Creato da nina.monamour il 11/06/2010
 

Il Diavolo in Corpo

Di tutto e di piu'.....

 

Messaggi di Luglio 2018

Noi, semplicemente noi..

Post n°8471 pubblicato il 31 Luglio 2018 da nina.monamour

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Noi, che andare al mare nei sedili posteriori della 850 di papà o nella

1100 di nonno era una passeggiata speciale e serbiamo ancora il ricordo di

un bagno “pulito” a Rimini, Rapallo o all’Idroscalo.

Noi, che non avevamo videogiochi, né registratori, né computer, ma avevamo tanti amici lo stesso.

Noi, che per cambiare canale alla TV dovevamo alzarci e i canali erano solo 2.

Noi, che andavamo a letto dopo Carosello.

Noi, che sapevamo che era pronta la cena perché c'era Happy Days e Fonzie.

 


Noi, che guardavamo allucinati il futuro con “Spazio 1999” .

Noi, che se la notte ti svegliavi e accendevi la TV vedevi solo il monoscopio Rai con le nuvole o le pecorelle di interruzione delle trasmissioni.

Noi, che i pattini avevano 4 ruote e si allungavano quando il piede cresceva.

Noi, che chi lasciava la scia più lunga nella frenata con la bici era il più

fico e che se anche andavi in strada non era così pericoloso.

Noi, che dopo la prima partita c'era la rivincita, e poi la bella, e poi la bella della bella.

Noi, che avevamo il "nascondiglio segreto con il passaggio segreto".

Noi, che giocavamo a nomi-cose-animali-città.

Noi, che ci divertivamo anche facendo Strega-comanda-colori.

Noi, che ci mancavano sempre 4 figurine per finire l'album Panini (celò, celò, celò, celò, celò, celò, mi manca!).

Noi, che suonavamo al campanello per chiedere se c'era l'amico in casa, ma che a quelli degli altri suonavamo e poi scappavamo.

Noi, che compravamo dal fornaio pizza bianca e mortadella per 100 lire e non andavamo dal dietologo per problemi di sovrappeso, perché stavamo sempre in giro a giocare.

Noi, che bevevamo acqua dalle fontanelle dei giardini, non dalla bottiglia PET della minerale ed un gelato costava 0,50 lire.

Noi, che le cassette se le mangiava il mangianastri, e ci toccava riavvolgere il nastro con la Bic.

Noi, che sentivamo la musica nei mangiadischi sui 45 giri vinile (non nell’Ipod) e adesso se ne vedi uno in un negozio moderno, tuo figlio ti chiede cos'è.

 


Noi, che al cinema usciva un cartone animato ogni 10 anni e vedevi sempre gli stessi tre o quattro e solo di Disney.

Noi, che non avevamo cellulari (c’erano le cabine SIP per telefonare) e nessuno poteva rintracciarci, ma tanto eravamo sicuri anche ai giardinetti.

 


Noi, che giocavamo a pallone in mezzo alla strada con l'unico obbligo di rientrare prima del tramonto.

Noi, che trascorrevamo ore a costruirci carretti per lanciarci poi senza freni, finendo inevitabilmente in fossi e cespugli.

Noi, che ci sbucciavamo il ginocchio, ci mettevamo il mercurio cromo, e più era rosso più eri fico.

Noi, che giocavamo con sassi e legni, palline e carte.

Noi, che le barzellette erano Pierino, il fantasma formaggino o c’è un

francese-un tedesco-un italiano.

Noi, che c'era la Polaroid e aspettavi che si vedesse la foto.

Noi, che la Barbie aveva le gambe rigide.

Noi, che l'unica merendina era il Buondì Motta e mangiavamo solo i chicchi di zucchero sopra la glassa.

Noi, che il 1° Novembre era 'Ognissanti', mica Halloween.

Noi, che il Raider faceva concorrenza al Mars.

Noi, che a scuola le caramelle costavano 5 lire.

Noi, che si suonava la pianola Bontempi.

Noi, che la Ferrari era Lauda e Alboreto, la McLaren

Prost, la Williams Mansell, la Lotus Senna e Piquet e

la Benetton Nannini e la Tyrrel a 6 ruote!

Noi, che la penitenza era "dire-fare-baciare-lettera-testamento".

Noi, che ci emozionavamo per un bacio su una guancia.

Noi, che il Ciao e il Boxer si accendevano pedalando.

Noi, che nei mercatini dell'antiquariato troviamo i giocattoli di quando

eravamo piccoli e diciamo "guarda, te lo ricordi?"

E poi sentiamo un nodo in gola.

Noi, che siamo ancora qui e certe cose le abbiamo dimenticate e sorridiamo quando ce le ricordiamo.

 

 
 
 

La partita del sesso...

Post n°8470 pubblicato il 30 Luglio 2018 da nina.monamour

 

In passato si chiamava Peppi,

 

 

   adesso si chiama 

  "Antò fa caldo..."

 

 

Siamo in una località turistica... Estate contro inverno, la partita del sesso. Chi vince? D’estate, si fa meglio o peggio?

Caldo, sole, vacanze, esplosione di sensualità e libido o fuga dal sesso per il troppo caldo? E’ più afrodisiaco il sole, i bikini, il relax dell’estate o il vedo non-vedo e la ricerca del caldo corpo altrui nell'inverno?

Vediamo la “squadra” dell’ESTATE, diciamoci subito che la scienza ci dice come uno dei più potenti ed efficaci (e, con l'aria che tira… economici…) afrodisiaci verrebbe proprio dai raggi del sole! Sole che sarebbe in grado di influire in modo positivo sulla produzione di testosterone e quindi sul desiderio sessuale. 

