Il Diavolo in Corpo

I sapori di una volta..


 
 Fin da quando ero al liceo mi son chiesta come mai la bella vita bucolica in campagna, quella per intenderci dei braccianti e dei pastori, venisse cantata ed esaltata da artisti come Ovidio o Virgilio, che invece di andare in campagna a vivere in quell’eden continuavano a gozzovigliare, a spese di Mecenate, nella corte imperiale romana.E la risposta è che molti della meravigliosa vita agreste vedono sono quello che vogliono vedere, un mondo stile pubblicità, dove basta guardare il campo per far spuntare enormi spighe di grano, dove tutta la frutta è perfettissima e non esistono parassiti, erbe infestanti, funghi e muffe..Insomma il mondo dei puffi o
 del mulino bianco.
Peccato che la realtà fosse molto diversa e che molti profeti del biologico a kilometri zero e della decrescita felice non siano altro che degli sciroccati se in buona fede o dei pericolosi sobillatori in malafede.Supponendo che l’italia decida per l'autarchia alimentare, ovvero che tutto il prodotto in italia serva per sfamare gli italiani abbiamo..Nel 1901Il 62,1 dei maschi è occupato nell’agricoltura, il 21,2% nell’industria, il 16,7% in altre attività. Le femmine: il 60,9% nell’agricoltura, il 24,5% nell’industria, il 14,7% in altre attivitàQuindi per sfamare 100 persone 60 di esse devono lavorare nei campi e una persona che lavora nei campi riesce a produrre tanto cibo quanto ne basta per sfamare 1,67 persone.Nel 1951Il 42,2% della popolazione è occupata nell’agricolturaNel 1961Il 29,0% della popolazione è occupata nell’agricolturaNel 1971Il 17,2% della popolazione è occupata nell’agricolturaCento anni dopo, al censimento del 1991 (sempre su fonte del Corriere della Sera)nell’agricoltura sono occupati il 7,5% dei maschi e il 7,8% delle femmine.Quindi per sfamare 100 persone basta che ne lavorino 8, ovvero una persona produce tanto cibo da sfamare 12,5 persone.Tornare solo a colture 100% bio, come ai primi del 900 o volendo esser buoni al 1951 quando l'agricoltura italiana era ancora in uno stato pre industriale, significa che molti che adesso lavorano nei servizi ecc..ecc... dovranno tornare, se non vogliono morire di fame, d'urgenza nei campi a coltivare la terra. 
Questo gli apologeti del biologico km zero puntualmente omettono di dirlo; certo la bella vita bucolica, i sapori di una volta, la natura suona molto più evocativo di 10 ore nei campi a spaccarsi la schiena tutti i giorni, sabati e domeniche incluse, con il rischio in caso di infezione da parassiti o gelate improvvise di fare realmente la fame.