Anna, in via del Mascherino, vicino a piazza Risorgimento, per accedere alla mitica farmacia vaticana dove ci si mette in fila per medicinali rari pagati magari a minor prezzo o per quei prodotti cosmetici extralusso “che dai preti costano la metà”, come recita una vulgata capitolina.(WEB) |
I MIEI LINK PREFERITI
LE MIE PUBBLICAZIONI
MENU
AREA PERSONALE
La Legge 22 aprile 1941, n. 633
e successive modificazioni,
tutelano i diritti d'autore.
Essendo i versi e/o i pensieri
inseriti in questo blog
di produzione e proprietà
della titolarità del blog,
eventuali illeciti
in tal senso verranno perseguiti
secondo le norme di legge.
e successive modificazioni,
tutelano i diritti d'autore.
Essendo i versi e/o i pensieri
inseriti in questo blog
di produzione e proprietà
della titolarità del blog,
eventuali illeciti
in tal senso verranno perseguiti
secondo le norme di legge.