Tutto parte dalla Vitamina D, una recente ricerca ha infatti messo in evidenza come la produzione di testosterone nell’uomo sia direttamene collegata alla presenza di vitamina D nel corpo. Più alti sono i livelli di questa sostanza (che si trova anche in alcuni alimenti tipici della dieta mediterranea come pesce ed uova), maggiore è la quantità di testosterone prodotto. La produzione di vitamina D è a sua volta stimolata dall’esposizione ai raggi del sole e viene prodotta per circa il 90% proprio nella cute. Ma il testosterone è l’ormone maschile per eccellenza da cui dipendono lo sviluppo dei caratteri sessuali nell’uomo, la regolazione della vita sessuale stessa (anche per la donna!) essendo libido ed erezione influenzati da questo ormone), oltre che la fertilità.

Ma non è finita qui, l’esposizione al sole aumenta la produzione di serotonina una sostanza attraverso cui le cellule nervose comunicano tra loro, e che mediatrice del senso del piacere e la cui riduzione, non a caso, si correla direttamente alla comparsa dei classici sintomi di depressione.

A questi stimoli biologici come non aggiungere un contesto di relax, di stimoli visivi di corpi scoperti ed abbronzati, di maggiori occasioni di uscite e di conoscenze. Un mix di situazioni che sostengono certamente un più facile accesso al sesso.

Quindi l’estate “vince” l’inverno 3 a “0”? Non necessariamente perché altre ricerche giurano che l’inverno sia possa essere una vera bomba in grado di far azionare il detonatore della passione...(la mia stagione preferita)

Ecco i componenti della squadra INVERNO:

Maggiore attrazione fisica, gli uomini sono più attratti dalle donne d’inverno che d’estate. Lo hanno scoperto ricercatori dell’Università di Breslavia: la maggior parte dei maschietti troverebbe la donna più desiderabile in inverno, poiché pare che durante il periodo estivo, le donne siano troppo scoperte e ciò fa scemare la fantasia maschile.

Maggiore fertilità, informazione utile per chi voglia avere un bambino, in inverno aumentano sia la quantità che la concentrazione degli spermatozoi, perchè essi non sono solo di più, sono anche più in salute. Si muovono meglio e hanno una struttura più resistente e sana”.

Combatte la deperessione, il cosiddetto "winter blues", cioè la malinconia che l’inverno porta con sé a causa della poca luce, del tempo uggioso e dello stress si allevia notevolmente facendo l’amore, secondo quanto hanno notato gli studiosi del National Institute of Health. E, cosa sorprendente, uno studio della McGill University che ha rilevato che ad avere bisogno di più coccole e abbracci siano più i maschietti che non le femminucce.

Maggiore predisposizione ai legami duraturi, poiché ci sono più cene con gli amici e si va più spesso in palestra, aumentano le possibilità di trovare la persona giusta, infatti, in questo momento dell’anno il cervello è più predisposto a legami duraturi.

Allora Inverno batte 4 a 3 l’Estate? Boh! Questo è il “pronostico” che sembrerebbe dirci la scienza. Ma come ogni partita in realtà a giocarsela in campo saranno solo le squadre, cioè i giocatori. In una partita a 2 (o 3…?) “sotto le lenzuola” in cui l’unico ma bellissimo premio sarà il piacere reciproco.



BUONA ESTATE A TUTTI

 

 
 
 

Breastfeeding in real life...

Post n°8469 pubblicato il 28 Luglio 2018 da nina.monamour

 

 

In tempi di mamme ultracinquantenni, fecondazioni assistite e uteri in affitto, si corre il rischio di far passare per provocazione il gesto più naturale del mondo, allattare al seno il proprio bebè. E siccome le mamme moderne detestano vivere da recluse, sono tipi socievoli (e anche molto “social”) allattare in pubblico diventerà un must anticonformista, anzi una vera e propria tendenza. 

Per me quel nudo lì non offende nessuno, impazzano ovunque le foto che la battagliera Lou Burns, 35 anni e 3 figli, ha postato sul proprio profilo Twitter (@Andysrelation); la signora è stata molto poco signorilmente invitata a coprirsi con un tovagliolo mentre allattava con estrema discrezione il suo pupo.

Il fattaccio è avvenuto nel lussuoso Claridge’s Hotel di Londra, dove un solerte e stizzito cameriere, assieme al thè le ha portato il suggerimento (non richiesto) di coprirsi. Le immagini diffuse urbi et orbi dimostrano che non si vedeva proprio ma proprio nulla, nemmeno un centimetro di pelle incriminata.

Stranezze della contemporaneità, non abbiamo niente da obiettare su minigonne inguinali, scollature a rischio fuoriuscita capezzoli, volgarità diffuse (e profuse), ma storciamo il naso, considerandola forse una sottile forma di esibizionismo, per un gesto tenerissimo (e necessarissimo). La mamma d’assalto Lou Burns ha denunciato l'umiliazione subita postando su Twitter, sotto l’hashtag #breastfeeding, l’intera vicenda.

Secondo Voi l'allattamento in pubblico è ancora impopolare?

Si può discutere se l’onta non sia stata un tantino “gonfiata” per fini strumentali (ovvero promozionali), si può considerare vagamente impazzita una società che usa ogni mezzo tecnologico a disposizione per riuscire ad acciuffare gli ambiti cinque minuti di gloria (o meglio, di popolarità). Però la contraddizione rimane, ci battiamo (in maniera sacrosanta) per i matrimoni gay e per le famiglie composte da due padri e poi impediamo ad una mamma di nutrire il suo piccolo in pubblico?


 

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Allattare in pubblico? E' bello! Per rendersene conto basta guardare le foto in bianco e nero della fotografa americana, Stacie Turner, che da cinque anni sta scattando foto per abbattere il tabù sull'allattamento in pubblico.

