Mi piace entrare nel bar è trovare sul bancone il caffé come piace a me, scambiare due chiacchiere con i clienti abituali.
C’è quello che appena entra va a specchiarsi nella vetrata; c’è quello che legge la Gazzetta; c’è la Signora che dopo il turno di notte si preoccupa per le faccende domestiche che l’attendono. E poi non bisogna dimenticare il barista, che ascolta pazientemente, che annuisce nel momento opportuno, che resta silenzioso, quando è necessario. Mi piace essere accompagnata alla porta da un ciao e da una buona giornata, frasi che non sono di circostanza ma autentiche, sincere. Sono quei saluti, le battute scherzose, che fanno sì che la giornata inizi nel modo migliore, e non tanto la tazzina di caffé, che potrei prendermi anche a casa.
La routine a volte può essere molto piacevole. E’ bello starsene in un ambiente familiare, sentirsi chiamare per nome.