Creato da nina.monamour il 11/06/2010
 

Il Diavolo in Corpo

Di tutto e di piu'.....

 

Messaggi di Novembre 2018

Smettiamola di "scrollare"..

Post n°8574 pubblicato il 29 Novembre 2018 da nina.monamour

 

 

Per noi, gente con più di trenta anni, con molta arte, abbondante vita sociale e tanto tempo a disposizione, "scrollare" è diventato una dipendenza. E con scrollare intendo quel movimento del dito indice che accarezza verso l'alto lo schermo di un cellulare di ultima generazione per visualizzare a cascata gli aggiornamenti dei principali social network.

Basta fare il test del treno e si capisce che la cerchia di addicted non include solo me e i miei amici. Salite su un vagone, ma va bene anche l'autobus, sedetevi e guardatevi intorno. Il colpo d'occhio sarà questo, decine di teste chine sullo schermo, il volto illuminato, l'indice in azione. E dire che fino a qualche anno fa quelle teste avrebbero guardato oltre il finestrino o le righe di un libro o gli occhi di uno sconosciuto.


Oggi, quando mi sveglio accendo la radio, faccio colazione e guardo fuori dalla finestra magari leggendo le mail e i messaggi che ora gli amici mi scrivono più numerosi, in bagno leggo una rivista, in macchina guido e durante l'aperitivo riscopro quanto sono belli gli occhi verdi del mio amico.

Al cinema vedo tutto il film senza frugare mai nella pochette e poi la sera mi addormento leggendo un libro, che belle le sere senza i social network!
Da più di un mese mi diverte riscoprire il piacere di telefonare o andare a trovare gli amici ogni volta che avrei dovuto scrivergli un messaggio privato e mi emoziona ascoltare i racconti delle loro vacanze, immaginare spiagge e canoe, vagoni e zuppe di grilli, senza averli già visti fotografati sulle loro bacheche.

C'è il timore di perdere il contatto con il virale e le nuove mode, di mancare l'inaugurazione del nuovo bar in centro, di dimenticare il compleanno di qualche amico, di venire a conoscenza con 48 ore di ritardo della morte dell'ultimo famoso. L'ho vissuto, è successo, ma la soddisfazione di essere fuori da una dipendenza che mi stava rendendo una versione peggiore di me stessa è più forte dell'emozione per l'invito al party più ambito della stagione. Credo che fondamentale sia rompere l'incantesimo in cui siamo stati intrappolati sino a oggi. Fatto quel passo, la soluzione si troverà.

Riconoscere che abbiamo un problema è già un buon inizio...

 

 
 
 

Il principio di esogamia..

Post n°8573 pubblicato il 27 Novembre 2018 da nina.monamour

 

 

La scelta del partner non è mai affidata al caso, è influenzata da ciò che ci accade intorno.
Bisogna chiarire una volta per tutte che la scelta del partner non è mai affidata al caso come farebbe pensare il concetto del "colpo di fulmine". E' invece guidata da fattori socio-culturali e da desideri molto spesso inconsci.

In psicologia si parla infatti di "errore fondamentale", noi abbiamo l'impressione che ogni decisione non sia frutto di un condizionamento esterno, ma dipenda da un totale controllo di noi stessi. In realtà non è affatto così, le nostre scelte sono influenzate da ciò che ci accade intorno, anche quando si parla d'amore.

Nell'attrazione fisica entrano in gioco diversi fattori, lo sguardo, il sorriso, la mimica facciale, il modo di parlare, di gesticolare, di camminare, la personalità, il fascino, la bellezza dell'essere amato è qualcosa che non è mai soltanto carnale.

Perfino l'odore può attrarre due persone, fino a qualche anno fa si pensava che il senso dell'olfatto funzionasse solo negli animali, mentre oggi si ritiene che possa avere un ruolo determinante anche negli uomini grazie ai ferormoni, molecole prodotte dalle ghiandole apocrife situate sotto le ascelle, intorno ai capezzoli e all'inguine.