Il progetto "Breastfeeding in real life", (allattare nella vita reale) ha l'obiettivo di mostrare la bellezza di un gesto fatto con amore durante la vita quotidiana, al parco, su un prato o su una panchina, in un centro commerciale, in piedi, mentre si dà da mangiare a un altro bambino.

 

 

 

 
 
 

Costringe l’aereo ad un atterraggio di emergenza..

Post n°8468 pubblicato il 27 Luglio 2018 da nina.monamour


belen-fuma


Secondo il Corriere del Sud Belen questa volta l'avrebbe combinata grossa; stando a quello ch riportano i giornali, la Rodriguez avrebbe fumato una sigaretta su un volo da Ibiza, facendo scattare l'allarme e costringendo il comandante ad un atterraggio d'emergenza in Calabria, esattamente a Lamezia Terme.
Sempre secondo il Corriere Belen sarebbe stata denunciata dal comandante.

La Belen ha poi dovuto attendere alcune ore nello scalo, in attesa dell’arrivo di un altro aereo privato che consentisse loro di proseguire il viaggio, dal momento che il comandante del primo aereo si sarebbe rifiutato di rimettersi ai comandi.


Miniatura


Un applauso al comandante che se n'è fregato del personaggio e l'ha cacciata dall'aereo! Bravo!
In esclusiva, ecco la reazione di Belen quando il Comandante l'ha sgridata: 
A questa sembra che tutto le sia concesso, soltanto un popolo di ignoranti può trasformare una nullità in diva, soltanto in Italia avrebbe potuto far successo. Invece di pensare ai problemi seri pendiamo dai selfie, gli amori di questa oca arricchita. Oca arricchita che non ci fa mancare neppure l'intero clan Rodriguez, sorella, fratello, la shampista cessa del Gf... si comportano da star ma sono dei burini del caxxo!




L'ha ammesso lei stessa in un'intervista, che in Argentina non avrebbe mai potuto avere successo, in quanto non era bella, non sa cantare, ballare e recitare (doti fondamentali per stare in tv in Argentina).

No vabbè ma si può essere così imbecilli? Sugli aerei ci sono 300000000 segnali di DIVIETO DI FUMO più gli annunci del personale di bordo e questa che fa? Si accende una sigaretta come nulla fosse, merita l'arresto immediato per aver minato la sicurezza del volo oltre che all'abbandono nel dimenticatoio.




 
 
 

Attese..

Post n°8467 pubblicato il 26 Luglio 2018 da nina.monamour

 

 

 

Siamo fatti di attese.
Promesse mantenute o dimenticate.
Speranze.
Siamo nelle persone che ci abbandonano.
E in quelle che restano.

Buona giornata..


 
 
 

Non c'è nessuna giustificazione...

Post n°8466 pubblicato il 24 Luglio 2018 da nina.monamour

 



Centinaia di donne erano in piedi nel fiume, con i fucili puntati contro, sotto ordine di non muoversi. Un gruppo di soldati si avvicinò a una giovane donna gracile, dagli occhi castano chiaro e gli zigomi delicati. Si chiamava Rajuma, l'acqua del fiume le arrivava al petto, teneva in braccio il suo bebè, mentre il suo villaggio in Birmania andava in fiamme alle sue spalle. "Tu", hanno detto i soldati, puntando il dito verso di lei, e si irrigidì. "Tu!" Lei strinse il suo bebè.

Nella confusione degli istanti successivi, i soldati bastonano Rajuma in faccia, le strappano il bebè urlante dalle braccia e lo gettano fra le fiamme. Poi trascinano Rajuma in una casa e la violentano in gruppo.

Ho tradotto la prima parte di questo articolo del New York Time dell'undici ottobre dell'anno scorso perché in molti non parlano inglese per leggere l'originale. Se volete rovinarvi la serata, andate a visionare il video di Rajuma che racconta la sua storia. È in inglese anche quello, ma il pianto straziante della giovane mamma non ha bisogno di traduzione.


 


Se pensate che ne parli solo Al Jazeera perché i Rohingya sono una minoranza musulmana, ecco quella BBC, anche loro parlano di crimini contro l'umanità, verificati con gli standard impeccabili del giornalismo della BBC.

Non riesco a togliermi dalla mente l'immagine di un bimbo strappato dalle braccia della madre e gettato nel fuoco. Eppure il silenzio della stampa italiana sulla crisi dei Rohingya è quasi totale. Per riepilogare, i Rohingya sono una minoranza, per lo più di religione musulmana, perseguitata in Myanmar dalla maggioranza buddista, che li considera immigranti illegali. La discriminazione verso di loro va avanti da anni, e sono spesso chiamati "la minoranza più perseguitata al mondo".

Quest'ultima crisi inizia a fine Agosto scorso, quando un gruppo di militanti Rohingya attacca delle basi di polizia. Questo scatena un attacco da parte dell'esercito del Myanmar che causa la fuga in massa che vediamo in questi giorni. La storia dei Rohingya e delle tensioni in Myanmar è lunga e complicata, ma il segretario generale dell'ONU, non usa giri di parole, e chiama le azione dell'esercito del Myanmar "pulizia etnica". Né l'ONU né altre agenzia di diritti umani sono potuti entrare in Myanmar per verificare cosa stia succedendo veramente. Pochi mettono però in dubbio le storie di violenza feroce raccontate da chi è riuscito a scappare.

