Il Diavolo in Corpo

Nome de plume..


La passione è uno specchio che obbliga a guardarsi dentro, fa scoprire nuove, infinite possibilità; desiderare una persona dello stesso sesso oggi può renderci libere, mentre solo 60 anni fa condanava all'infelicità. Ce lo dimostra il film Carol, ispirato ad un romanzo che svela molto della sua autrice, la maestra dei thriller Patricia Highmist.
E' la vigilia di Natale, in un grande magazzino di Manhattan, nel reparto giocattoli entra una elegante Signora bionda, indossa una pelliccia di visone color miele; i suoi occhi incrociano quelli di una giovane commessa. E continueranno a cercarli nel corso di tutto il film. Carol, nelle sale italiane dal 5 di questo mese, è la storia di un "amore scandaloso, ardito, contro". 
 Ambientato nel 1952, l'anno in cui uscì il romanzo da cui è tratto il film; nello stesso periodo l'American Psychiatric Association dichiarava l'omosessualità un "disturbo di una personalità psicopatica". Nel clima puritano e ottuso dell'America del periodo, quel tema era davvero compromettente (e personale) per poterne anche solo parlare, tanto che l'autrice, la Highsmith, scelse di firmare il romanzo con un nome de plume, Claire Morgan.Poi per piu' di 40 anni continuò a negare di avere qualcosa a che fare con quel libro e soltanto negli anni '90 ne ammise la paternità, accettando che uscisse una nuova edizione. Eppure avrebbe dovuto andarne fiera, perchè non le sarebbe mai piu' capitato di scrivere una storia (l'unica fra le sue in cui non si commette un omicidio) così calda ed appassionata, quella tra la 19enne Therese, commessa con aspirazioni artistiche, e la piu' matura e fascinosa Carol, Signora dell'alta borghesia newyorkese, è una love story a tutto tondo, che coinvolge e commuove. Ma forse incosciamente era proprio l'intensità con cui raccontava i sentimenti e l'amore a spaventarla (non a caso sarebbe diventata poi famosa per la sua ostentata misantropia). 
Presentato al Festival di Cannes con critiche entusiaste, adesso che è uscito nelle sale di tutto il mondo sta conquistando anche il pubblico e, probabilmente, sarà uno dei piu' pericolosi concorrenti ai prossimi Oscar, tra l'altro per i Golden Globe ha già ricevuto 4 nomination.Il momento in cui Carol e Therese si incontrano per la prima volta all'interno del negozio ricalca una scena quasi identica, vissuta veramente dalla Highmist; era il 1948 e lei, aspirante scrittrice appena laureata, lavorava in un magazzino durante le feste natalizie. All'epoca era fidanzata con uno scrittore, ma non si decideva di sposarlo, cercava risposte alle sue attrazioni ambigue in sedute di gruppo psicanalitiche, che l'abbiano aiutata o no, non divenne mai la Signora Brandel, né sposò qualcun altro.Il senso di ansia e suspense psicologica sono alte in questo film, viene raccontato lo stato d'animo di chi ama, quanto questo possa rendere fragili e vulnerabili, e subito dopo spingerti invece a scelte coraggiose. Carol e Therese in fondo sono obbligate dalla società a pensare al loro innamoramento come ad un crimine. 
Non intendo raccontare tutta la trama, vi consiglio di vedere questo film con un finale decisamente fuori dagli schemi per l'epoca, prima di questo romanzo i personaggi omosex, sia uomini sia donne, finivano sempre per pagare la loro deviazione a caro prezzo, con un suicidio o con una "redenzione" verso l'eterosessualità, oppure collassando, soli e miserabili, verso una depressione senza ritorno.In modo radicale e coraggioso, la Patricia Highmist decise, dopo aver narrato le sofferenze della coppia, di osare un finale scioccante proprio perchè aperto ed ottimista.E anche il film si chiude con quella frase attesa e magica.."I love you"