I principali ferormoni sessuali sono l'androstenolo, uno dei composti del sudore dell'uomo e la copulina presente nelle secrezioni vaginali femminili. Non c'è dubbio che tra i fattori che producono l'innamoramento ci sia, da una parte, la vicinanza (il compagno di scuola, la collega di ufficio, cioè persone che hanno la nostra stessa appartenenza, a una classe sociale, a un livello culturale) e dall'altra la trasgressione, ossia il desiderio di infrangere le regole che gli antropologi chiamano "principio di esogamia": quello cioè che porta i membri di un clan o di una tribù a cercare il partner fuori dal gruppo di riferimento.


Comunque cosa succede quando ci innamoriamo? Gli scienziati che studiano la cosiddetta "chimica dell'amore" affermano che nel nostro cervello si scatena una tempesta di neurotrasmettitori, un gran caos. Infatti i ricercatori della Rutgers University nel New Jersey che hanno sottoposto a risonanza magnetica 17 ragazzi mentre mostravano loro immagini della persona amata, alternate a quelle di conoscenti e amici, hanno scoperto che il sentimento suscitato dalla "dolce metà" attiva due zone cerebrali collegate all'energia e all'euforia e fa produrre alti livelli di dopamina. Più si è innamorati, più queste zone del cervello vanno in tilt. Ossia l'innamoramento ci rende in pratica addicted, ossia dipendenti dal partner.

Il maschio innamorato si addolcisce, secondo una ricerca dell'Università di Pisa che spiega anche perché, negli uomini innamorati, contrariamente a quanto si potrebbe supporre, si abbassano i livelli di testosterone, l'ormone che comanda alcuni comportamenti aggressivi e gli impulsi sessuali. Nelle donne invece avviene il contrario, il testosterone aumenta e dà loro più temperamento.

La prima fase dell'innamoramento, ossia l'infatuazione, è infatti caratterizzata da un senso di dipendenza dall'altro e da sensazioni intense sul piano emotivo e su quello erotico. Lo stato di esaltazione che si prova all'inizio di un rapporto è dovuto all'azione della feniltilamina, una molecola naturale che sarebbe in grado di suscitare effetti analoghi a quelli delle anfetaminerende iperattivi e euforici e fa sì che il cervello rilasci un neurotrasmettitore, appunto la dopamina, che regala sensazioni di piacere.

E' tutta colpa proprio della dopamina se i due innamorati vogliono stare sempre insieme e si telefonano cento volte al giorno. Infatti quando un evento si rivela più felice di quanto speravamo, la dopamina emette un segnale di benessere che spinge a ripetere l'esperienza. Secondo gli esperti si ritorna coi piedi per terra al massimo entro sei anni quando l'effetto della feniltilamina si acquieta.

Comunque ecco che intervengono altre sostanze per rendere duraturo il legame, vale a dire l'ossitocina per la donna e la vasopressina per l'uomo, ormoni che procurano un senso di attaccamento e di affetto e vengono attivati anche da stimoli come il massaggio, le carezze, gli abbracci. Ecco perché le coccole sono molto importanti quando il rapporto ha superato la barriera del settimo anno.

Fantastico..


Risultati immagini per gif palline natalizie

 

 


 

 
 
 

Lupi premurosi, altruisti..

Post n°8572 pubblicato il 26 Novembre 2018 da nina.monamour

 

 

"La forza del branco è nel lupo,

e la forza del lupo è nel branco”

R. Kipling

 

Da sempre il lupo viene raffigurato come una bestia spietata, solitaria e malefica.

Ma sono innumerevoli le storie che dipingono un animale totalmente diverso, storie che parlano di lupi altruisti, collaborativi e premurosi verso il branco e i suoi membri, storie che rendono reali le parole di Kipling nel suo romanzo “Il libro della giungla”.
Il racconto più recente è quello del lupetto disabile dell’oasi di Castel Guido a Roma, uno dei cinque cuccioli nati da una coppia presente nella zona da un po’ di tempo, terminato con il rinvenimento del cucciolo morto, presumibilmente investito di proposito da una macchina all’interno della riserva stessa.

Infatti, il piccolo presentava una paralisi degli arti posteriori che gli avrebbe impedito di cacciare, riprodursi, e in generale di vivere come un qualsiasi altro lupo, tutti dettagli irrilevanti per il suo branco, veniva accudito e aiutato dagli altri che non lo lasciavano mai indietro, gli portavano il cibo e provvedevano al suo sostentamento.
La stessa cosa è successo anche ad Achlle, un lupo adulto nella riserva di monte Rufeno, che aveva subito un grave danno alla zampa, probabilmente a causa di una tagliola.