Questo è un riassunto molto veloce perché questo blog non è veramente sui Rohingya ma sulla stampa italiana. O meglio, su come la nostra stampa ignora questa crisi. Ovviamente ci sono stati degli articoli, sopratutto sul comportamento di Aung San Suu Kyi, Consigliere di Stato del Myanmar dal 2016, premio nobel per la pace e, fino ad un paio di mesi fa, simbolo di eroismo e diritti umani, che però non vuole o non può fermare l'esercito del suo paese. Ma se metto la parola "Rohingya" su Google Italia, gli articoli sono relativamente pochi e spesso da pubblicazioni poco seguite.



Ho dato qualche occhiata ai siti dei giornali italiani più letti negli ultimi giorni, e non ho trovato niente, non poco, proprio niente.

Il ritornello è sempre lo stesso, gli italiani non sono interessati agli esteri, abbiamo tanti problemi a casa nostra, e alla fine cosa possiamo farci noi delle disgrazie che succedono dall'altra parte del mondo?

Capisco ma non sono d'accordo prima di tutto, sapere quello che succede in giro per il mondo aiuta a dare un contesto alle situazioni che ci toccano direttamente. L'esempio ovvio è l'immigrazione. Nel 2016 sono arrivati un milione di immigrati in Europa, per lo più da Medio Oriente e Africa un milione in un anno. Dalla fine di agosto dell'anno precedente ad oggi, sono arrivati 536,000 rifugiati in Bangladesh, scappati dal Myanmar. Mezzo milione in 6 settimane, questo non rende la nostra crisi immigrazione meno pressante, ma almeno ci fa capire che non è la peggiore al mondo, e che non tutti si stanno riversando in Europa.

Ci dà anche una prospettiva diversa sui nostri problemi, sì, l'Italia non è perfetta e c'è molto che non funziona come dovrebbe. Ma è comunque in gran parte uno dei paesi più ricchi, sicuri e civili al mondo. Nascere qui è una fortuna. Questo non vuol dire che dovremmo essere tutti compiaciuti, anzi, ma apprezzare le proprie fortune non guasta.


 
 
 

Sono a-normale, sono io!

Post n°8465 pubblicato il 23 Luglio 2018 da nina.monamour

 

 

Non importa chi sono, non importa come mi chiamo, potete chiamarmi Strega.
Perché tanto la mia natura è quella. Da sempre, dal primo vagito, dal primorespiro di vita, dal primo calcio che ho tirato al mondo.

Sono una di quelle donne che hanno il fuoco nell’anima, sono una di quelle donne che hanno la vista e l’udito di un gatto, sono una di quelle donne che parlano con gli alberi e le formiche, sono una di quelle donne che hanno il cervello di Ipazia, di Artemisia, di Madame Curie.

E sono bella! Ho la bellezza della luce, ho la bellezza dell’armonia, ho la bellezza del mare in tempesta, ho la bellezza di una tigre, ho la bellezza dei girasoli, della lavanda e pure dell’erba gramigna!

Per cui sono Strega.
Sono Strega perché sono diversa, sono unica, sono un’altra, sono me stessa, sono fuori dalle righe, sono fuori dagli schemi, sono a-normale… sono io!
Sono Strega perché sono fiera del mio essere animale-donna-zingara-artista e folle ingegnere della mia vita.

Sono Strega perché so usare la testa, perché dico sempre ciò che penso, perché non ho paura della parola pericolosa e pruriginosa, della parola potente e possente.
Sono Strega perché spesso dò fastidio alle Sante Inquisizioni di questo strano millennio, di questo Medioevo di tribunali mediatici e apatici.
Sono Strega perché i roghi esistono ancora e io, prima o poi, potrei finirci dentro.


 

 

 
 
 

Il geniale spot di Domenica Live sull’aereo..

Post n°8464 pubblicato il 22 Luglio 2018 da nina.monamour




Barbara d’Urso cita Britney Spears in Toxic nel nuovo promo TV di Domenica Live, che tornerà prepotentemente su Canale Cinque dal prossimo 16 settembre (stesso giorno di debutto di Domenica In di Mara Venier).

Nel promo la d’Urso, per raffigurare le citate “mille facce della vostra domenica” interpreta la pilota d’aereo, la hostess e ben tre viaggiatrici di tre fasce d’età differenti, la teenager capricciosa, la donna in carriera e l’anziana bacchettona.

Dalla sigla della finale dl Grand Fratello in salsa Harry e Meghan al promo TV di Domenica Live, quando si tratta di sano trash Barbara d’Urso è sempre in primissima fila.


https://youtu.be/eFYV8v4jXjE




Che Autunno ci attenderà?




 
 
 

Un'Estate in giallo..

Post n°8463 pubblicato il 21 Luglio 2018 da nina.monamour

 

 

Quest’estate va il giallo, tutti o quasi i negozi del centro hanno aderito entusiasticamente, con vetrine che ne propongono ogni possibile gradazione, dal giallo cedrato al giallo girasole-quasi-arancio e qualcuno, sull’onda modaiola dei mix di birra e limonata, ha anche sdoganato il verbo "limonare" facendolo risalire dalla penombra dei ricordi adolescenziali delle odierne Signore, fatti di domeniche pomeriggio in discoteca, quando si ballavano ancora i lenti.

Perciò, complici i saldi che si stanno avviando verso il termine del periodo iniziale, come dimostra inequivocabilmente la diminuita densità per metro quadro di mariti parcheggiati davanti all'ingresso di Zara,


 

qualche Signora potrebbe essere tentata all'acquisto di un capo "solare" che vien via al 70% di sconto. 

La Signora che negli anni ha raggiunto una certa esperienza negli acquisti e conosce i propri gusti, stile e limiti sa quando è il caso di fermarsi, ma nell'eventualità che l’offerta fosse veramente troppo conveniente e tentarice, forse è meglio fissare alcuni punti. Naturalmente fanno eccezione alle regole i costumi da bagno in ragione della ridotta quantità di giallo che può stare su un bikini, anche di taglia quinta, e quelle che pensano di potersi permettere di indossare qualsiasi cosa, a prescindere.

