Il Diavolo in Corpo

Donne e Mafia..


 Oggi voglio parlarvi di Roberto Di Palma, Sostituto Procuratore della DDA di Reggio Calabria, da 20 anni impegnato nella lotta contro la mafia, che racconta il ruolo della donna all’interno delle organizzazioni criminali e, nello specifico, dentro la ‘ndrangheta. Figure troppo spesso sottovalutate e solo formalmente sottomesse, le donne “mafiose” rivestono funzioni chiave, educatrici dei figli e, quindi, cinghie di trasmissione dei valori criminali; merce di scambio nelle politiche matrimoniali per consolidare o stringere alleanze; valide aiutanti nel garantire la latitanza a padri, mariti, fratelli e figli; messaggere, all’esterno del carcere, degli ordini del boss; abili amministratrici degli affari di famiglia in assenza dei maschi. In mezzo a tutto questo, sprazzi di luce, “femmine” che si dissociano dall’organizzazione e parlano con i magistrati; ma anche donne “ribelli”, che appartengono alla società civile e si armano di coraggio per debellare quella piaga che proprio non riescono a tollerare, la mafia!Dodici appuntamenti da non perdere, dodici lezioni irripetibili, tenute da altrettanti Docenti, unici e straordinari, che della lotta alla criminalità organizzata hanno fatto la loro ragione di vita, anche a costo di mettere quella stessa vita in pericolo. Dopo una lezione introduttiva tenuta dal Presidente del Senato Pietro Grasso, seguono sette Magistrati, un Prete, un Giornalista, un Imprenditore, un Colonnello della Guardia di Finanza, tutti insieme, per raccontare agli studenti delle scuole superiori cos’è la mafia. Non quella raccontata dai film, dalle fiction o dai romanzi, ma quella vera, che sa di vita vissuta; quella che si insinua nella società, che sparge sangue nelle strade, che reperisce manodopera “giocando” sui bisogni primari del singolo, quella che inquina l’economia legale, che fa passare come favore ciò che è un diritto.
A tal proposito Giovanni Falcone disse..La mafia non è affatto invincibile, è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio, e avrà anche una fine. Piuttosto bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave e che si può vincere non pretendendo eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni.’.L'importante non è stabilire se uno ha paura o meno, è saper convivere con la propria paura e non farsi condizionare dalla stessa. Ecco, il coraggio è questo, altrimenti non è più coraggio, è incoscienza.