Anche in quella situazione il suo branco si è preso cura di lui.

 


Per questi animali l’altruismo e la cooperazione hanno rappresentato la chiave per il successo della loro specie, e molto probabilmente, anche della nostra.

Quando i lupi si avvicinarono agli accampamenti primitivi qualcosa cambiò nelle vite dei nostri antenati, i primi lupi allevati dall’uomo conservarono la loro tendenza a cooperare con i membri del branco, anche se composto da umani (3), aiutandoli nella caccia e nella difesa del territorio e, di conseguenza, aumentando le loro possibilità di sopravvivenza.

Aiutare un membro del proprio branco, tuttavia, ha un senso, secondo me quando si tratta di un figlio o di un individuo con il quale si ha un legame di parentela, al fine di garantire la sopravvivenza dei propri geni. Dall’altra parte essere altruisti verso soggetti con i quali non si è imparentati non porta alcun vantaggio diretto.
Cosa porta allora i lupi a mantenere un comportamento altruista anche in situazioni dove sembra non portare alcun beneficio?

 


L’ipotesi più accreditata è che aiutare un compagno, anche quando non esiste una genetica comune, potrebbe rivelarsi vantaggioso in un secondo momento, chi viene aiutato tende ad aiutare a sua volta chi si è mostrato altruista con lui in passato.

In questo modo essere altruisti significa, per i lupi, garantirsi un sostegno sicuro in caso di necessità..




 
 
 

L'insostenibile leggerezza dell'essere..

Post n°8571 pubblicato il 25 Novembre 2018 da nina.monamour

 

il popolo del blog,: ragazze svagliatevi

 

Oggi è la giornata in cui le donne di tutto il mondo gridano basta alla violenza.

È un richiamo forte perché cresca la consapevolezza che questa mattanza debba finire.

Le leggi da sole non bastano, serve un profondo cambiamento culturale.

 


 
 
 

Tormento..

Post n°8570 pubblicato il 24 Novembre 2018 da nina.monamour

 

 

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La mia bocca è muta

ma la mia carne non ha mai smesso di

chiamarti…

Colorato w.e.

 

 

 

 
 
 

Benvenuto Thanksgiving Day..

Post n°8569 pubblicato il 23 Novembre 2018 da nina.monamour

 

 

La prima volta che venne festeggiato il Thanksgiving Day (Giorno del Ringraziamento) in Nord America, fu nel 1578 quando l’esploratore inglese Martin Frobisher arrivò nel nuovo continente e ordinò una cerimonia per ringraziare Dio per la protezione data al suo gruppo durante la lunga e pericolosa attraversata oceanica. Tuttavia, gran parte dei moderni nord-americani associano la tradizione della Festa del Ringraziamento ai Padri Fondatori.

Nel 1621, un anno dopo l’arrivo nel nuovo mondo a bordo del Mayflower e nel seguente inverno rigido, in cui molti di loro perirono a causa delle malattie, gli abitanti delle colonie celebrarono il successo del loro primo raccolto organizzando una festa di ringraziamento alla quale invitarono i Nativi americani.

Nel menù di quel primo Ringraziamento americano ci fu sicuramente qualche pietanza che divenne tradizione per le feste, tacchino e zucca, insieme ad altre carni bianche, carne di cervo, ostriche, molluschi, pesci, torte di cereali, frutta secca e noccioline. La data ufficiale quest'anno è stato il 22 di questo mese, perché il presidente Abraham Lincoln dichiarò questo giorno come festivo, nella sua famosa Proclamazione di Ringraziamento del 1863.

Forse pochi sanno che dietro la decisione del Presidente ci fu Sarah Josepha Hale, una delle donne più importanti, tuttavia poco conosciuta dalla storia americana. Sarah influenzò il Presidente a proclamare ufficialmente un giorno di Ringraziamento, convinta che osservarlo avrebbe unito il Paese e lo avrebbe riappacificato, durante il periodo difficile della Guerra di Secessione (conosciuta anche come Guerra Civile).

