Sfoghi

Capitolo VIII. III


Mel sarebbe tornata oggi alle dieci, gli aveva detto di prendere la sua macchina e andare all’aeroporto a prenderla perché aveva tanto bagaglio. Chissà che maglietta grossa era tornata a prendere. Le chiavi erano nel suo comodino, ci disse che se non la chiamava lui, lei avrebbe chiamato Carmen, per farsi venire a prendere all’aeroporto. Michele era turbato, a tavola cercai di strappargli qualcosa dalla bocca, ma fu inutile, volevo quasi farlo bere un po’… se solo ci fosse stato Bart, ma non sarebbe tornato almeno fino a domani mattina.    Mi spallavo un po’ senza Sean, non sapevo cosa fare ma lui sarebbe arrivato a casa alle tre, doveva ancora mangiare, gli avevamo lasciato un po’ di spaghetti, da passare con il burro come piacevano a lui. Oggi Hugh non era venuto con Carmen a casa, perché aveva una lezione, di non ho capito che cosa, poi andava a giocare a golf con il gruppo sportivo dell’università. Si sarebbe comprato un pezzo di focaccia da Teobaldo.  Lavai i piatti e stirai la mia roba e feci qualche altro lavoretto di casa intanto per far passare il tempo più velocemente. Quella casa era grande da pulire e gli altri inquilini non avevano molta voglia di farlo…    Andai in camera di Michele, lui era sdraiato sul letto e guardava il soffitto, mi avvicinai a lui:    “Miky che c’è?”.    “Niente mi scazza che se n’è andata a Parigi senza dirmi niente. Lei non è legata a me, … credo che mi usi.”.    “E cosa te lo fa pensare…”.    “Mi cerca solo quando ha le sue ‘voglie’ poi per il resto… che esisto o no se ne frega… la odio quasi”.    “Lasciala, cos’hai paura che ti butti fuori di casa?”.    “… No per quello no, me l’ha subito detto che se finiva per lei non cambiava niente…”.    “Hai trovato una uguale a te, lei è più forte e ti sottomette, ma con una più debole tu ti comporteresti nel solito identico modo…”.    “… Ma tu stai con Sean… vero?”.    “… ehm… si…” .    “l’avevo immaginato, voi sì che vi volete bene… che stupido!”.    “…”.