PerlaRara

Dalle confidenze di un amico


Stamattina mi sono svegliato presto, così, non so perchè. Ero a letto e pensavo a Ivan e Leda.Ieri ho visto Ivan in aereoporto,a Roma per dargli le chiavi di casa mia a Roma.Era il 2002, d'estate e io ero a Los Angeles.Pagavo anche io la mia tassa alla California,la California girata in macchina, come è ormaicomune nei film e nell'immaginario collettivo. Eravamo 4, io di vicino venezia, Ivan, di Venezia, vicino al Guggheneim (si scrive così?), Franci, di Bergamo, Dany, di Milano, persone diverse di postidiversi,ma tutti amici. Eravamo, dicevo, a Los Angeles, dopo essere partiti da San Francisco e aver fatto i vari parchi ecc.
A Los Angeles avevamo appuntamento da un amico di Ivan, un suo compagno di università che era lì a fare un master in elettronica o qualcosa del genere. Ci aveva invitati per andare ad un party, come si usa là, noi eravamo molto incuriositi da tutto ciò, sai, tipo party a Beverly hills.
Arriviamo in questo appartamento, abbastanza grande in realtà, e vediamo che seduta su una sedia della cucina c'è una ragazza americana. Magrolina, con i capelli corvini, un po' crespi,  scura di carnagione, quasi ispanica. Niente di particolare, con un bellissimo sorriso che ci accoglie, una voce delicatissima, quasi timida.
Ci sediamo al tavolo, Ivan accanto a lei, io di fronte. Vedo Ivan con la testa girata di 180° verso questa ragazza e vedo che lei fa lo stesso verso di lui. Ivan che non parla una parola di inglese, proprio non c'è verso, lei che non parla unaparola di italiano... vedo che cominciano a sorridersi e aparlare, a modo loro, Ivan in italiano infilando qualcheparola di inglese, lei in inglese usando una gestualità chiarissima...beh, dopo 10 minuti non c'eravamo più noi,loro erano in un loro mondo che non era più il nostro.Io, Francy e Dany, ci scambiavamo delle occhiate e parlavamocon l'altro ragazzo che era amico di Ivan e che noi mai avevamo visto. Ad un certo punto alla finestra si sentono dei botti come di fuochi d'artificio, noi ci alziamo e attraversiamo la stanza per andare nel terrazzo per vedere cosa succedeva. Ho questa immagine in mente di me che arrivo alla porta del terrazzo, mi giro e vedo in fondo alla stanza, che era molto grande, Ivan e Leda, questa ragazza, che stanno parlando a modo loro, sorridendosie ridendo completamente rapiti, non credo che abbianosentito i botti...
Torniano all'oggi. Leda lavora a Ginevra, alla B. mondiale. Ha fatto carte false per venire in Europa, ha tentato di tutte per venire in Italia a lavorare e stare vicino al suo Ivan, ma il meglio che è riuscita a fare è Ginevra. Ivan lavora con me in "A...", adesso è  "vicino Venezia", alle Generali.Mi hanno chiesto la mia casa di Roma per questo weekend perchè, hanno detto, per loro è più facile vedersi a Roma che da unoo dall'altro. Ricordo le serate che gli anni scorsi Ivanpassava per cercare su internetun biglietto per NY o Washington a prezzi stracciati. Si incontravanotipo una volta al mese per il weekend, lei partiva da Los Angeles,lui da Venezia passando magari per Roma, Londra per arrivare a NY.Lui aveva trovato su internet dei programmi per telefonare gratis oppure usavano netmeeting e si davano appuntamento, magari nel cuore della notte perchè ci sono sempre 9 ore di fuso orario, alimentando, come potevano questo rapporto a 15 000 km di distanza. Ora lei è a Ginevra, ha lasciato tutto, famiglia, amici, sicurezze, certezze per andare  dall'altra parte del mondo, per poter vedere il suo Ivan almeno il weekend. E così si incontrano dovepossono, a Venezia, a Ginevra, a Milano, a Roma. Si sposerannoe saranno felicissimi, io ne sono sicuro.
Nessuna paura, nessun ostacolo, nessuna distanza, nessuna diversità sono abbastanza grandi.Bisogna solo decidere di prendere in mano la propria vita e crederci e provarci.Questo è l'amore.Post del 20.2.2007sul mio vecchio blog
Il sogno si è avveratol'8.09.2007 tra 2 ggIVAN e LEDA ----  sposi.AUGURI a IVAN  e LEDAAUGURI all'AMORE