Ma basta con la storia! Cosa c’è per cena?
In molti tavoli americani, il tacchino ripieno è ancora l’orgoglio del pasto per il Ringraziamento. Solo negli Stati Uniti, più di 40 milioni di tacchini sono consumati durante il weekend festivo ogni anno. Solitamente è accompagnato dal sugo e dal ripieno.


 


Nella costa est il ripieno di ostriche è tradizionale, come quando in passato i crostacei erano economici e abbondanti nel mare. Nel sud si trova con ripieno di focaccia al granturco, mentre nel nord degli Usa puoi trovare il Wild Rice (spezia nordamericana) tra gli ingredienti del tacchino.

La salsa di mirtillo è tradizionale, fatta con bacche fresche o congelate. Piatto tradizionale del Ringraziamento sono per molti le patate dolci, unite allo zucchero, spezie e burro, girato in una casseruola e qualche volta con malva.

Altri piatti vegetariani, insalate, seguiti dalla tradizionale torta di zucca e panna montata, in molte famiglie la fine di un Ringraziamento tradizionale è ritirarsi in una sedia comoda per allentarsi la cinghia.

Nella città di New York, ogni anno si svolge anche la famosa Parata dei Grandi Magazzini Macy’s. Il corteo festoso e mascherato è un’iniziativa dei dipendenti di Macy’s e risale ai primi del 1900, in segno di riconoscenza da parte dei molti immigrati che avevano trovato un nuovo lavoro negli U.S.A.


 


Oggi la sfilata raggiunge la sua 89ma edizione ed è animata da una trentina di carri allegorici, colorati e musicati, che partono dall’Upper West Side (fianco Central Park) alle 9 del mattino e raggiungono la 34esima strada davanti ai Grandi Magazzini Macy’s.


 

 

 
 
 

Un nobel per la pace e la tutela delle donne...

Post n°8568 pubblicato il 21 Novembre 2018 da nina.monamour




Il nobel per la Pace nel 2018 è stato assegnato a due persone straordinarie per l’impegno, immenso, profuso contro l’uso dello violenza sessuale in guerra. Lo stupro come arma per intimorire, per ferire profondamente non solo il singolo che lo subisce, ma intere popolazioni.

Hanno ricevuto il nobel Denis Mukwege e Nadia Murad.

Denis Mukwege è un medico ginecologo che, nella Repubblica del Congo, ha visto arrivare nel suo ospedale centinaia di donne offese gravemente nel corpo e nello spirito da stupri ripetuti. Violenze inaudite nei confronti di donne di ogni età, talmente gravi da essere necessario ricorrere a interventi chirurgici riparatori. I numeri sono spaventosi, si tratta di circa 40.000 donne.

E fa impressione pensare che a fronte di tante donne violentate esiste un altrettanto alto numero di uomini senza pietà che le considerano solo cose, oggetti, schiave sessuali da usare a proprio piacimento, colpendo il nemico, la popolazione sconfitta, con azioni vergognose e indescrivibili.

E’ con delicatezza che il medico ha accolto queste donne, con la voglia di tendere loro una mano in aiuto.

E’ con delicatezza che Nadia Murad racconta la sua difficile storia perché lei lo stupro di guerra lo ha vissuto sulla sua pelle. Donna Yazida è stata rapita dagli uomini dell’Isis e ridotta in schiavitù, violentata più volte, considerata come bottino di guerra.

Ascoltarla fa male, ma è un male necessario che deve far comprendere di quali orrende azioni ci si macchia in guerra, di come si possa svilire l’essere umano quando, abbandonate le ragioni del cuore, segue con piena coscienza e determinazione la strada dell’odio.

E’ difficile anche pensare in grandi numeri quanto accade, eppure i soldati che commettono questo crimine di guerra, perché tale finalmente è stato considerato a partire dal 2008, con piena condanna dell’UN security Council, sono uomini a cui non può non essere chiaro l’orrore del loro comportamento e donne e bambine sono le loro prime vittime. Non c’è stato scampo per oltre tremila donne dell’etnia Yazida.

Nadia Murad è diventata la portavoce di tutte, racconta la sua storia, narra dell’orrore e della morte. Perché di stupro si muore perché fisicamente è uno strazio, perché psicologicamente si rischia di cadere in un baratro. E sensibilizzare alla comprensione di un fenomeno così doloroso è diventata per lei una missione.

