Il Diavolo in Corpo

Sì ai complimenti anche al Capo..


Si può esprimere ad un Superiore il proprio apprezzamento, senza per forza cadere nella piaggeria?Mia cugina Luisa, 42enne è Impiegata e da qualche mese ha un nuovo Capo che è davvero una persona stupenda, sia professionalmente sia dal punto di vista umano. E' felice che sia arrivato e spesso vorrebbe complimentarsi per certe sue scelte, che hanno portato a grandi miglioramenti in Ufficio. I suoi Colleghi pensano che Lei voglia solo ingraziarselo, per avere dei favori, ma non è così. Potrebbe pensare questo di Lei anche Lui, se gli esprimesse il suo apprezzamento?
Luisa è contenta di lavorare con Lui, lo stima, lo ammira ed è tentata di dirglielo. Ma la paura di essere considerata un'adulatrice e di attirarsi critiche la blocca. Fare i complimenti ad un Superiore è ancora lecito?
Nei rapporti migliori, anche i piu' semplici o i piu' amichevoli, l'adulazione e la lode sono necessari come lo è il grasso per far girare le ruote. Lo scrisse anche Lev Tolstoj nel suo celebre "Guerra e Pace", riabilitando in un certo senso i complimenti che, per alcuni, sono sempre espressione di una fastidiosa adulazione palese.Credo che, come sempre, la verità stia nel mezzo e che il criterio a cui attenersi sia quello della misura (che, peraltro, paga sempre e comunque, in ogni ambito). Sono anche convinta che si possa dire ad un Superiore che si approva una sua scelta o si è felici per una vittoria, ma che sia importante tenere d'occhio il confine che separa la cortesia (sempre apprezzabile) dall'adulazione (piuttosto insopportabile).Il fattore tempo e la spontaneità sono secondo me fondamentali, per intenderci, un "che bell'idea" buttato lì con un sorriso dopo che il Capo ha spiegato, per esempio, un nuovo progetto, è sempre meglio che chiedere un colloquio per decretare tutto il proprio apprezzamento, rischiando momenti di imbarazzo. Comunque la sicurezza di non esagerare è garantita dalla genuinità dei sentimenti, se si ammira davvero il proprio Capo, se si è realmenti contenti di lavorare con Lui, se si prova un'autentica soddisfazione per i suoi successi (che dovrebbero poi ricadere anche sui collaboratori), nulla vieta di tradurre in parole quello che si prova.
Guai, però, a fare complimenti troppo spesso, perchè si rischia di inflazionare gli elogi.Per finire ho consigliato a Luisa che per quanto riguarda i suoi Colleghi, non mi farei proprio problemi, se la sua coscienza (e sono certa che lo sia) è a posto, lasci che pensino quello che meglio credono. Ci vogliono intelligenza e metodo per conservare un posto di lavoro e la solo competenza a volte può non bastare, servono anche sensibilità, disponibilità, buon senso e la capacità di rendersi così utili da diventare indispensabili.