Il giallo è un colore che va portato con decisione, non potete correre il rischio di farvi dominare, quindi va bene per Signore molto sicure di sé. Se tendete all’abuso di Lexotan, siete ansiose o insicure, evitatelo, non farebbe che peggiorare la situazione perchè inevitabilmente vi noterebbero tutti, anche nelle occasioni più affollate. Siete sicure di riuscire a reggere tutti quegli sguardi su ogn icentimetro del vostro pur piacente e ben conservato fisico?

Simona Ventura al matrimonio di Flavio Briatore aveva un abito giallo e ho detto tutto.

Non so se avete notato, ma sulle riviste di moda i capi gialli vengono raramente fotografati indossati dalle modelle. Più spesso sono presentati sulle pagine diconsigli "mai più senza", quelle dove vengono proposte foto del capo in questione, da solo e su sfondo neutro.


 


Che accessori abbinare al giallo? Nero con effetto ape maia?

 

 

Oppure blu con effetto stemmad ella città di Torino? E dato che questi sono i due colori che quasi tutteabbiamo già disponibili nell’armadio, se volete l’accessorio "ad hoc" lo dovete acquistare, e il prezzo della “mise” lievita.

Avete mai visto del giallo in una collezione di Giorgio Armani?



Controllate bene la taglia se sono rimaste solo quelle oltre la 44 "non è un colore per vecchi", se invece ci sono sono solo quelle piccole significa che non sta bene nemmeno alle più giovani.

Ma se proprio non potete fare a meno di qualcosa di giallo sfogatevi ora, sarà difficile che ritorni un'estate più gialla di questa.

Colorato w.e.

 
 
 

Siamo vento..

Post n°8462 pubblicato il 20 Luglio 2018 da nina.monamour



Siamo vento che respira sulle stelle
e soffia forte per arrivarci presto.
Siamo fiammelle accese,
siamo lanterne che ci guidano nei sogni,



siamo occhi meravigliati della meta.



Felice w.e.

 
 
 

La vita è un gioco..

Post n°8461 pubblicato il 19 Luglio 2018 da nina.monamour

 

Limita te stesso all'osservazione, e perderai sempre il motivo della tua vita. L'oggetto può venir esplicitato in questi termini, vivi la vita migliore che puoi.

La vita è un gioco di cui puoi imparare le regole se ci salti dentro e le giochi fino in fondo, altrimenti, vieni colto impreparato, continuamente sorpreso dal mutevole gioco.

Coloro che non giocano spesso, se ne stanno a piagnucolare e si lamentano d'essere sempre trascurati dalla fortuna.

Rifiutano di vedere che loro stessi possono creare buona parte della propria fortuna.

 


 
 
 

Tra miti e leggende..

Post n°8458 pubblicato il 16 Luglio 2018 da nina.monamour

 

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Molto tempo fa gli angeli domandarono al creatore un luogo dove poter vivere. Egli consigliò loro di scendere sulla terra per comprendere qualelanda scegliere come dimora. 

Gli angeli visitarono tanti posti ma nessuno era all’altezza delleloro aspettative, sinché un giorno scorsero un’isola circondata da bianche spiagge e acque cristalline. Una terra pacifica, bella e serena, con immense ricchezze naturali, la Sardegna. 

Essi riferirono la loro decisione a Dio e si trasferirono nel grande golfo che si trovava a sud dell'isola e che prese il nome di

"Golfo degli Angeli".




Il tempo trascorreva sereno sinché Lucifero, mosso dall’invidia non decise di scatenare contro gli angeli il suo esercito di demoni e conquistare quella terra.

La guerra andò avanti per molti anni, sinché un giorno, l’Arcangelo Gabriele con la sua spada disarcionò Lucifero, la cui sella cadde nel promontorio.



Questo accadimento segnò la fine della battaglia, la vittoria degli Angeli e diede inoltre il nome a quel monte, ossia “Sella del Diavolo”.



 
 
 

Il passatempo più sano ed economico...

Post n°8457 pubblicato il 15 Luglio 2018 da nina.monamour

 

Subito dopo il burraco e il giro all’ IKEA, nella classifica over....anta dei passatempi più gettonati viene il mercatino di antiquariato della Domenica che può essere in versione "semplice" o da "gita".

Nel primo caso si sceglie un mercatino della propria città oppure a pochi chilometri e ci si fa un giretto con l'amica tanto per trascorrere il pomeriggio del dì di festa, tranquilli, non voglio tediarvi parlando di Leopardi "La donzelletta vien dalla campagna, in sul calar del sole, col suo fascio dell'erba; e reca in mano un mazzolin di rose e di viole, onde, siccome suole, ornare ella si appresta dimani, al dì di festa, il petto e il crine".

Il mercatino da gita invece è quello famoso, di cui si è sentito tanto parlare. In questa categoria rientrano il Gran Balôn per i non torinesi, il Mercante inFiera di Parma ma solo due volte l’anno, i mercatini tematici di Cherasco nelle Langhe, quello dei Navigli e via al commercio di anticaglie nelle regioni limitrofe. Per questi ci vuole tutta la giornata, inclusa pausa pranzo in osteria o addirittura un week end da organizzare tra coppie, perché la dialettica matrimoniale del "cosa tene fai, che ne abbiamo già uno uguale" fa parte del gioco.