L’opera straordinaria del dottor Mukwege e di Nadia Murad ha un sapore anche di grande coraggio. Non è facile fare opposizione in territori in guerra, Loro lo hanno fatto a rischio della propria vita.

E’ un premio nobel che dovrebbe indurre alla riflessione, che dovrebbe essere di spinta per un cambiamento sociale, forse, potremmo dire, per una rivoluzione nei comportamenti.

 

 

 

 
 
 

Non sprecare..

Post n°8567 pubblicato il 20 Novembre 2018 da nina.monamour


La vita per mezza pasticca di ecstasy, adesso gira l’Italia e dice..

...La vita è uno sballo, senza droghe..


È stata salvata da un miracoloso trapianto di fegato, quando era a un passo dalla morte. Giorgia è un testimonial di Non sprecare, e ogni anno incontra 90mila persone per convincerle a stare alla larga dalla droga. Il suo racconto in un bellissimo libro.   

Giorgia Benusiglio è una testimonial di Non sprecare nel libro dal quale è nato questo sito, infatti, un capitolo intero, quello dedicato a Come non sprecare la vita, è impersonato da lei, dal suo racconto. In una fatale notte del 1999, durante una sequenza di musica e balli in discoteca, Giorgia, allora una ragazza di 17 anni, ingoia mezza pasticca, solo mezza pasticca, di ecstasy, tagliata con veleno per topi. Perde coscienza, e la sua vita sfuma, entrando in un tunnel che può portarla in poche ore alla morte.   

Da una tragica vicenda personale, Giorgia è riuscita a uscirne più forte che mai, e con un obiettivo preciso nella testa, convincere i ragazzi che oggi hanno la sua età di ieri, adolescenti e maggiorenni, a non usare mai, ma proprio mai, alcun tipo di droga. Per non rischiare, come lei, di sprecare la vita.

Giorgia Benusiglio ha già tenuto più di 3mila conferenze, ogni anno incontra (come ho già scritto) circa 90mila persone in tutta Italia, a tutti porta la sua testimonianza, il suo esempio, il percorso che l’ha portata a vivere vincendo la morte.


 


 
 
 

Associazione "Policiers en colère"..

Post n°8566 pubblicato il 19 Novembre 2018 da nina.monamour

 

 

Una vita passata a combattere la grande ondata di suicidi fra i suoi colleghi poliziotti, causati dall'odio profondo delle persone per la divisa. Ma lunedì 12 novembre, a poche ore dal terzo anniversario per le stragi dell'attentato terroristico di Parigi, è caduta nello stesso dramma di altri 81 agenti che tra 2017 e 2018 hanno deciso di farla finita. 

Maggy Biskupski, presidente dell'associazione di mobilitazione "Policiers en colère" (Poliziotti arrabbiati), nata nel 2016 il giorno dopo gli attacchi di Viry-Chatillon (a Sud di Parigi), si è tolta la vita nella sua casa di Carrières-sous-Poissy, nell'Île-de-France. Accanto al cadavere della donna, scrive il quotidiano Le Monde, è stata trovata una lettera e l'arma di servizio.

Una vita per la polizia, poi il comando dell'associazione, Ufficiale di polizia della brigata anti-crimine Yvelines, Maggy Biskupski, insieme a tre suoi colleghi, era stata colpita da una procedura dell'Ispettorato generale della Polizia nazionale (IGPN) per "violazioni" dei suoi doveri di riservatezza dopo aver divulgato notizie private. Aveva preso il controllo dell'associazione "Policiers en colère" il giorno dopo l'ennesimo, violento, agguato ai danni della polizia avvenuto a Viry-Chatillon, una banlieu a sud di Parigi, il 7 ottobre 2016.

Allora quattro suoi colleghi erano stati assaliti da alcuni teppisti che avevano lanciato alcune bottiglie incendiarie nella volante della polizia. Due agenti avevano riportato lesioni gravissime, così gravi da costringere i medici a operarli sul posto. Gli altri se l'erano scampata con ferite più lievi. 

Le proteste sui social e nelle città. Un attacco che aveva disgustato talmente tanto la polizia da sfociare in una serie di proteste durate 18 giorni sia sui social che in piazza, con manifestazioni a Parigi e in altre città francesi, per esprimere il proprio disagio contro l'odio e la mancanza di mezzi utili a difendersi.

