Il Diavolo in Corpo

Na tazzulella e cafè...


 
 La tazzina di caffè, il classico dell'ordinazione da bar: nella grande traversata verso il prezzo di un euro e dieci centesimi. Finora ad aggiornare il prezzo sono stati solo pochi locali, adeguandosi al listino ormai in vigore da tre anni, ma gli altri non dovrebbero essere lontani.Siamo alla svolta? E' stata convocata nella sede dell’Ascom un’assemblea della categoria, sul tavolo anche la discussione su quel prezzo in ascensore. Non per mettersi d'accordo tutti, perché potrebbe sembrare un’intesa di cartello vietata dalla legge. Ma i titolari vogliono tastare il polso alla categoria, poi ognuno farà da solo. 
Ci sta insomma che nel giro di qualche settimana il prezzo più praticato diventi 1,10 euro, come succede già al nord. Le ragioni, dicono i signori del caffè, ci sono tutte, un prezzo medio fermo da anni, la materia prima che costa di più, l’aumento generalizzato dei costi di gestione dei bar, fra tasse, personale e servizi vari.In realtà la categoria resta divisa e non è affatto detto che dall’assemblea esca la linea del ritocco. Il gruppo dei perplessi, quelli secondo i quali un aumento di 10 centesimi inciderebbe poco sui ricavi, è nutrito. Che me ne faccio, spiega il titolare di uno dei grandi caffè cittadini, di un rincaro che mi porta in tasca 30 euro al giorno?Ma 30 euro per 30 giorni fanno quasi lo stipendio di un dipendente, e l’aumento ormai è maturo, commenta un altro.    Buon lavoro a tutti e buona giornata..