Il mercatino contende alla Settimana Enigmistica il titolo di "passatempo più sano ed economico". Infatti, a meno che non ci innamoriamo pazzamente di un comò spacciato per antico

che costa un occhio perché necessita di trasporto con mezzi adeguati, possiamo girellare tra le bancarelle toccando tutto, chiedendo prezzi, commentando "mia mamma ne ha uno uguale, domani glielo chiedo" davanti a ogni servizio di bicchieri o chemisier anni Sessanta, senza comprare assolutamente nulla o al massimo le scatole dei biscotti Lazzaroni, che vengono via due per cinquanta euro, un ottimo affare vista la quotazione attuale delle scatole di latta, quasi tutte ormai in pessime condizioni.

Piatti inglesi spaiati a diecieuro, macinini 15 a 30, sgabelli industriali che ci piacciono ma non sapremmo dove sistemare e nemmeno come portarci via da lì, dato che l'auto è rimasta parcheggiata nello spiazzo fuori dalla zona pedonale.

E allora si passa oltre, con la solita frase "faccio un giro e ci penso", a cui il venditore non crede ma, per consumato mestiere e conoscenza di mondo risponde "Signora,mai pensarci troppo, se le cose piacciono”.

E sappiamo che ha ragione, e non solo per i suoi sgabelli.

Buona Domenica



 
 
 

Il sorriso delle stagioni..

Post n°8455 pubblicato il 14 Luglio 2018 da nina.monamour

 

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Luglio è sinonimo di estate, di vacanze e di bagni al mare. Perchè l’estate è passione, ricordi, brezza lieve, sole che schiocca sulla pelle e nel viso. E’ il sorriso delle stagioni, e passa, passa più veloce di ogni altra, porta con sé un volume carico di nostalgia che tinge di rosso l’autunno.

 

 

Nessuna poesia potrebbe offuscare la bellezza d'una limpida sera di Estate, i grilli in lontananza, un buon libro tra le mani, la luce di una candela e quella sensazione che il mondo sia racchiuso in quell'istante.

 La poesia non è una cosa morta,

ma vive una vita clandestina.

 

 

 
 
 

Esiste ancora la cavalleria?

Post n°8454 pubblicato il 13 Luglio 2018 da nina.monamour

 

Le donne del nuovo millennio? Preferiscono ancora il principe azzurro, alla donna moderna piace ancora l’uomo galante? A questo interrogativo ha risposto una ricerca condotta da una grande community di single in Italia, secondo la quale la donna moderna, anche se dimostra non di rado di fare il primo passo in amore, apprezza di buon grado premure e gentilezze del partner. E’ possibile affermare che la cavalleria sia da considerarsi ormai una virtù che appartiene al passato?

 La ricerca condotta rivela come i gesti di cavalleria siano graditi ancora dal 94% delle donne e, più in generale, come i single italiani siano quelli che si aspettano ancora dei gesti galanti, un primo appuntamento romantico.



Il gesto di cavalleria più apprezzato e che guadagna il primo posto in classifica è pagare il conto, che si rivela essere uno tra i gesti più attesi dal partner; al secondo posto le donne si aspettano, per il 34%, di essere riaccompagnate a casa dopo il primo appuntamento; porgere la giacca quando fa freddo e ascoltare senza interrompere, infine, sono degli atteggiamenti ritenuti gratificanti.




Il gentil sesso, è quella donna che ancora nel 2018 desidera ad ogni costo la cavalleria, ma che non si sente limitata dal rispetto degli antichi valori. Un esempio? Una su tutte è il ruolo della donna nella fase dell’approccio, un ruolo in evidente fase di cambiamento, che vede il 67% delle donne in grado di prendere l’iniziativa di invitare un uomo a cena senza alcun timore.

Il rapporto tra uomo e donna sta sensibilmente cambiando ma l’atmosfera romantica, creata attraverso premure e gentilezze, è sempre ben accetta.

 

 
 
 

Il Principe Azzurro..

Post n°8453 pubblicato il 12 Luglio 2018 da nina.monamour


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Mia nipote (anni 18) non crede più all’esistenza del Principe Azzurro, ho registrato questa importantissima informazione passatami da mia sorella e sulle prime non ho dato eccessiva importanza alla cosa, salvo riflettere sul fatto che l'adolescenza è proprio un’età di mexxa perché inizi a doverti confrontare con la vita reale che è molto diversa da come la immaginavi e soprattutto da quella delle principesse Disney.

Ora, mia nipote pratica con costanza la danza classica e l'equitazione quindi, tecnicamente sarebbe anche pronta, qualora si presentasse all’orizzonte un bel principe alla ricerca dell'anima gemella, di volteggiare con grazia in un salone da ballo o di saltare in sella con una certa perizia, ma evidentemente questo non basta se all'orizzonte di principi non ce n’è proprio, con o senza predisposizione alla danza, con o senza cavallo.

Tuttavia la ragazza dimostra una certa perspicacia e abbastanza buon senso il che, come zia, mi rende alquanto orgogliosa. Perché io ho delle amiche di più di cinquantanni che ancora non sono arrivate alla medesima illuminazione e credono che il bel principe ci sia, da qualche parte, solo che non ha ancora incrociato la loro strada. E sinceramente son problemi perché adesso bisogna che qualcuno dica loro che è inutile continuare a fare casting e a vagliare curriculum, il protagonista del film che si stanno facendo da anni non-e-si-ste!

C’è da dire a nostra discolpa che leragazze di oggi, con tutta questa vita sui social e le foto su instagram e lechat, hanno una visione molto più ampia in merito a quello che offre il mercato, sia nella categoria "principe temporary" che "per la vita". E purtroppo questa conoscenza le porta all’amara considerazione che si devono accontentare di un'offerta molto limitata sia per quanto riguarda la quantità che per la qualità.