L'intenzione dell'associazione era quella di arrivare agli occhi dell'amministrazione, come Maggy aveva detto su Facebook: "Policiers en colère, affermò la poliziotta, vuole essere una forza indipendente nel campo politico e sindacale della polizia; raccogliere e dar voce alle lamentele dei poliziotti".


 
 
 

Le grandi scommesse della vita..

Post n°8565 pubblicato il 17 Novembre 2018 da nina.monamour

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“È impossibile vincere le grandi scommesse della vita senza correre dei rischi  e le più grandi scommesse sono quelle relative alla casa e alla famiglia.”

Teddy Roosevelt


Viviamo in un mondo caratterizzato da un’epocale accelerazione tecnologica, il 50% della popolazione mondiale usa Internet, metà del traffico è su smartphone. In Italia il 68% delle famiglie ha un collegamento attivo. Partendo da questo dato, il Rapporto Cisf 2017 compie un’approfondita indagine empirica, con interviste a 4mila soggetti, per indagare come le Information&Communication Technologies stiano modificando le relazioni private e pubbliche.

Il Rapporto fotografa una famiglia in divenire, in cui l’assimilazione della tecnologia è stata più lenta che in altri Paesi, ma non per questo meno potente nell’inesorabile cambiamento delle abitudini, i profili sui social network che forgiano nuove identità, il tempo trascorso davanti allo schermo, le fake news più reali del reale, le relazioni esclusivamente virtuali, i tanti piccoli focolari silenziosi in cui si trasforma il salotto di casa…

Quanto le nuove tecnologie sono funzionali alla nostra vita e quanto, invece, hanno creato nuovi bisogni e dipendenze? In questo scenario, la famiglia è chiamata a essere protagonista attiva, sul filo teso tra la salvaguardia di valori umani fondamentali e l’uso responsabile e consapevole delle nuove tecnologie...

E voi che ne pensate?





 
 
 

Un lutto da affrontare..

Post n°8564 pubblicato il 16 Novembre 2018 da nina.monamour

 

Nessun testo alternativo automatico disponibile.

 

Portarsi una ferita emotiva significa convivere con un evento emotivamente traumatico, e nello stesso tempo qualunque trauma, a modo suo, è un lutto da affrontare.

Spesso non siamo consapevoli di cosa ci blocchi, di cosa ci faccia provare paura o malessere.

Nella maggior parte dei casi, l’origine di queste emozioni risale all’infanzia, a quelle ferite emotive...

 

 

 

 
 
 

Non c'è scampo..

Post n°8562 pubblicato il 15 Novembre 2018 da nina.monamour

 

 

 

Sorridiamo alla vita,

aahahahahahahahhhhhhhhhh

 


 
 
 

L'eterna giovinezza..

Post n°8561 pubblicato il 13 Novembre 2018 da nina.monamour

 

 

E' inziata negli Stati Uniti ma si è diffusa in un batter d'occhio! Sto parlando di "granny hair" ovvero la capigliatura da nonna, cioè la moda dei capelli grigi; odiati dalle generazioni passate perchè indice di vecchiaia e di rassegnata trascuratezza ed ecco che i caplli grigi sono improvvisamente diventati un'irresistibile tentazione per i giovani e meno giovani. Come spesso capita, il "la" lo hanno dato le cosiddette celebrità e subito dopo la moda si è diffusa.

A dire il vero c'erano state delle avvisaglie già da qualche anno, quando la bella Meryl Streep aveva sfoggiato una capigliatura argento interpretando il personaggio della cattiva ( meravigliosa) Miranda Priestly nel film " Il Diavolo veste Prada" sdoganando questa tinta  e rendendola molto chic.

Poi nel 2013 era stata la storia delle chiome di  Rihanna,su cui erano apparsi bellissmii riflesssi  argentei stile "shatush". Da lì in poi il grigio è atterrato sulle teste di modell, attrici, cnani faos, così come su quelle di ragazze comuni, spesso declinato con sfumature al blu, al verde, all'azzurro, infine c'è il grigio vero!

Molte donne mature, che fino a poco tempo fa lo nascondevano, hanno fatto "outing" con orgoglio c'è da domandarsi se sia nato prima l'uovo o la gallina. Ovvero, sono state le signore mature a dare il via alla moda accorgendosi che sia il grigio, in tutte le sue gradazioni, è elegante e donota personalità oppure, una volta lanciata questa moda, hanno  preso coraggio?

Ai posteri l'ardua sentenza!!

Sta di fatto che chi porta il capello grigio è come se dichiarasse a voce alta.."Ehi guardate, non sono più una ragazzina". Ma che cosa sta succedendo? La parola d'ordine non è sempre stata giovinezza a tutti costi!

Ma...



Le ultime statistiche dicono che gli interventi chirurgici estetici stanno diminuendo a favore di trattamenti meno invasivi tipo punture e punturine per intenderci. Pare insomma che le donne siano meno interessate a voler sembrare ventenni a 50anni ma "puntino" soprattutto ad aver un'aria fresca curata e riposata.

Si dice poi che alcuni famosi marchi di cosmesi stiano anche valutando l'idea di eliminare la dicitura "anti-età" dalle etichette. E' forse iniziato il declino della dittatura dell'eterna giovinezza? Be', se così fosse allora i capelli grigi potrebbero esserne un segnale evidente.

L'inizio di un nuovo modo di intendere la bellezza, più personale, più legata alla salute e meno dipendente dall'anagrafe.

Evviva i capelli grigi, allora!!!!!






 
 
 

Succede sul volo Amsterdam Madrid...

Post n°8560 pubblicato il 12 Novembre 2018 da nina.monamour

 

 

Cacciati dal volo che avevano prenotato perché non parlano inglese, non è una barzelletta, ma quello che è successo ad una coppia spagnola che da Amsterdam doveva tornare a Madrid. Oggetto del contendere il bagaglio a mano dell'uomo e l’impossibilità di capirsi con la hostess.

Siamo, come detto sul volo che è della KLM, la compagnia aerea olandese e come spesso capita, per fare spazio nella cappelliera, la hostess decide di sistemare meglio i bagagli a mano e sposta lo zaino del turista spagnolo. Questi, però, protesta perché nello zaino c’è un computer e rischia di rompersi. Il problema è che l’uomo parla solo spagnolo, mentre la hostess si rivolge a lui in inglese.

Il dialogo diventa acceso, senza che i due riescano a comprendersi, a questo punto interviene il Comandante dell'aereo che decide di cacciare i due passeggeri dal volo. “È arrivato e, senza dirmi nulla, mi ha detto di scendere dall’aereo, mi hanno buttato fuori” ha detto lo spagnolo in un video che è diventato virale.

E la KLM?

La compagnia aerea olandese da un lato si è scusata per l'accaduto, aggiungendo però che si tratta di una procedura necessaria per motivi di sicurezza e che hanno agito così “per evitare ulteriori ritardi al resto dei clienti”. Il risultato, però, è stato che la coppia spagnola ha dovuto abbandonare il volo e aspettare (e pagare) altro aereo per tornare a casa.

Un caso limite, ma che arriva in un momento dove il dibattito sul bagaglio a mano in aereo sta guadagnando spesso le prime pagine dei giornali. In particolare da quando alcune compagnie low cost hanno deciso di limitare al massimo la possibilità dei viaggiatori di portare con sé bagagli in aereo, obbligandoli di fatto a pagare l'extra per imbarcare le valigie, anche piccole.

Annamo bene, ahahahahahahahhhhhhhhh...

 

 

 

 
 
 

Un pizzico di follia..

Post n°8559 pubblicato il 11 Novembre 2018 da nina.monamour

Black.....

 

Buon inizio di settimana a tutti..

 
 
 

Cavalcando emozioni..

Post n°8558 pubblicato il 10 Novembre 2018 da nina.monamour

 

 

Ho conosciuto la felicità che spacca il cuore in fasci di luce
che per un istante oscura il sole.
Ho toccato gli abissi della tristezza,
cavalcando emozioni, ho sconfitto demoni.

Ed ho goduto del quieto palpitare di luci lontane
collegando punti, tracciando linee,
ho dipinto la nuova me stessa che ero
e tutto ha avuto un senso.

Felice w.e.


 
 
 

L'imperativo è....