Noi abbiamo iniziato con la scoperta che Babbo Natale non esiste e poi abbiamo avuto tutta la vita davanti per accorgerci che anche un sacco di altre categorie di persone non erano così facili da trovare se non al prezzo di una certa dose di impegno, tempo e discernimento. 

Quanta fatica e quanti anni spesi a trovare vere amiche, brave sarte, parrucchieri che ci facessero il taglio che ci donava veramente o la tinta che non ci facesse sembrare nostranonna, meccanici che non approfittassero del nostro essere donne!

Abbiamo onestamente vagliato le nostre speranze e i costi che eravamo disposte a sostenere e siamo riuscite a capire chi fa per noi e chi no, ad avere una bella lista di "fornitori di fiducia" di beni, servizi o emozioni (o tutto insieme, io ho una vera amica che è anche una bravissima sarta). Ci siamo riuscite in quasi tutte le categorie tranne che in quella dei Principi Azzurri.

Possibile che quando si trattadi sentimenti non possiamo guardare con realismo quello di cuiavremmo bisogno e accettare il fatto che se gli uomini a volte sono deludenti è anche perché le donne hanno troppe aspettative? La passione l'abbiamo già accantonata, perché non pensare di sostituirla con del sano pragmatismo?

Non illudetevi che in questo post ci sia una soluzione al problema, ma vale comunque la pena di rifletterci su. Magari poi sul da farsi possiamo sempre chiedere consiglio a una sedicenne qualsiasi, che di sicuro della questione ne ha capito più di noi.

 
 
 

Virtù da anziani..

Post n°8451 pubblicato il 11 Luglio 2018 da nina.monamour


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Facile ragionarci su adesso, che fingiamo di aver capito tutto, che ci vantiamo di essere diventate sagge anche se non vogliamo ammettere che questo significa essere diventate vecchie.

Dopo che abbiamo elaborato tutto quello che c’era da elaborare, parlandone fino alla nausea con chiunque, dall’Avvocato al verduriere del banco al mercato da cui prima compravamo un chilo di tutto e poi soltanto porzioni da single e verdure adatte ai bambini (per anni non abbiamo mangiato carciofi perché comprarli soltanto per noi ci sembrava uno spreco!).

Dopo che abbiamo capito che serbare rancori non porta da nessuna parte e fa male al fegato e allora meglio una famiglia allargata, che è poi anche l’unica parvenza di “comune” che la generazione di “figli dei fiori” 



è riuscita a produrre con un certo successo, piuttosto che gruppi antagonisti destinati all’ulcera gastrica e alla solitudine causa definitivo abbandono degli amici, stufi delle solite recriminazioni.

Dopo che abbiamo cresciuto con risultati al di là di ogni aspettativa figli che sono psicologicamente più solidi di noi, malgrado le valigette del venerdì sera che, anche se erano fucsia e con i disegni di Hello Kitty o azzurro grande puffo, erano sempre un po’ tristi.

Dopo che abbiamo imparato almeno a conoscere, anche se spesso ancora non a praticare, la ragionevolezza e la pazienza, quelle che non volevamo avere, quelle virtù da anziani che non sentivamo nostre, mentre noi volevamo l’amore, la passione, la felicità, la tenerezza, persino la folliama la pazienza proprio no, quella non poteva chiedercela nessuno.

Perché non era ancora il tempo di averla, la pazienza, avevamo mille altri sentimenti, tutti insieme, tutti in lotta tra loro, tutti lì a incasinarci la vita.

Facile averla la pazienza, adesso, che non ci serve più nemmeno per sapere come sarebbe andata a finire.


 
 
 

Uno svolazzare di veli bianchi e rossi e di capelli grigi..

Post n°8450 pubblicato il 09 Luglio 2018 da nina.monamour

 

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Che Paolo Sorrentino avesse un occhio di riguardo per i diversamente giovani lo abbiamo visto in Youth, che Dolce & Gabbana sappiano il fatto loro sulla pubblicità, anche. E non certo da ieri.

Ma avete fatto caso allo spot di un profumo D&G, soprattutto su Sky, dove le signore stazionano in perenne attesa della puntata di “Grey’s Anatomy” che si erano perse oppure delle nuove puntate di “The Good Wife?”.

Un Colin Farrell da urlo su una barca a vela dove sembra si siano date appuntamento tutte le ragazze immaginabili, belle, abbronzate, ricciolute, neo hippy e quant’altro (qualche uomo si intravede, ma non significativo)

Colin si fa strada scansando tutto questo ben di dio, con un'espressione, si direbbe, anche un po’ infastidita, come di uno che non ne può più di stare in mezzo alle gnocche. La barca è lunghetta, la produzione non ha badato a spese, ma alla fine il nostro tenebroso scorge la meta, a prua.. la mamma.

Una signora agée che sta lì con la classe che solo le vere signore, soprattutto con la regia di un premio Oscar, sanno avere. Tutto uno svolazzare di veli bianchi e rossi e di capelli grigi, il filo di perle, gli orecchini di corallo, grandi ma non vistosi, come ognuna di noi ha nel cassetto del comò. Un monumento di eleganza, lo sguardo di chi ne ha viste tante e non si preoccupa se il vulcano lì a due passi sembra dare segni di eruzione.

Con grazia sapiente si concede, socchiudendo gli occhi, alle braccia del bambino Colin, che sarà anche bello, tenebroso detective ma è il suo bambino per sempre, per un ballo sulle note de “L’Appuntamento”, di Ornella Vanoni (anni 80) mentre lui sembra un po’ impacciato, come tutti i figli beneducati quando fanno qualcosa di un po’ insolito e tenero insieme ai genitori.

E poi non venitemi a dire che le signore, di mezza e di terza età, non sono una categoria a sé e che i pubblicitari marpioni non si sono accorti che possiamo essere anche noi quelli che in gergo si chiamano "influencer"…

 
 
 

Dio mio le meduse..