Post n°8557 pubblicato il 09 Novembre 2018 da nina.monamour

 

 

 

Questa non è l'età per aspettare,

è l'età per fare.

Spero solo di non sbagliarmi..

 

 
 
 

Il bacio della malinconia..

Post n°8556 pubblicato il 08 Novembre 2018 da nina.monamour

 

 

Solo chi non ha nulla da ricordare,


 

affacciandosi nella tragedia gentile della sera,

 

 

può non sentire il bacio lieve della malinconia.

 

 
 
 

Mille sogni a colori..

Post n°8555 pubblicato il 07 Novembre 2018 da nina.monamour

 

L'immagine può contenere: una o più persone

 

Avevo abbandonato da un po' le foto "QUESTA SERA SI PUO"!

Ho "scorribandato" fermandomi di tanto in tanto pensando a questa piccola selezione immaginandomi vi sia gradita, sensuale ma elegante e senza volgarità!

Un modo gradevole di staccare fino a domani affidandomi al mezzo di trasporto con il quale ho percorso più chilometri, la mia fantasia, insolente disubbidiente, che si fa sempre i fatti suoi.

Quando se ne torna da me permettendomi alla grande (quasi) di riconquistare normalità, razionalità mi presenta un conto salatissimo che pago senza fiatare, la mia solitudine, prezzo alto della mia libertà!

A notte fonda le ombre sfacciate non rimangono educate discrete dietro la porta mi seguono, mi inseguono e nel silenzio della mia casa buia mi avvolgono e siamo la mia unica compagnia!!

Serena notte amici, mille sogni a colori e mi raccomando proprio, che non confondo mai, ognuna al suo giusto posto, assieme cerchiamo la pace senza tristezza, senza malinconia, senza dubbi, senza rimpianti, infatti ho l'assoluta certezza che nulla é definitivo né irreversibile.

Vado decisa un sorriso sulle labbra gli occhi aperti senza che il buio mi impedisca di guardare oltre...

Quello che intravedo e poi vedo mi appartiene, non lo respingo lo accetto, apro le braccia la mente e mi offro!

Serena notte amici, mille sogni a colori, mi raccomando libero corso alla vostra immaginazione e dolce sarà il risveglio!

 

 
 
 

La sottile arte della seduzione ...

Post n°8554 pubblicato il 06 Novembre 2018 da nina.monamour

 

 

 

Imparare a flirtare è uno dei primi passi per intrappolare l'uomo più sexy del quartiere,  l'uomo a cui stai dietro da anni… insomma qualsiasi uomo su cui hai posato gli occhi!

In poche parole flirtare è una tecnica di seduzione femminile da usare ogni qualvolta desideri conquistare colui che ha catturato il tuo interesse. Saper flirtare bene significa ottenere ciò che si vuole da qualsiasi situazione in campo sentimentale.

L’arte della seduzione femminile è una materia sicuramente interessante e affascinante, ma soprattutto davvero facile da imparare. Molte di noi si sentiranno inizialmente un po’ impacciate, ma la seduzione è come un istinto innato che presto farà capolino nei vostri atteggiamenti in modo naturale e immediato ogni qual volta ne abbiate bisogno.

L’aspetto più interessante del flirt è riuscire a mettere a proprio agio un uomo ammaliandolo, adulandolo o semplicemente facendogli capire fra le righe che lo trovate davvero molto attraente e che i vostri occhi sono caduti proprio su di lui.

Non esiste uomo, realmente interessato, che non risponda alla seduzione femminile contraccambiando le attenzioni ricevute e aprendo la strada non solo a un gioco di seduzione appagante (anche per l’autostima della donna), ma a un vero e proprio amore a doppio senso.Perciò preparatevi a flirtare in qualsiasi momento e in qualsiasi luogo!

Se ancora non siete pratiche della seduzione femminile sappiate che è davvero molto semplice imparare a gestire il proprio fascino.
Come prima cosa tenete presente che l’arte del flirtare è composta da tre ingredienti, buon umore (e quindi un sorriso affascinante), voce sensuale, linguaggio del corpo.

Ricorda che la seduzione femminile, una volta imparata ad arte, è un ottimo metodo non solo per conquistare un uomo, ma anche per capire quanto effettivamente quell’uomo è interessato a te.

E questo vale per qualsiasi età!


 
 
 

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