Post n°8449 pubblicato il 07 Luglio 2018 da nina.monamour

 


Poi una mattina arrivi in spiaggia, ti avvicini alla battigia, metti un piede in acqua e subito qualcuno ti aggiorna..."ci sono le meduse".

Si è vicino ai trentadue gradi, il vento è una bava calda maledetta, l'unica cosa che vorresti fare è buttarti in acqua. Fra l’altro hai appena iniziato un programma di tipo sportivo che prevede un'ora al giorno di nuoto e chiacchiere con le amiche e non ti va di perdere la sessione. Hai pure portato a riva l'attrezzatura fatta di pinne e tavoletta, fatica sprecata con ‘sto caldo, mannaggia.

Sei tentata di buttarti lo stesso, chissenefrega, sarà la solita bufala allarmista. Qualcuno ti spiega che se nuoti con gli occhialini o la maschera le meduse le puoi vedere e, quindi, evitare. Impraticabile, non metti la testa sott’acqua per nessun motivo. Nel caso dovessi morire assassinata preferiresti una coltellata nella schiena piuttosto che essere affogata nella vasca da bagno, è una fobia atavica, figuriamoci se sparisce in un amen. Perciò, niente bagno.

Le notizie salgono di tono "allo stabilimento di ..." è scattato il divieto di balneazione, “un tale ha un braccio pieno di bolle”, qualche spiritoso ipotizza una segnaletica “attenzione attraversamento meduse” a cura dei vigili urbani.



Sulla battigia si radunano grandi e piccini, compaiono i primi retini e i secchielli, alcuni genitori improvvisano lezioni di scienze naturali pavoneggiandosi davanti agli amici dei figlioletti mentre spiegano come in un documentario di Discovery Channel che, se le si lascia al sole, si sciolgono perché sono fatte di acqua. 

Qualcuno fotografa con il cellulare, nessuno degna di uno sguardo i venditori di teli da spiaggia, oggi ci sono ben altre preoccupazioni, “lasciatemi stare che ho da fare, devo controllare i cinque metri quadri di mare davanti ai miei piedi".

Arrivano i giovani maschi in piena tempesta ormonale e fanno finta di essere superiori ma, a differenza delle altre volte non si buttano tra spruzzi e caciara. Meglio non rischiare, uno sfregio da medusa renderebbe bersaglio di frizzi e lazzi e soprattutto potrebbe rovinare l’acchiappo serale della tipa carina.

Si sta tutti lì in riva, a guardare l’acqua, e a pensare che come succede tante volte nella vita c’è sempre qualcosa che ti sconvolge i piani, ti capita all’improvviso, che non puoi vedere ma c’è e puoi affrontarlo, se vuoi, ma a tuo rischio e pericolo e senza garanzia di riuscita.

Per oggi ce ne dovremo fare una ragione, e ritirarci sconfitti, è ora di pranzo, tirate fuori la focaccia.

 


 
 
 

Un grande valore..

Post n°8448 pubblicato il 06 Luglio 2018 da nina.monamour


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Oggi si sente spesso parlare di solidarietà, di questo grande valore e sentimento che dovrebbe essere presente nella nostra vita e nella nostra società, anche se non sempre è così.
Ma cosa significa solidarietà?

Essere solidali vuol dire aiutare il prossimo, moralmente e materialmente, ed è sinonimo di fratellanza e amore verso gli altri; tutti questi sono ideali predicati dalla chiesa cristiana, ma che è bene diffondere anche tra chi non è credente o appartiene ad altre società ed etnie, poiché la solidarietà dovrebbe essere una presenza costante nel nostro carattere e nel nostro modo di fare.
Purtroppo nel mondo moderno la solidarietà è un valore che sta scomparendo, soppiantata da egoismo, competitività e altri atteggiamenti e sentimenti negativi.

Sin da piccoli infatti cerchiamo di migliorarci ma, per farlo, spesso ci confrontiamo con persone che hanno il nostro stesso intento entrando poi in competizione con esse. In realtà una sana competizione può anche essere utile per farci vedere il mondo da una prospettiva diversa e può fare in modo di stimolarci e motivarci per fare progressi; spesso però la contesa diventa negativa e volta solo a prevalere sugli altri, a primeggiare e far sfigurare il prossimo.

Purtroppo questo tipo di “gara” è sempre più diffuso in tutti gli ambienti, tra i bambini che magari cercano di apparire migliori dei fratelli o degli amici agli occhi dei genitori e dei parenti; a scuola o al lavoro quando si cerca di ottenere voti migliori di altri compagni o una promozione, un incarico di maggior rilievo rispetto ai colleghi, provando con ogni mezzo a mettere in cattiva luce il prossimo.

In famiglia o a scuola il motivo della competizione spesso è indotto dai genitori o dell’insegnante che volendo far migliorare il proprio figlio o alunno innescano questo meccanismo che porta poi ad un cattivo rapporto con gli altri.

Tutto ciò però spesso ci fa sentire frustrati, poiché non riusciamo a raggiungere la meta che ci poniamo.
Sarebbe opportuno che nella società moderna fossero più diffusi i valori di fratellanza e solidarietà perché in questo modo si riuscirebbe a vivere meglio senza tanti scontri e tanto odio.

Raggiungere questo ideale è difficile se non impossibile, si potrebbe tuttavia migliorare dando più spazio ai sentimenti positivi, per provare a vivere meglio. La solidarietà è un valore antico, ma anche in una società moderna e avanzata come la nostra ci dovrebbe essere il posto per gli antichi valori perché con essi si può migliorare il futuro.


 
 
 

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